Steven Spielberg commosso durante le riprese del suo "The Fabelmans", prossimo agli Oscar

Una vita e un'infanzia fra una mamma fragile pronta a tutto perché Steven seguisse il proprio percorso e un papà severo e rigido sulle sue posizioni per nulla inclini all'arte del futuro cineasta: il film ci porta nella famiglia e agli esordi di Spielberg

In "The Fabelmans", la vita di Steven Spielberg in un intenso ritratto autobiografico sul grande schermo.

RECENSIONE

Steven Spielberg fu segnato da due macro eventi accaduti nella sua vita, mentre era ancora giovane, anzi giovanissimo: la separazione dei suoi e, prima, la scena dello scontro ferroviario nel film "Il più grande spettacolo del mondo" di Cecil B. DeMille, la cui visione originò nel grande cineasta il desiderio registico e l’amore cinematografico. Per superare l'impatto che quella scena aveva avuto su di lui, il piccolo Steven, Sammy nel film, ricostruì l'incidente più volte, utilizzando un trenino e una macchina giocattolo e riprendendo il tutto con una cinepresa 8mm, che la mamma gli aveva regalato. Proprio lei, a differenza del padre, lo aveva sempre spinto a seguire il cuore e le sue passioni sopra ogni cosa.  

Cast eccellente: strepitosa Michelle Williams nei panni della madre di Spielberg - Mitzi Fabelman, che, nella realtà si chiamava Leah Adler - una concertista pianista appassionata della propensione artistica del figlio, e innamorata di Bernie Adler, un amico del marito cui si unì, dopo anni, in seconde nozze; bravissimo e adatto al ruolo, anche, Paul Dano nelle vesti del padre del protagonista, un uomo apparentemente indifferente agli eventi, saldo nei suoi valori e dictatum, riuscito carrierista, ma, anche, una figura difficile per i figli a causa della sua rigidità nei confronti loro e dei loro desideri, come quello di Sammy di fare regia. La nonna di Steven, nel film, è un’ebrea vecchio stampo, insofferente alle eccentricità della nuora, capace, invece, di ballare in un gioco di luci e trasparenze davanti alla famiglia e alla cinepresa del protagonista ed incurante del vedo-non vedo del suo abito chiaro.  

Nel 1999, Spielberg aveva affermato di volere fare un film sulla propria infanzia; il titolo originario era "I’ll Be Home" e fu scritto, in origine, da sua sorella Anne, la stessa che aveva ricevuto una candidatura all’Oscar per la sceneggiatura di "Big", con un giovanissimo Tom Hanks. Il progetto è stato completato e realizzato nel 2021, anno nel quale l'attore che avrebbe interpretato il protagonista venne scelto: Gabriel LaBelle. Le riprese sono iniziate in pieno Lockdown. Il film è arrivato in Italia nel 2022, passando, prima, dalla Festa del Cinema di Roma.

Sembra che, durante la realizzazione di "The Fabelmans", Steven Spielberg si sia spesso commosso profondamente.

In questo prodotto raffinato, tanti sono i particolari che ne caratterizzano la storia dal lato culturale, sociologico, sociale, epocale. Siamo nella realtà americana anni 50-60 di una famiglia di origine ebraica, borghese, con 4 figli. Il film si sofferma accuratamente sulle telecamere usate da Sammy, sulle automobili in strada e su quella con cui la famiglia Fabelman trasloca, utilizzando un carretto agganciato all’auto per il trasporto dei bagagli, ma, anche, sul vestiario, sul trucco delle signore, sulle acconciature dei personaggi e, poi, sulle location, come gli uffici e la scuola, con le relative divise.

CONCLUSIONE

Vale la pena vederlo? Sì. Nel film, c’è tanto di Steven Spielberg bambino, un bimbo probabilmente molto presente anche nell'odierno settantaseienne. Voto: 9,5.

“The Fabelmans” è in lizza, insieme, in particolare al temuto concorrente "Gli spiriti dell’isola”, agli Oscar 2023: entrambi i film, vincitori ai recenti Golden Globe, sono candidati a 7, rispettivamente, e 9 categorie, fra cui ‘miglior film’, ‘miglior regia’, ‘migliori attori’. Vinca il migliore! 

TRAILER in V.O.: https://www.youtube.com/watch?v=D1G2iLSzOe8

TRAILER in italiano: https://www.youtube.com/watch?v=jKGKTR-XUtw