Da vecchia talpa a vecchio porco è un attimo: e Memo Remigi viene rimosso dalla RAI. Ma davvero giustizia è fatta?
Il fallo di mano c'è stato, la Var lo conferma, ma forse non meritava il cartellino rosso: una questione di centimetri, come il famoso gol di Turone, e comunque nonno Memo ha 84 anni e, oltre a un gesto evitabile, sconta anche tanta, troppa ipocrisia.
Sapessi com'è strano, sentir la mano sul deteretano, piano piano, a Milano, da Remigi, che prodigi. Povero Memo, trattato come un maniaco alla veneranda età di 84 anni, cacciato dal programma, sputtanato da una implacabile Serena Bortone: sì, il fallo c'è stato, la Var lo conferma, per di più in area di rigore, o meglio turgore, la manina che scivola scivola scivola scivola sul fondoschiena di tal Jessica Morlacchi, la quale inorridisce manco l'avesse arpionata Freddie Kruger, corregge la traiettoria e schiaffeggia Remigi come un moschettiere a duello. Non se n'era accorto nessuno, poi i soliti rompicoglioni dei social han fatto un casino, è scesa in campo Striscia, quindi Dagospia e a quel punto non c'è più speranza: fallo di mano, espulsione e damnatio: il n. 5 (la mano, nella Smorfia napoletana) Remigi va negli spogliatoi e neppure della partecipazione a Palpando – scusate, Ballando con le stelle v'è certezza. Ora, la questione, non così di prima mano, è la seguente: ma Memo, è memore o episodico? Cioè l'ha sempre fatto o gli è scappata? Lo scopriremo solo vivendo di gossip, senza il quale però si può anche vivere benissimo. Tutto male quel che finisce male? Fino a un certo punto, perché tutti vissero in gloria mediatica felici e scontenti: la Jessica dagli immacolati lombi, la Bortone fremente indignazione, e, ma sì, pure nonno Memo, che non dà più i resti, passa da un'intervista all'altra più indaffarato di Zelensky: “Sono vecchio ma non libidinoso, si respirava un clima goliardico”.
Pensa se era un clima draconiano, e meno male: qualcuno lo spieghi anche agli altri di “Oggi è un altro giorno”, chè la sensazione è impalpabilmente diversa, quelli mica se ne sono accorti. Da vecchia talpa a vecchio porco, è un attimo, anzi un palpeggio. Però, però. Non è che, tanto per cambiare, si sta un po' esagerando? Il politically correct, il woke, la cancel cul(ture), il metoo, i diritti, la toccatina, vergogna vergogna, e va beh, ma non bastava una ramanzina in privato? In fondo la strusciata si vede e non si vede, è roba da esegeti, discutibile, opinabile e in ogni caso alla fine Remigi non è mica Weinstein, non è Epstein, un po' di senso delle proporzioni, su. O vogliamo davvero credere che tutte le Jessiche del mondo, Rai Mediaset La7 o Roccacannuccia TV, siano delle Marie Goretti nel paese delle Meraviglie?
A scanso di idioti: qui nessuno sponsorizza la mentalità del così fan tutti, del si sa come vanno le cose ed altre banalità: stiamo cercando di ricondurre un gesto evitabile fin che si vuole alle sue precise dimensioni, tenuto anche conto dell'età del reprobo, senza definirlo “stupro”, “violenza bestiale”, “trauma”, “aggressione che merita l'ergastolo, la sedia elettrica, la castrazione e non chimica”. Che finimondo, quel panettone tondo, passato un po' in souplesse.
Fatto fuori il vecchio satiro l'onore della RAI è salvo? O la colpa, come si mormora per i corridoi, è quella di essersi fatto beccare? Insomma, chi scrive un po' di esperienza di cose televisive, di show business ce l'ha e certe ipocrisie proprio non gli vanno né su né giù: se davvero si cerca il mostro, trovatelo meno incartapecorito e, in definitiva, meno innocuo. Perché un quasi 90enne che allunga la mano non fa paura, al massimo fa tenerezza. Davvero c'era bisogno di ridurlo a un serial killer delle natiche? A proposito, la prestigiosa Jessica, da parte sua, è in grande spolvero: nessuno sapeva o ricordava chi fosse (era una del gruppo bimbinkia Gazosa, ennesima truffa dello show business per puberali, poi quando la gazosa s'è sgasata ha continuato da sola una carriera “altalenante”, come pietosamente la definisce Wikipedia, sfociata nella celeberrima hit “Cadillac”, roba che Beyonce scansate proprio). Adesso può approfittare del preclaro quarto d'ora warholiano di celebrità per fare il botto, magari rivendicando una indennità di manina, destinazione Sanremo. Memo invece non ha bisogno di rilancio, è un cantante di lontani (ma ostinati) successi, benché pochi, anzi, uno: “Innamorati a Milano”, e il testo non era neanche suo, era di Alberto Testa. Poi venne la profetica “Io ti darò di più”, però appaltata a Orietta Berti e Ornella Vanoni. In compenso, è sempre stato un tombeur de femmes, ricordare la sua storia con una imberbe Barbara d'Urso? Ben fatto, vecchio Priapo!
E insomma va bene tutto, giustizia è fatta, Memo rimosso, a futura memoria, però un po' ci dispiace: se solo uno pensa che il Cavaliere simili prodezze le ha sempre esibite senza mai venirne scalfito, anzi è diventato un mito. E poi, ci sia consentito anche dirne una scorretta, ma davvero uscita dal cuore, se non più giù: arrivarci, a 84 con le insane voglie di nonno Memole. Sapessi com'è strano, sentir che ancora tira, il marrano; in diretta, e manco piano...