Pierpaolo Foti: il genio del violino che spazia dai concerti classici al Jovanotti Beach Party

Classico e elettronico denotano l’essere trasversale di un genio della musica

Un astro del violino sta per esplodere con il suo genio, la sua preparazione e la sua costanza.

Nato a Trieste il 4 maggio 1997, animato fin dall’infanzia dal fortissimo desiderio di imparare a suonare il violino, ha frequentato la “Toti”, durante alcuni corsi estivi, in modo da perfezionarsi e continuare, con sempre più grinta e competenza, il suo impegno di violinista professionista nel mondo dello spettacolo.

Nonostante i numerosi successi conseguiti all’estero, è sempre rimasto intimamente legato a Trieste, ai suoi spazi e alla sua vita culturale.

All’età di 15 anni, ha partecipato al Triskell Celtic Festival, Festival Internazionale di Musica e Cultura Celtica di Trieste, detenendo il record del più giovane artista che ne abbia mai calcato il palco.

Ha lavorato come solista al prestigioso caffè storico “Caffè degli Specchi”. Ha suonato in occasione dell’intitolazione della Biblioteca d’Arte del Museo Revoltella a Sergio Molesi, e interpretato i propri brani alla Giornata Mondiale dell’Ambiente presso il Palasport di Trieste. Quest’estate per lui un fantastico successo con la partecipazione al Jova Beach Party :nel set di JoVanotti per alcune date, a pochi minuti dallo show di Lorenzo, Pierpaolo Foti - artista, musicista, violinista, compositore amato in tutto il mondo e dalle caratteristiche clamorose - ha suonato in una speciale cornice sul Kontiki Stage a Lignano Sabbiadoro, al centro della spiaggia, con il suo quartetto d’archi, un’iconica versione de La Primavera di Vivaldi. Pierpaolo Foti dice: “Per me tutti i concerti sono un’esperienza emozionante. Il rapporto con il pubblico è sempre qualcosa che ti fa crescere, migliorare ed emozionare. Le sensazioni più forti ed emozionanti sono nate soprattutto sui palchi più piccoli nei quali si è creata un’intesa intima, molto informale.Ho già scritto diversa musica per orchestra e anche un paio di colonne sonore di film, di cui un cortometraggio è stato utilizzato dalla polizia postale come propaganda nelle scuole contro il cyber-bullismo. I progetti futuri sono semplici, chiari ma difficilissimi da raggiungere: studiare e perfezionarmi sempre di più fino a dove la mia mente me lo permette.”

Ma tornando al 2020, per Foti tutto è iniziato da un semplice desiderio: poter riuscire a condividere con più persone possibili, durante il primo lockdown, il tramonto sul Golfo della sua amata città, tramite un concerto in diretta streaming dal balcone della sua casa. Tale iniziativa personale lo ha poi portato, sempre ad aprile, con il contributo del Comune di Trieste, a suonare nella notturna desolazione della triestina Piazza Unità Italia, per infondere a tutti i cittadini della penisola un forte messaggio di speranza e fraterna condivisione. Per rivedere il concerto, clicca qui.

Proprio durante il programma Rai “Il Filo Rosso”, il musicista ha raccontato la fonte della sua forza espressiva: “sono una persona che tende ad essere emotivamente chiusa – ha spiegato – ma è come se racchiudessi tutte le emozioni per poi esprimerle, in un momento successivo, attraverso il violino”.

Il “filo rosso”, che dà il nome al talk show, è quel filo del cuore che ogni persona porta e che la lega ai propri affetti, al di là delle distanze, fisiche e temporali. Come Foti è legato alla Nonna Marisa: “lei è stata il filo rosso che mi ha permesso di continuare a credere in me stesso e nella mia musica. Mia madre, giustamente, aveva paura perché è difficile vivere di arte, ma io sono un sognatore”. E oggi per lui un nuovo progetto discografico top secret del quale vi torneremo a parlare.