Edoardo Bramerini, in arte Braim: “Il mio primo Ep, il rap e un duetto a sorpresa”

Il giovane rapper grossetano racconta a Il Giornale d’Italia il suo passato in sofferenza, il suo presente in musica e un futuro fatto di duetti

Edoardo Bramerini, classe 2002, esprime tutta la voglia di farcela delle nuove generazioni. Tra Univerisità e musica, non ha deluso i suoi fans e gli ascolti del suo ultimo album ne dimostrano il successo.

Da dove le deriva la passione per la musica?

«Ho iniziato a fare musica all’età di cinque anni, quando mi innamorai dello strumento che mi ha accompagnato fino all’adolescenza, ovvero la batteria. Stavo vivendo un periodo estremamente difficile, e iniziare a suonare mi ha aiutato davvero moltissimo, diventando senza dubbio la prima scintilla a far scattare la mia sconfinata passione per la musica. In famiglia, ne siamo molto appassionati. Ho passato l’infanzia ascoltando rock e pop italiano, generi preferiti dei miei genitori, che sono riusciti a trasmettere anche a me. Un po' più in là con gli anni sono arrivati il rap e la trap, precisamente nel 2016 quando, grazie anche allo zampino dei miei amici, mi sono interessato a questi nuovi generi per me, che da quel momento, senza mai dimenticare i precedenti due, sono diventati i miei preferiti.»

 

Ci sono stati degli studi a monte o è un autodidatta?

«Bella domanda! In realtà, con la batteria è stato amore a prima vista, e posso dire tranquillamente che, a parte durante i primi anni dove si imparano le basi, mi sono sempre affidato più volentieri al mio orecchio estremamente sviluppato e attento, piuttosto che allo spartito. Mi trovavo spesso a litigare coi maestri che ho avuto perché, pur essendo consapevoli della mia predisposizione all’ascolto, dicevano che leggere lo spartito fosse importante, ma onestamente non me n’è mai importato più di tanto. Per quanto riguarda il rap, sono totalmente autodidatta, ma posso dire che ascoltandolo ogni giorno, ripetutamente, mi sono entrati in testa tutti i suoi elementi (metrica, stile, approccio vocale e variazioni) e ciò mi ha aiutato poi nella stesura dei miei testi, e soprattutto nell’esecuzione in studio.»

 

Come mai ha deciso di chiamare il suo primo EP Inceptus?

«Ho deciso di chiamarlo Inceptus perché, traducendolo dal latino all’italiano, significa inizio, principio. Con esso, ho voluto difatti simboleggiare l'incipit di un qualcosa che va aldilà di un unico brano, un'unica uscita, che già avevo presentato in passato. È sostanzialmente la mia prima vera e propria apparizione verso il grande pubblico.»

 

Ci racconti meglio questo EP, dalle tracce a cosa vuole comunicare, a chi è rivolto fino a dove possiamo ascoltarlo o acquistarlo.

«L'EP è composto da 4 tracce in sequenza, ognuna diversa dall'altra. Tre hanno un significato ben preciso, dove racconto fatti reali e vissuti sulla pelle, mentre una è stata concepita come “esotica”, ovvero estremamente pop, ballabile e adatta ad un clima del tutto estivo. Il tempo passato dietro a questo progetto è stato veramente tanto. Per la stesura dei testi, ho impiegato tre mesi, mentre un mese è stato dedicato a registrazione, mixaggio e masterizzazione dei brani. Tanto lavoro, ma ottimi risultati! Le 4 tracce dell'album hanno, come già detto, tutte un significato diverso. Intro è, di nome e di fatto, il prologo dell'EP, un breve freestyle vecchia scuola col quale voglio sfogarmi e snocciolare pensieri e riflessioni. Nulla di più da dire. La vita racconta dei momenti brutti passati negli anni dell’infanzia, senza specificare troppo nel dettaglio, ma con un messaggio sicuramente ben chiaro, con riferimenti precisi ma allo stesso tempo non espliciti. Fango è il brano più pop e ballabile dell'EP, che non contiene assolutamente alcun messaggio, ma che punta essenzialmente all'essere orecchiabile, divertente e perfetto per il periodo estivo. È un pezzo, come detto in precedenza, esotico! Sognare è assolutamente un brano di protesta, con un messaggio diretto, specifico, nel quale espongo dei pensieri concreti, forse spinti, ma dopotutto viviamo in un paese basato sulla democrazia, quindi dov’è il problema? Ho deciso di aggiungerlo all’EP dopo varie riflessioni in merito, volendo presentare un messaggio che sono sicuro tante persone potessero condividere. Inceptus può essere ascoltato o acquistato in tutte le principali piattaforme digitali, Spotify, Apple Music, Amazon Music, Deezer, TIk Tok.»

 

Quanti generi troviamo dentro il disco?

«Nel disco possiamo trovare ogni tipo di rap, da quello vecchia scuola, al brano melodico e commerciale, passando da un pezzo acustico e di protesta, fino ad arrivare ad un mood triste e storytelling. I generi e gli stili espressi sono molti, sta a voi scoprirli!»

 

L’album d’esordio, le sta regalando non poche soddisfazioni. Quale sarà il passo successivo? Altri progetti bollono in pentola?

«Sono molto felice dei risultati ottenuti, 1200 ascolti in poco più di una settimana. Per me che sono agli inizi è assolutamente un traguardo importante. Il passo successivo sarà un singolo inedito in collaborazione con un artista, ma soprattutto un amico, che non voglio però preannunciare. Anche quello è un progetto molto importante, che mi ha fatto divertire tanto e che mi piace moltissimo. Per ora, a parte il prossimo singolo, non ho altre cose in mente, ma sicuramente con l’avvento dell’estate uscirà qualcosa di molto interessante quindi state pronti!»