"Incroci sentimentali": nel trio amoroso con Juliette Binoche la soluzione a un rapporto malato è la rottura
Uscito in anteprima, il film, vincitore all’ultimo Festival di Berlino diretto dalla regista di "Chocolat", Claire Denis, sarà nelle sale italiane il prossimo 17 novembre. "Incroci sentimentali" vi farà entrare nelle profonde dinamiche di una coppia instabile e di un triangolo a rischio.
Recensione
Il film, il cui titolo originario significa letteralmente "con amore e implacabilità" e rende assai più chiaramente il senso e il messaggio che la storia contiene, è di genere drammatico-sentimentale. Forse "Incroci sentimentali" è un pò lento nel procedere, ma, forse, lo è volutamente, proprio per trasmettere la sensazione, allo spettatore, di trovarsi invischiato nelle vicende amorose di Sara, Jean e François. La parte morbosa di un amore malato o, meglio, di un modo di relazionarsi con l'altro, specie in un rapporto di coppia, che caratterizza due dei tre personaggi e la parte più perversa, psicologicamente, che devasta tutti e tre, ma, soprattutto, a un certo punto, l'unico di essi che riesce a vederci chiaro e poi a scappare da una agonia sicura, pervadono il pubblico, che non può restare indifferente; non può restare indifferente a quel tipo di dinamica che, talvolta, avvicina e, altre volte, addirittura annienta una persona innamorata, facendola sentire sicura e felice nel primo caso o, al contrario, senza valore né speranza nel secondo. Se l'amore ci eleva, l'amore malsano può distruggerci. Un aspetto molto vero su cui riflettere, e nel film è chiaro, è la grossa differenza fra come una coppia appare e come si sviluppa nel suo intimo, fra l'impressione di come sono due persone singolarmente e in rapporto con l'altra della coppia e la loro vera natura, attitudine. Non staremo qui a dire chi funziona con chi dei tre personaggi, né come inizia la storia e come si risolverà, perché, sebbene non sia un thriller, sarebbe un colpo basso al film, che merita di essere assaporato nella sua drammaticità e veridicità fino al risvolto finale. Quest'ultimo, peraltro, si può leggere, come atto di speranza, di liberazione per il bene proprio e altrui, per una vita sana fatta di valori e relazioni che davvero possono crescere e, sì, presentare preoccupazioni, problemi e difficoltà, ma, anche, una solida felicità e una reale soddisfazione, senza fattori patologici che complichino tutto in modo, talvolta, irreversibile e, sempre, depauperante. Il cast capeggiato da una sempre bella e affascinante Juliette Binoche è molto ben orchestrato dalla regista, premiata, nella sua carriera, con un Orso d'argento a Berlino. I due attori maschili, specie Lindon, sono perfetti anche nel loro physique du role. Voto al film: 8.