VENEZIA 80 (concorso). Nell'horror ironico "El Conde", Pinochet è un vampiro nato dalla Thatcher

Il celebre dittatore cileno, che non pagò mai per i suoi crimini contro l'umanità, vive per Larrain come un vampiro, costretto a uccidere per sopravvivere e condannato all'eternità. Voto:6,5

Film ''EL CONDE". La regia e co-sceneggiatura con Guillermo Calderón, è, come detto, di Pablo Larraín, che ha diretto, nel film, Jaime Vadell, Gloria Münchmeyer, Alfredo Castro, Paula Luchsinger e altri attori in modo eccellente; la fotografia è di Ed Lachman; i costumi sono di Muriel Parra; gli effetti visivi sono di Juan Cristóbal Hurtado.

RECENSIONE

Larrain dirige in modo raffinato il cast del suo film-tributo al Cile, con tanto di condanna al dittatore ladro e assassino, anche se procede su un ritmo non armonico, talvolta lento. Gli effetti visivi e la fotografia sono il plus dell'opera, che, invece, non si regge su una storia convincente, nonostante i tanti spunti, gli intrecci e la trovata Thatcher-madre-vampira. L'impressione è che il regista, che in parte ha scritto il film, abbia voluto dar vita a qualcosa di originale, dimenticandosi che, talvolta, ''less is more''. La simbologia è l'elemento chiave del film con velate o espresse attacchi al fanatismo, che sia politico o religioso. Voto:6,5

TRAMA

Pinochet ha 250 anni ed è destinato a viverne altrettanti, se non smette di ingurgitare sangue giovane, meglio se femminile. Qualcuno non vuole che muoia: sua moglie. Perché? Perché prima vuole essere morsa da lui come il fido del marito, così da acquistare anch'essa l'immortalità. Il genere di "El conde" è commedia dark/horror e la rappresentazione del noto dittatore cileno, responsabile di crimini contro l'umanità, è decisamente grottesca.

Per quasi tutto il film, Pinochet desidera farla finita, perché è sconvolto dalle vere volontà dei suoi figli, volontà che ha perfettamente intuito, e perché si sente disonorato dalle accuse di furto di cui è vittima (accuse fondate!). Decide così di fare la dieta, ossia smette di estrarre cuori pulsanti dalle sue vittime, di frullarli e di berseli fusi. Una grande rinuncia con tanto di cedimento psico-fisico. A fargli cambiare idea sarà una giovanissima suora, incontrata non casualmente e pronta a far uscire il diavolo dall'uomo. La votata al signore è una fanatica del suo credo e, convinta di avere un potere concessole da Cristo, si avvicina troppo al maligno, cedendo alle sue tentazioni.

A un certo punto, compare persino la Lady di ferro, Margareth Thatcher, che, oltre ad essere il potente personaggio politico che conosciamo tutti, è la madre del protagonista; si è mantenuta giovane proprio grazie al fatto di essere, da secoli, una vampira essa stessa(!). Il film si conclude con una serie di decapitazioni e con i figli di Pinochet rimasti a bocca asciutta; infine, passa dal bianco e nero, tema costante fin dalla prima scena, al colore, cioè all' oggi.

IL REGISTA

Pablo Larraín si è ispirato alla storia del Cileai giorni nostri e al simbolo del fascismo mondiale, che - ha dichiarato il regista - come un vampiro non muore mai. Alla sua dittatura furono ufficialmente imputati 2.298 morti, 1.210 desaparecidos e 28.259 vittime di tortura o persecuzione politica. Fu comandante dell'esercito cileno dal 1990 al 1998 fino al suo arresto avvenuto a Londra. Venne estradato e gli fu revocata l'immunità parlamentare, da lui pretesa, finendo agli arresti domiciliari, ma il processo, soggetto a lungaggini infinite, anche per via del suo stato di salute, non arrivò mai a conclusione: Pinochet morì prima, senza pagare.

Al Festival di Venezia, a fine agosto, è stata presentata l'anteprima del film, che verrà distribuito su Netflix dal 15 settembre pv.