"Mrs Harris goes to Paris" ci fa sognare da Dior e ridere nel confronto con l'ardua Isabelle Huppert

Alla Festa del Cinema di Roma, il film più dolce e positivo e inspirational è proprio quello interpretato da due straordinarie attrici di quasi 70 anni: Manville e Huppert. Inseguire i propri sogni significa aprire nuove porte anche a tarda età!

Recensione

Lesley Manville è meravigliosa. Isabelle Huppert è nel ‘suo’, ma in chiave ironica. Il film e la storia, la regia e l’intero cast, i personaggi, dai maggiori ai minori, sono strepitosamente curati e agiscono come ingredienti armonici di un tutt’uno che funziona davvero bene. Le lacrime si versano, sì, ma per la gioia e la bellezza di alcuni istanti del girato, per uno sentito sguardo empatizzante, per la fierezza di un gesto che ci muove a tenerezza, per l’entusiasmo sincero della protagonista davanti a un abito di Dior, uno in particolare, per la perseveranza di un personaggio maschile che ama davvero Mrs Harris, sia nelle sue solite vesti sia in quelle sontuosissime nelle quali si presenterà a lui verso la fine del film, per il sogno che la commedia di stampo, anche, romantico che Anthony Fabian ha così ben diretto ci regala, ispirandosi al romanzo di Paul Gallico intitolato “La Signora Harris”, la cui prima pubblicazione risale al 1958. La storia viaggia sui toni di una favola, che non può non arrivare agli animi sensibili e sognatori, ma gli spunti su cui invita a riflettere sono attuali e fondati, universali e sempre giusti, insomma riguardano tutti. Per esempio e soprattutto, la Signora Harris - nonostante le avversità di una vita non ricca, segnata da un lutto cui lei fa fatica ad abituarsi fino al momento in cui, venendole dichiarata ufficiale la morte del marito partito per combattere, si arrende all’evidenza e ricomincia daccapo - si rimbocca le maniche e affronta situazioni e persone con grinta e fiducia, ancora con gli occhi aperti come quelli di un bambino che vuole apprendere da ciò che lo circonda, felice di farlo. Questo suo atteggiamento positivo influenza chi la avvicina, qualcuno subito, qualcun altro con maggiore difficoltà, come la durissima e impenetrabile direttrice della Grand Maison Haute Couture Dior a Parigi, Claudine, alias Isabelle Huppert, impagabile in queste vesti che ci fanno tornare alla mente la leggendaria Anna Wintour (primo stile) di Vogue. Si esce dalla sala con le lacrime di gioia, almeno per qualcuno, e il sorriso sulle labbra, per chiunque, e, per un pò, si guarda all’universo come fosse tinto di colori pastello e come se i sogni e l’amore potessero avverarsi davvero in ogni momento dell'esistenza, a dispetto degli inutili paletti convenzionali dettati dalla società. Voto: 9.