La televisione è la terra promessa alla rovescia: peggio ti comporti e prima ci vai
Lo sappiamo, lo spettacolo è amorale, non tiene conto di giudizi e di valori: giusto così, ma allora perché gronda moralismo cialtrone? E non sarebbe almeno il caso di non esaltare, a suon di milioni, comportamenti che al di fuori della tv suonerebbero devianti?
La giustizia non è di questa terra e neanche di quell’altra, promessa, televisiva, promessa perché tutti ci vogliono andare. Con la differenza che la giustizia televisiva è più ipocrita perché i comportamenti devianti li premia. Che direste voi di gente che occupa abusivamente una casa e sloggia solo quando un programma televisivo la mette nel mirino, non le lascia tregua? Di uno dalla vita disastrosa, crackomane confesso, uno che dilapida, racconta, somme folli e si ritrova con lo spettro dello sfratto ma al pubblico che ancora, inspiegabilmente, lo va a sentire, non producendo questo qualcosa di dignitoso da 30 anni, forse da mai, dice: tacete, stronzi, froci, io sono un genio? Di quell’altro che insieme alla moglie mette su una intrapresa fondata sullo spaccio di miraggi e passa di imbarazzo in imbarazzo, senza il minimo imbarazzo, dice di sé “la testa non mi funziona bene perché i farmaci non fanno effetto” ed è stato prosciolto ieri da accuse di vilipendio siccome definiva gli sbirri”maiali e figli di cani”? Lui da artista può dirlo, ha sentenziato il Tribunale di Milano, ma se voi a un controllo usate gli stessi epiteti finite dritti in caserma, come minimo.
Invece i vari Ambra, Morgan, Fedez finiscono, insieme, in televisione, in giuria a X Factor. Sono ingaggi importanti, da centinaia di migliaia di euro. Manca, inspiegabilmente, Fabrizio Corona che ha un curriculum impeccabile: non capisce niente di musica, è pregiudicato, recidivo, ha dalla sua il garantismo moralistico di molti, forse preoccupati dei suoi archivi, l’altroieri, in libertà vigilata, è stato pizzicato mentre sfrecciava verso Linate a velocità proibita in compagnia di un delinquente venezuelano, lo hanno identificato e lasciato andare con tanti saluti. Ma forse Corona non ha tempo di fare il giurato, la sua agenda anche televisiva straborda già.
La legge dello spettacolo è nota, è wildiana, basta far parlare, basta dare spettacolo di sé, i mezzi e i modi non contano; la televisione, si dice, è amorale, non le spettano i giudizi di valore: allora perché si riempie di prediche, di indignazioni, di pretese etiche? Morale no, moralistica tanto e in modo insopportabile. Ciò che “fuori”, nella società dei normali, dei non televisivi, diciamo dei perdenti, come mi definiva quella patetica falena che dopo una effimera stagione di squallore mediatico tenta da 15 anni di rientrarci, è considerato aberrante, peccaminoso e punibile, nella microsocietà “dentro”, nel microcosmo dei miraggi, della televisione è meritorio. Difatti i tre giurati di X Factor, come si dice, fanno parlare. Fingono di scannarsi sulle doti di questo e quel concorrente, la solita carne da macello che passa dal talent, esce macinata e sparisce. Tutto scritto, stabilito a tavolino, chi deve vincere, chi deve esplodere è deciso con largo e meticoloso anticipo, come nel caso dei Maneskin che, dice giustamente il critico Zaccagnini, sono un perfetto fenomeno ma di marketing, non musicale. E che avrebbe di musicale X Factor, che avrebbero i Fedez e i Morgan, irrilevanti come artisti, che la Ambra che a 12 anni faceva la ventriloqua di Boncompagni e nulla più? Ah, no, scusate, ci fu anche, una trentina d’anni dopo, l’imperituro successo “pretendi pretendo se prometto poi mantengo”; l’hanno mandata a far da madrina al carrozzone più fariseo e moralistico dello spettacolino nazionale, il concerto sindacale del Primo Maggio dove cantanti di nullo talento più che suonare predicano come piace al segretario cigiellino e schleiniano Landini: cose turche, demenziali quanto a immigrazione, clima, salute, democrazia. La scienza politica in mano a Piero Pelù, Ambra, Frankie H Energy, un altro da una sola canzone in una vita e qualche trapper balordo.
“Ambra e Morgan si bacchettano, Fedez ostenta distacco e si guarda le unghie dipinte con lo smalto della sua impresa commerciale”. L’informazione globalizzata, in senso pubblicitario, trova sempre modo di infilare qualche buona notazione finanziaria e monetaria nella panna rancida del gossip. Non è informazione, è il trionfo del redazionale, del markettismo, una controinformazione che non ha alcuna pretesa di andar dietro, di fare opposizione, ma solo di opporsi all’informazione, di evitarla come si deve fare oggi per restare nel giro della “infotainment”, che saarebbe informazione divertimento, svago, per non dire bordello. I telegiornali di regime cambiano i mammasantissima, i capoccia da sinistra a destra ma la minestra rimane la stessa: ieri l’edizione serale del Tg1 è stata un unico panegirico sui nuovi vaccini, che saranno tanti, gratuiti, per tutti grazie al buon cuore di Pfitzer, che ha incrementato i fatturati del 6000%, del ministro Schillaci, del governo, della politica corale che si preoccupa per la nostra salute. Hai voglia se si preoccupa, lo so io quanto si preoccupa, lo so nel mio sangue. E se citi una notizia critica, la notizia scompare dai podcast e tu vieni redarguito. I padroni dei media sono gli stessi della salute industriale e stanno in politica, sì che ci guadagnano tre volte: se ti curano, se ti ammali, se li leggi o li ascolti. Un capolavoro! La naturale evoluzione del vecchio conflitto d’interessi berlusconiano assurto a concerto, a sinfonia. Il notiziario proseguiva con l’immancabile allarmismo sui cambiamenti climatici, cui attribuire di tutto e di più, infine spirava con un servizio sul cantante per ragazzine, ma già invecchiato, Tommaso Paradiso, figlio di un prefetto vaticano con un nuovo disco che passerà inosservato. A condurre, la Giorgia Cardinaletti salita nelle grazie della ex direttora piddina Maggioni grazie allo zelo vaccinal-informativo e rimasta nel ricambio di potere televisivo. Già che c’era, poteva offrirci un servizio anche su un altro cantante, suo fidanzato, il Cesare Cremonini che da ragazzo girava “per i colli bolognesi con la Vespa sotto i piedi” e adesso lo considerano il nuovo Giorgio Caproni.