Massimo Bernardini (TV Talk): "È la RAI a meritare l'Award"

Parla il "signore della televisione" Massimo Bernardini ideatore e conduttore del programma cult di RaiTre Tv Talk: "La politica deve capire che la Rai ha bisogno di stabilità, non si possono cambiare dirigenti tutti gli anni. Non sarà facile sostituire Fabio Fazio e Lucia Annunziata"

Sabato scorso è stata l'ultima puntata della stagione per Tv Talk, l’osservatorio numero uno sulla tv italiana in onda il sabato pomeriggio su Rai 3. Per il finale di stagione, il gran cerimoniere e padrone di casa Massimo Bernardini ha assegnato i Tv Talk Awards, i riconoscimenti alle migliori trasmissioni della stagione. La stampa e i social hanno assegnato il premio a Viva Rai 2 di Fiorello per la Migliore Novità nell’intrattenimento. Fabrizio Biggio ha vinto come Personaggio Rivelazione dell’anno per i social. Tra gli altri, premiato anche Marco Damilano per il suo "Il cavallo e la torre".

Ma qual è il segreto di TV talk, programma longevo e di enorme successo, in grado di fare uno share tra l'8 e il 10% il sabato pomeriggio? Ce lo spiega proprio Massimo Bernardini, ideatore e conduttore della trasmissione: "Nonostante la forte concorrenza portiamo un bottino di ascolti interessante a Rai 3. La nostra forza è la collocazione in palinsesto che ha reso il programma più popolare, più "pop", ma al contempo riusciamo ad essere autorevoli unendo l'alto e il basso, l'informazione con i casi e i temi più importanti della settimana, non solo quelli politici".

"Personalmente darei un'award alla Rai. Anche quest'anno ha fatto più innovazione di tutti gli altri messi insieme. Peccato però che dalla stampa, in un modo o nell'altro, venga sempre crocifissa, come accaduto nelle ultime settimane. Ciononostante siamo l'azienda che ha innovato di più quest'anno; penso a programmi come Il cavallo e la torre di Marco Danilano ma anche alle tante novità andate in onda su Rai 2". "Mediaset e LA7 cosa hanno messo in campo di nuovo quest'anno?" chiede Bernardini. Intanto a viale Mazzini ci sono stati grossi cambiamenti negli ultimi giorni: qual è il tuo auspicio, chiediamo, per il futuro della Rai? "Al di là di tutto quello che si scrive sui giornali il mio auspicio è che i dirigenti durino. Qualunque visione abbiano l'importante è che durino. Questa è la cosa fondamentale per qualsiasi azienda tanto più per un'azienda importante come la RAI. Vorrei che la politica si rendesse conto di questo, di quanto abbiamo bisogno della stabilità dei dirigenti. Servono dirigenti che stiano dai tre ai cinque anni in modo da poter costruire un percorso".

A proposito delle fuoriuscite di Fabio Fazio e Lucia Annunziata: tu a posto loro come ti saresti comportato? "Stiamo parlando di due grandissimi professionisti che insieme coprivano ben cinque ore della domenica di Rai 3 con buonissimi risultati. Sostituirli non sarà affatto facile sia in termini di pubblico che di incassi pubblicitari". Oltretutto bisognerà sostituirli in corsa visto che i palinsesti verranno presentati tra poco più di un mese. "I politici fanno presto a fare la battuta 'che problema c'è'ma sono battute di chi non conosce il prodotto. Il prodotto non si inventa". Insomma, sarà un problemone non un problemino al di là del giubilo di certa politica sostituire due personaggi del calibro di Fabio Fazio e Lucia Annunziata.

Ma cosa dovrebbe fare la politica? "La politica deve lasciare dirigenti che durino e guardare al prodotto che è la cosa più importante per un'azienda come la RAI. Il mio sogno è quello di andare una volta in commissione di vigilanza ed implorare i nostri editori, perché quello sono, di guardare a noi in una logica diversa, come gente che fa prodotti mediali, audiovisivi e non sulla base di prese di posizione politiche o di visioni culturali politiche". Un sogno probabilmente destinato a rimanere tale.

Di Marco Antonellis