Chianti Classico Collection 2025 nel segno della sostenibilità. Quest’anno sono ben 218 le aziende del Gallo Nero che presenteranno le loro ultime annate

Trentaduesima edizione della Chianti Classico Collection alla Stazione Leopolda di Firenze, dove verranno festeggiati anche i 50 anni del Consorzio Olio DOP Chianti Classico

La manifestazione, nata come Anteprima del Chianti Classico nel 1993, segna quest’anno un nuovo primato nel numero di produttori partecipanti: sono infatti ben 218 le aziende del Gallo Nero che presenteranno le loro ultime annate di Chianti Classico, Chianti Classico Riserva e Chianti Classico Gran Selezione alla stampa, ai professionisti del settore e, nella giornata di martedì, anche al pubblico finale. Una Collection che si contraddistingue quest’anno per il suo tema centrale: l’impegno del Chianti Classico e dei suoi produttori per il rispetto del territorio e un futuro sempre più sostenibile. A rappresentare questo tema, al centro della hall della Leopolda, sarà allestita una scenografica installazione vegetale, con piante spontanee, emblema della biodiversità che da sempre caratterizza le colline del Gallo Nero (come le piante mellifere, così utili per il ciclo vitale delle nostre api). Alla fine dell’evento le piante saranno alla fondazione Tommasino Bacciotti (https://www.tommasino.org/), un omaggio vivo di questa edizione della storica Collection. Parola d’ordine “sostenibilità” anche nella scelta dei materiali per la realizzazione dell’evento: con allestimenti pensati per essere riutilizzati e costruiti con materiali di recupero (vedi le sedute in cartone pressato nel foyer della Leopolda), gli shopper in cotone organico e la limitazione – per quanto possibile - dell’uso della plastica e della carta. Nessuno spreco, insomma, nemmeno nella gestione della ristorazione all’interno dell’evento: gli alimenti avanzati saranno infatti destinati al progetto solidale di Villa Lorenzi (https://villalorenzi.it). I numeri della Collection: 218 le aziende del Gallo Nero presenti, per un totale di 790 etichette in degustazione, di cui194 Chianti Classico Riserva e 185 Gran Selezione. 40 i campioni in anteprima della vendemmia 2024. Olio DOP Chianti Classico: nell’ambito della Chianti Classico Collection non poteva mancare la presenza dell’altro prodotto principe del Gallo Nero, l’Olio DOP Chianti Classico. Quest’anno sotto i riflettori, perché festeggia ben due anniversari: i 50 anni dell’omonimo Consorzio e i 25 anni della denominazione. In particolare, verrà allestito un banco di assaggio della DOP verde del Gallo Nero, dove sarà possibile degustare 35 oli. Inoltre, 7 aziende produttrici saranno presenti personalmente in sala. Infine un seminario con degustazione guidata verrà dedicato a questo prodotto di eccellenza del Chianti Classico. I partner della manifestazione: anche quest’anno saranno presenti in Leopolda importanti nomi dell’enogastronomia italiana, come alcuni dei migliori prodotti DOP e IGP fra cui Parmigiano Reggiano DOP, Pomodoro di Pachino IGP, Aceto Balsamico di Modena IGP, Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, Oliva La Bella della Daunia DOP, Burrata di Andria IGP e Arancia Rossa di Sicilia IGPIl 2024 è stato un anno particolare per la DOCG del Gallo Nero, che ha celebrato il centesimo anniversario della fondazione del suo Consorzio (il più antico d’Italia) e confermato, in generale, lo stato di salute della denominazione. Nonostante la complessa congiuntura internazionale, il Chianti Classico conferma la sua presenza nei principali mercati. Aumenta il valore globale della denominazione. L’analisi dei dati relativi al Chianti Classico nell’anno da poco conclusosi ci restituisce il quadro di una denominazione in sostanziale buona salute. Nonostante il 2024 sia stato un anno connotato dall’instabilità del contesto internazionale (con il prolungarsi del conflitto in Ucraina e l’ampliamento degli scontri in Medio Oriente), le marcature dei vini Gallo Nero a fine anno si sono attestate allo stesso livello dell’anno precedente.  Il Chianti Classico ha avuto infatti la capacità di rispondere al meglio alle difficoltà del mercato globale: è una denominazione dinamica e sempre in evoluzione, senza tradire le sue radici. Questa impostazione si riflette nell’offerta, ben differenziata  con le tre tipologie, annata, Riserva e Gran Selezione: quest’ultima ulteriormente definita dall’introduzione delle Unità Geografiche Aggiuntive in etichetta.

Il 2024 è stato un anno molto importante per il Chianti Classico anche perché ha puntato i riflettori sulle caratteristiche uniche e identitarie di questa denominazione, che da 100 anni è rappresentata da un Consorzio e da una compagine sociale sempre più salda e unita. Nel 1924 33viticoltori decisero di condividere un progetto comune, creando il Consorzio: la loro visione fu quella di credere nella forza della collettività, perché solo così si poteva gestire una produzione che potesse parlare di un intero territorio. La scelta lungimirante di allora ha dimostrato il suo valore strategico nel corso del tempo. Ancora oggi, infatti, con una base sociale che sfiora le 500 aziende, il Consorzio e i suoi associati pensano, uniti, al futuro della denominazione, condividendo un altro importante progetto,un  Manifesto di Sostenibilità, la visione di un Chianti Classico sostenibile sia come sistema imprenditoriale che come mezzo di salvaguardia del territorio, per poterlo restituire intatto e valorizzato alle generazioni future (vedi comunicato specifico). Grazie all’impegno di Consorzio e produttori,negli ultimi anni è cresciutoin generale il valore della denominazione e la sua notorietà nel mondo. Anche a partire dal prezzo delle uve e dello sfuso, sostenuto da un Accordo di Filiera, fortemente voluto dal Consorzio, grazie al lavoro del Distretto Rurale del Chianti: la quotazione media ad ettolitro di vino sfuso Chianti Classico mostra un incremento dei prezzi costante dall’annata 2019 alla 2023, offrendo una maggiore remuneratività anche alle aziende che non imbottigliano. Per quel che riguarda il prodotto imbottigliato, si conferma invece l’importanza - in volumi venduti e in valore - delle tipologie “premium” del Chianti Classico, Riserva e Gran Selezione. Nel 2024 le due tipologie hanno infatti rappresentato, congiuntamente, circa il 43% della produzione e il 54% del fatturato

Passando ad analizzare la ripartizione dei mercati, gli USA si confermano ancora una volta al primo posto: il 36% delle bottiglie di Chianti Classico trovano infatti sbocco su questo mercato, registrando un aumento dei volumi venduti, che ha visto un’accelerazione soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno. Per questo, anche nel 2025, il Consorzio ha in programma la realizzazione di varie attività di marketing e comunicazione negli Stati Uniti d’America, ed in particolare a fine aprile organizzerà un evento di altissimo livello nella città di New York (28 aprile 2025). Segue, come di consueto, al secondo posto il mercato interno. In Italia trova infatti sbocco un quinto delle bottiglie vendute di Gallo Nero (20%). Poi stabile, al terzo posto, il Canada(10%), un mercato che negli ultimi anni ha regalato ai produttori di Chianti Classico grandi soddisfazioni e per cui il Consorzio vede ancora ottime potenzialità di crescita. Ottima anche la performance del Regno Unito che si attesta al quarto posto (7%): come per l’anno precedente, questo mercato è quello che riconosce il valore più alto ai vini al top della piramide qualitativa del Chianti Classico, le Gran Selezioni, con medie oltre i 35 Euro a bottiglia (ex cellar price). Poi, ancora fra i mercati consolidati, ricordiamo la Germania (4%),un mercato che è e sarà oggetto di particolare attenzione nella strategia consortile insieme a Svezia (che rappresenta il 5% insieme agli altri paesi scandinavi)e alla Francia (paesi target nell’ambito del nuovo progetto triennale FEST finanziato dalla UE).Seguono: Benelux (4%), Svizzera (3%) che nel 2024 ha registrato un’importante crescita (+19% di bottiglie vendute) e il fedele e stabile Giappone (2%). Dall’indagine sulle vendite del Gallo Nero effettuata dal Consorzio, il Chianti Classico vanta una penetrazione commerciale davvero unica; pur rimanendo infatti spiccata la concentrazione delle vendite nei suoi mercati storici, i vini del Gallo Nero raggiungono anche mete insolite, al di fuori dalle normali rotte commerciali e in tutti i continenti: sono infatti distribuiti in oltre 160 paesi in tutto il mondo.

Il nuovo protocollo di sostenibilità del Chianti Classico prevede 58 criteri. Oggi una nuova indagine fa luce sulla situazione attuale: ecco tutti i numeri. “Sostenibili da domani” non è la parola d’ordine nel territorio del Chianti Classico. C’è una forte attenzione verso il tema già oggi, anche solo guardando al dato di quante aziende socie abbiano risposto a una recente indagine in merito: il 48% di quelleche operano su tutta la filiera, dalla vigna alla bottiglia, che rappresentano il 53% del vigneto Chianti Classico. Anzi, si può ben dire che la sostenibilità in Chianti Classico sia un vero e proprio habitus ben collaudato negli anni, guardando ai dati emersi. La fotografia attuale della denominazione si articola in tre declinazioni diverse di sostenibilità: ambientale, sociale e culturale, rispecchiando i tre capisaldi del nuovo protocollo del Chianti Classico, presentato alla stampa lo scorso 14 maggio in occasione delle celebrazioni del centenario del Consorzio. Come per la produzione di un vino di qualità, tutto inizia con il lavoro in vigna. Già oggi sono due terzi delle aziende che praticano l’inerbimento tra i filari, azione fondamentale per combattere l’erosione del suolo e l’impoverimento dello stesso. Tre aziende su quattro si impegnano a preservare l’ecosistema in vigna, riducendo l’utilizzo di diserbanti e di concimi chimici, favorendo a questi ultimi compost naturali (37%) oppure i sottoprodotti del processo di vinificazione (52%). In questa stessa direzione va anche il dato sulla presenza delle piante mellifere in circa un’azienda su tre, che corrisponde al 27% degli ettari censiti. Gli impollinatori sono infatti un fragile anello dell’equilibrio ecologico, una vera congiunzione tra mondo animale e mondo vegetale, fondamentale per la propagazione della flora, oltre a essere un importante indicatore biologico nel monitoraggio ambientale. Questa attenzione si riflette anche nella conduzione biologica: il 61% delle aziende sono già in possesso della certificazione, e un ulteriore 9% sta intraprendendo il percorso di conversione al biologico. Anche nelle fasi produttive un comportamento ambientalmente consapevole può influire molto: quasi la metà delle aziende infatti utilizza fonti energetiche alternative (45%), si impegna nella riduzione del peso delle bottiglie (65%), oltre al riuso di materiali quali vetro e carta (54%).  Il vino con sé porta valori culturali, di tradizione e di storia, che lo legano al territorio in cui viene prodotto. Il paesaggio come punto di unione tra natura e intervento antropico gioca un ruolo essenziale come elemento culturale: per questo il recupero e il mantenimento di antiche tradizioni come i muretti a secco (44%), dei terrazzamenti (38%) e delle strade bianche (74%) rappresentano un attivo e costante impegno nella tutela del territorio, che supera i confini dei vigneti. Questo tema si conferma come cruciale anche a livello di percezione da parte delle aziende socie: tra le possibili definizioni di “vino sostenibile”, infatti, il 60% si è dichiarato fortemente d’accordo con l’identificazione nella protezione della biodiversità e del paesaggio. Questo si collega al concetto della sostenibilità culturale, la direttrice innovativa del protocollo Chianti Classico. Il paesaggio chiantigiano è infatti un mosaico che alterna natura selvaggia a intervento umano. Qui prevale il bosco (due terzi del territorio), e a questo si inframmezzano le colture della vite e dell’olivo, oltre a seminativo. La presenza dell’uomo però si esprime anche nella complessa rete di edifici storici, parchi, viali, reti interpoderali e giardini che ricamano il territorio in un disegno ancora oggi visibile che racconta la storia della Toscana rurale degli ultimi 600 anni. La manutenzione e il restauro di tutto ciò è messo in atto dalla quasi totalità delle aziende (79%). Oggi proprio quei poderi vivono una seconda vita, spesso utilizzati come dimora per i lavoratori delle aziende vitivinicole (38%). L’attenzione infatti verso i lavoratori è uno dei capisaldi del concetto di sostenibilità: dalla garanzia della parità di genere (il 39% degli impiegati sono infatti donne), alla composizione dell’organico aziendale, con il 92% dei dipendenti diretti, per la maggior parte residenti nel territorio o nei comuni limitrofi (73%), all’attivazione di percorsi di inclusione sociale (37%). I territori crescono se cresce la socialità e la cittadinanza, e dunque il protocollo che propone il Consorzio guarda con attenzione al tema della residenzialità e punta a far crescere sempre più sul territorio l’indotto delle principali attività economiche. “La sostenibilità è una nuova lente attraverso cui guardare il nostro territorio – dichiara il direttore Carlotta Gori - già oggi l’attenzione e la cura verso il territorio è molto alta, ma come tutti, abbiamo dei margini di miglioramento. Credo che un punto focale del nostro protocollo sia proprio quello di guardare al nostro territorio con occhi nuovi: la sostenibilità culturale, che ci contraddistingue da secoli, è più che mai attuale, e vogliamo renderla intellegibile anche per il consumatore, mettendo in etichetta dei vini di chi si certificherà un simbolo dedicato”

Si aggiunge un altro nome alla prestigiosa lista degli ambasciatori ad honorem del Gallo Nero. Alla Chianti Classico Collection, Thomas Ilkjaer nominato Chianti Classico Honorary Ambassador per la Danimarca.

All’edizione 2025 della Chianti Classico Collection, il Consorzio ha deciso di proporre un’unica candidatura per arricchire la lista dei suoi portavoce nel mondo: gli Ambasciatori ad honorem del Chianti Classico. Si tratta dell’Honorary Ambassador per la Danimarca, Thomas Ilkjaer, un nome di grande autorevolezza nel piccolo, ma senza dubbio, molto attivo mercato nord-europeo.La Danimarca è stata infatti uno dei mercati che nel 2024, nonostante la complessa congiuntura internazionale, ha registrato un importante aumento delle vendite dei vini del Gallo Nero (+18,8% in volume, fonte: Maxidata). Thomas Ilkjaer (dell’ottima vendemmia 1971, come lui stesso scherzosamente definisce il suo anno di nascita nel curriculum vitae) è uno scrittore e wine educator danese. Vive a Copenhagen con la moglie e i suoi due figli. Dal 2005 lavora full-time nel settore del vino, gestendo direttamente la società di sua proprietà: Vinviden. Thomas è anche il co-fondatore della Vinakademiet (il braccio danese della Scandinavian Wine Academy), dove attualmente riveste il ruolo di direttore e insegnante principale.Ilkjaer ha cominciato a scrivere di vino nel lontano 1998 lavorando per testate diverse. Dal 2011 collabora con Politiken (il quotidiano danese più diffuso), dove ha la sua colonna sul vino. Fra i vari riconoscimenti conseguiti nel corso della sua carriera, ricordiamo il titolo danese di “Gran Maestro del Vino Italiano”, conseguito nel 1997; nel 2008 è stato uno dei tre finalisti del Premio Grandi Cru d’Italia “The Best Young Foreign Journalist of the Year” e nel marzo 2011 l’Ambasciata d’Italia aCopenhagen gli ha conferito il “Premio della Promozione dell’Italia” per la sua importante opera di educatore e comunicatore dei vini italiani. Ilkjaer ha conseguito il diploma WSET nel settembre del 2018.

Chi sono gli Ambasciatori del Chianti Classico

Grazie ad un’iniziativa lanciata nel 2017, sono stati nominati ad oggi dodici Ambasciatori ad Honorem del Gallo Nero. Ne ricordiamo i nomi (per ordine cronologico delle nomine) : Massimo Castellani e Daniele Cernilli per l’Italia, Jeffrey Porter per gli USA, Michael Godel e Michaela Morris per il Canada, Steven Spurrier per la Gran Bretagna (che ci ha purtroppo lasciato nel 2021), Jens Priewe per la Germania, Isao Miyajima per il Giappone, Jung Yong Cho per la Corea del Sud, Othmar Kiem per l’Austria, Christian Eder per la Svizzera e Sebastian Payne per la Gran Bretagna. Occorre sottolineare che il riconoscimento consegnato alla Leopolda si inserisce in un progetto più ampio, denominato “Chianti Classico Ambassador”. Si tratta di un’attività finalizzata alla creazione di una rete di Ambasciatori del Gallo Nero nei suoi principali mercati, lanciata dal Consorzio in Canada nel 2017 e ripetuta nel 2018 negli Stati Uniti, nel 2021 in Germania, nel 2022 in Inghilterra ed infine in Svezia, dove solo un mese fa, è stata nominata Ambasciatrice del Chianti Classico, Eva Dahlqvist, la prima donna a conquistare l’ambito riconoscimento. Eva, come tutti gli altri candidati, non “ad honorem”, ha dovuto dimostrare la sua conoscenza della denominazione attraverso un vero e proprio concorso in tre fasi: superando un test online, una degustazione bendata e, infine, conquistando il massimo punteggio all’esame orale. “Presidiando ogni anno i mercati del vino internazionali ci siamo resi conto di quanta conoscenza e affetto ci sia verso le nostre etichette da parte di un pubblico esperto e qualificato.” Afferma Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico. “Con questo progetto abbiamo voluto rendere merito a questi professionisti e al tempo stesso legittimarli a portare in alto la bandiera del Gallo Nero nei propri mercati di riferimento attraverso un progetto a loro dedicato, nella speranza che nei prossimi anni la squadra degli Ambassador si faccia sempre più numerosa. Quindi do un caloroso benvenuto a Thomas Ilkajer che già dal prossimo mese avrà l’occasione di presentare il Chianti Classico, come suo Ambasciatore ad honorem, a Copenhagen ed a Aahrus (3 e 5 marzo 2025)”.

Il Consorzio Olio Dop Chianti Classico compie mezzo secolo

E’ stato infatti costituito nel lontano febbraio del 1975 sulla scia dell’omonimo Consorzio di tutela del vino. Dal 2000(anno di riconoscimento della DOP per l’olio) valorizza e promuove l’olio del Gallo Nero, seguendo gli stessi criteri qualitativi che da 25 anni stabiliscono se un olio extravergine può fregiarsi della prestigiosa denominazione Chianti Classico DOP. Quest’anno decorrono infatti 5 lustri dalla nascita della prima DOP Olio toscana. Il Consorzio Olio DOP Chianti Classico assiste i produttori nel loro costante sforzo rivolto alla creazione di un prodotto che mantenga sempre alti livelli in quelle componenti che partecipano attivamente alla salvaguardia della nostra salute e regalano al prodotto profumi e sapori “unici ed identitari”. Caratterizzato prevalentemente da un gusto di fruttato, sentori di carciofo crudo, erba fresca, mandorla amara e gradevolmente piccante al palato, l’olio DOP Chianti Classico è frutto ed espressione del territorio in cui viene prodotto dai185 soci del Consorzio. L’attività del Consorzio Olio DOP Chianti Classico non si esaurisce però tra gli olivi e nei frantoi, ma allarga il suo raggio d’azione in altri ambiti, promuovendo l’extravergine del Gallo Nero attraverso eventi scientifici e divulgativi in giro per il mondo.A ciò si unisce un’attività di formazione, su temi utili alla crescita professionale, che durante l’anno trascorso ci ha visto realizzare seminari e attività formative nelle aziende. “A distanza di mezzo secolo dalla sua fondazione, il numero dei soci del Consorzio è cresciuto – ricorda il Presidente Gionni Pruneti - ma gli obiettivi che ci accomunano sono gli stessi di allora: proteggere l’olio che nasce da una regione altamente vocata e di rara bellezza e valorizzarne le caratteristiche identitarie legate ad un territorio unico, accompagnando gli olivicoltori nell’affrontare i mercati di tutto il mondo sotto l’insegna comune del Gallo Nero.”

L’Olio Dop 2024

L’andamento stagionale - I tre mesi invernali dell’annata 2024 sono stati caratterizzati da molti giorni in gennaio (21), in febbraio (18) e in marzo (12), in cui si sono riscontrate punte di temperature minime sotto i 5 gradi centigradi. La temperatura più bassa è stata registrata dalla capannina meteo piazzata in un’azienda agricola del Comune di Gaiole in Chianti, dove il 21 gennaio si è arrivati a -7,3°C. Si è così interrotta in questo anno la tendenza al ripetersi di inverni sempre meno freddi, con il risultato di constatare a primavera una riduzione concreta di popolazione svernante di mosca delle olive. In primavera le piogge, ben distribuite, sono state molto utili per creare nel terreno una riserva di acqua sufficiente ad affrontare il periodo estivo, senza impattare con il periodo della fioritura e della formazione dei frutti. Ciò che è accaduto durante l’inverno e l’inizio della primavera, ha permesso di impostare la stagione produttiva olivicola con cauto ottimismo da parte degli olivicoltori del Chianti Classico, facendo prefigurare un’annata finalmente positiva non soltanto per l’aspetto qualitativo, ma anche per quello quantitativo, ormai carente da alcuni anni. L’estate è decorsa calda e siccitosa. Dal 28 giugno al 26 agosto sono caduti a Gaiole solo 4 mm di pioggia, a Greve 19,2 mm. Le frequenti temperature massime, toccando picchi consecutivi oltre i 35 gradi centigradi, sono state fondamentali per rallentare o impedire la riproduzione e gli attacchi dei parassiti, mentre alcuni giorni di pioggia tra il 27 agosto e la metà di settembre sono stati molto utili, permettendo alle olive di cominciare a crescere in dimensione in modo regolare. Alcune aziende riscontrano produzioni medie a pianta tra i 12 e i 18 kg di olive, mentre la media toscana degli ultimi dieci anni si attesta sui 6-7 kg a pianta. La produzione - I frantoi hanno iniziato la lavorazione delle olive dal 10 ottobre, ma i picchi di attività si sono riscontrati tra il 7 e il 20 novembre.La stima della produzione di olio 2024 si attesta su un aumento del 30-40% rispetto alla produzione del 2023.Tutte le cinque varietà di olivo più importanti della nostra Denominazione hanno reagito in modo univoco alle vicende stagionali che abbiamo illustrato: Frantoio, Correggiolo, Leccio del Corno, Moraiolo e Leccino, pur nelle diverse epoche di maturazione che ciascuna presenta, hanno avuto ottimi rendimenti produttivi. Caratteristiche - Ancora è presto per offrire un panorama completo della qualità dell’Olio DOP Chianti Classico 2024, perché gli oli campionati per la nostra DOP sono cominciati ad arrivare in grande quantità solamente a partire dal 10 novembre. Dagli assaggi effettuati fino ad oggi, abbiamo riscontrato che gli oli di ottobre presentavano profumi e sapori riconducibili a sensazioni vegetali erbacee, freschi e leggeri e con piccante intenso al palato, mentre i primi campioni di novembre hanno assunto maggiore complessità sensoriale e aromaticità, esprimendosi anche con tonalità amare e piccanti più complesse e persistenti.Il 2024 ha visto la seconda annata di uscita in bottiglia di oli della varietà Leccio del Corno utilizzata in purezza come monocultivar DOP Chianti Classico. Avremo alcune aziende in più dello scorso anno che produrranno l’olio con questa antica cultivar del nostro territorio, recentemente valorizzata.È certo che la totale assenza di attacchi di mosca delle olive sta dimostrando che gli oli dei nostri Soci risultano essere tutti decisamente fruttati e compositi, con dati analitici di acidità ed indici di ossidazione bassissimi. L’attenzione consolidata a lavorare sempre le olive raccolte in giornata e i frantoi ormai tutti rinnovati e con frangiture effettuate in assenza di contatto con l’ossigeno, assicurano un prodotto in generale di grande qualità, durata nel tempo e alta affidabilità.

Marchesi Frescobaldi presenta all’Anteprima Chianti Classico Collection Tenuta Perano 2022: Chianti Classico bilanciato e delicato, fresco e sapido La nuova annata debutta sui mercati internazionali, portando con sé il carattere delle colline di Gaiole in Chianti. Gaiole in Chianti, novembre 2024 - Tenuta Perano, situata tra i paesaggi storici del Chianti Classico, rappresenta una delle eccellenze enologiche dell’azienda vitivinicola Marchesi Frescobaldi. Qui, a 500 metri sul livello del mare, i vigneti si sviluppano come un anfiteatro con esposizione a sud sudovest. L’insieme di altimetria, esposizione, configurazione e pendenza dei vigneti, rappresentano un’unicità qualitativa straordinaria, conferendo ai vini il caratteristico colore brillante, profumi fruttati intensi e grande struttura tannica, permeata di un’elegante vibrazione. È in questa cornice che nasce il Chianti Classico Tenuta Perano 2022, un vino dall’espressione inconfondibile, frutto dell’ottima annata che ha accompagnato la maturazione delle uve. Dopo un inverno ricco di precipitazioni e caratterizzato da mattinate gelide, l’aumento delle temperature primaverili ha favorito un germogliamento regolare e una fioritura perfetta tra il 5 e il 7 giugno. L’estate calda e soleggiata, con rinfrescanti piogge ad agosto, ha permesso alle uve di maturare in modo equilibrato, regalando profumi intensi e una piacevole morbidezza tannica. La vendemmia, iniziata il 18 settembre, ha rivelato una straordinaria complessità aromatica e una ricchezza tannica unica. Le uve raccolte manualmente sono state vinificate con una lunga macerazione per estrarre al meglio le sostanze polifenoliche. Successivamente, un periodo di maturazione di 12 mesi in barrique e acciaio ha arricchito il vino di delicati sentori terziari. Solo dopo un ulteriore periodo in bottiglia Tenuta Perano risulta pronto per i mercati internazionali. Tenuta Perano Chianti Classico 2022 si presenta con un colore rosso rubino intenso e limpido. Al naso, il bouquet fruttato richiama i frutti di bosco, il lampone, la mora e il mirtillo, arricchiti da un delicato sentore di visciola e note speziate di chiodo di garofano e pepe nero. In bocca è avvolgente, con una trama tannica fitta e vellutata, caratterizzato da una meravigliosa freschezza e sapidità, caratteristiche che rendono questo vino bilanciato e delicato.

Vecchie Terre di Montefili, arroccata sulle soleggiate colline tra Greve in Chianti e Panzano, rappresenta una delle realtà più interessanti del panorama vitivinicolo toscano. Fondata nel cuore del Chianti Classico nel 1975, e rilevata nel 2015 da Nicola Marzovilla, Frank Bynum e Tom Peck Jr., tre amici imprenditori statunitensi accomunati da una profonda passione per il territorio italiano, l'Azienda si distingue per un approccio innovativo e sostenibile alla produzione vinicola. Alla guida tecnica, l'enologa e agronoma Serena Gusmeri ha impresso un'impronta distintiva, valorizzando il Sangiovese e altre varietà con un'attenzione meticolosa alla biodiversità e alla sostenibilità. Un Terroir Unico per Vini di Prestigio La tenuta si estende per 12,5 ettari nel comune di Greve in Chianti, posizionandosi tra le Unità Geografiche Aggiuntive (UGA) di Panzano e Montefioralle. I suoli sono caratterizzati dalla presenza di tre differenti matrici geologiche – Pietraforte, Alberese e Argilliti Scistose – che conferiscono ai vini una straordinaria complessità minerale. A un'altitudine di 540 metri sul livello del mare, il microclima ventilato e le escursioni termiche favoriscono una maturazione ottimale delle uve, garantendo freschezza e longevità ai vini. L’Approccio Produttivo: Innovazione e Rispetto per l'Ambiente Vecchie Terre di Montefili adotta un modello produttivo orientato alla valorizzazione delle singole parcelle, vinificando separatamente ogni vigneto per esaltarne le peculiarità. Dal 1995, l'Azienda fa parte del Bio-distretto di Panzano, il primo in Italia, confermando il proprio impegno verso pratiche agricole sostenibili. Nel 2018, ad ulteriore supporto della visione aziendale, è stato avviato un progetto scientifico in collaborazione con Vitenova, per monitorare la biodiversità del suolo e valutare l'impatto delle attività agricole sull'ecosistema. Questa ricerca, basata sul campionamento della microfauna, flora e sull'analisi dei suoli, permette un'accurata gestione agronomica e una riduzione dell'intervento umano in vigna. L’obiettivo primario è infatti produrre vini che riflettano la vera essenza delle uve di ogni singola parcella, delle condizioni climatiche dell’annata e del suolo di appartenenza. Così facendo, si garantisce il rispetto del terroir d’origine, della natura e dei suoi elementi naturali, preservandoli per le future generazioni. Certicazione Diversity Ark: Un Modello di Sostenibilità Nel 2023, Vecchie Terre di Montefili ha ottenuto la certificazione Diversity Ark, un riconoscimento europeo che certifica la biodiversità aziendale attraverso rigorosi controlli ambientali. Le vigne dell’azienda, principalmente di uve Sangiovese, insieme a 1,4 ettari di Cabernet Sauvignon, sono coltivate con metodi assolutamente sostenibili. Oltre a garantire la salute dei suoli e delle colture, la certificazione prevede il divieto dell'uso di diserbanti e antiparassitari nocivi, nonché il monitoraggio della presenza di microplastiche nel terreno, una problematica sempre più rilevante nel settore agricolo. Vini di Carattere e Identità La produzione di Vecchie Terre di Montefili include etichette che si sono imposte nel panorama internazionale per la loro eleganza e profondità, in grado di riflettere l’essenza del Chianti Classico e il blasone dei Super Tuscan. • Chianti Classico DOCG: Fresco e raffinato, con tannini fini e ben integrati. Al palato emergono note di mirtillo rosso e ribes maturo, seguite da sentori di chiodi di garofano e spezie. Un vino equilibrato e accessibile, con un finale persistente. • Chianti Classico Gran Selezione DOCG: L'espressione più alta del Chianti Classico, ottenuto da una selezione delle migliori uve di Sangiovese. Un vino strutturato, elegante e complesso, con profumi intensi di ciliegia nera, spezie e tabacco dolce. In bocca, tannini setosi e una freschezza vibrante lo rendono un'esperienza sensoriale profonda e longeva. Chianti Classico Gran Selezione DOCG: L'espressione più alta del Chianti Classico, ottenuto da una selezione delle migliori uve di Sangiovese. Un vino strutturato, elegante e complesso, con profumi intensi di ciliegia nera, spezie e tabacco dolce. In bocca, tannini setosi e una freschezza vibrante lo rendono un'esperienza sensoriale profonda e longeva. • Vinea Vecchia Gran Selezione DOCG: Prodotto da vecchie viti di Sangiovese, questo vino esprime profondità e carattere, con note di frutti rossi maturi, terra umida e sottobosco. Strutturato e avvolgente, con tannini raffinati e un finale lungo e persistente. • Vinea Nel Bosco Gran Selezione DOCG: Un Sangiovese in purezza proveniente da una selezione in vigna, caratterizzato da aromi di ciliegie rosse mature, mirtillo rosso e albicocca, arricchiti da note di noce moscata, zenzero e prugna. Al palato, accessibile e fragrante, con tannini delicati e un finale vivace e prolungato. • Anfiteatro IGT Toscana: Un Sangiovese di grande struttura e complessità, coltivato nel vigneto storico della tenuta. Sentori di frutta rossa matura, pepe e tannini eleganti ne fanno un'espressione unica del terroir. • Bruno di Rocca IGT Toscana Cabernet Sauvignon: Un Super Tuscan che nasce dall'unione di Cabernet Sauvignon e Sangiovese, con note di frutti neri, spezie dolci e tabacco che si integrano armoniosamente in un profilo sensoriale ricco e avvolgente. Oltre alla produzione vinicola, Vecchie Terre di Monteli offre un'esperienza di accoglienza immersiva, pensata per valorizzare il legame tra vino, territorio e cultura toscana. La tenuta dispone di una terrazza panoramica, una sala degustazione e una cantina storica dove sono custodite le annate più prestigiose. Le visite guidate, disponibili tutto l'anno, permettono agli ospiti di esplorare il cuore del Chianti Classico e degustare i vini nel contesto unico in cui nascono.

Pieve di Campoli rinnova la sua partecipazione alla Chianti Classico Collection. Pieve di Campoli  presenta l’annata 2017 del Vin Santo del Chianti Classico Cortine DOCG, vino simbolo dell’azienda oleovinicola, storicamente legato alla Cattedrale di Santa Maria del Fiore, dove viene utilizzato nelle celebrazioni più solenni. Il Vin Santo del Chianti Classico Cortine DOCG è una fedele espressione della tradizione vitivinicola del territorio, prodotto solo nelle annate più favorevoli nel rispetto di un sapere e di una tradizione secolare. Le uve, selezionate e raccolte a mano, provengono esclusivamente dagli storici vigneti di Cortine, situati a Barberino Tavarnelle a un’altitudine compresa tra 300 e 370 metri. Dopo la vendemmia, i grappoli appassiscono naturalmente su graticci, raggiungendo la perfetta concentrazione zuccherina. Il mosto ottenuto viene poi trasferito in caratelli di rovere e castagno da 50 o 80 litri, dove affina per almeno 48 mesi, superando sempre i limiti temporali dettati dal disciplinare e sviluppando una straordinaria complessità aromatica. Il blend di Trebbiano Toscano e Malvasia conferisce al Vin Santo del Chianti Classico Cortine 2017 un profilo morbido e avvolgente, con una dolcezza armoniosa e una struttura equilibrata. Al naso si distinguono sentori di frutta secca, miele e note caramellate, con richiami a albicocca secca e dattero. Ancora oggi, le bottiglie vengono commercializzate solo dopo aver soddisfatto le esigenze liturgiche del Capitolo del Duomo di Firenze, consolidando il legame tra tradizione, eccellenza e culto. L’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Firenze (IDSC) è proprietario dell’azienda agricola Pieve di Campoli e si inserisce nel solco della tradizione dei preti contadini dell’Arcidiocesi di Firenze, che per anni sono stati punto di riferimento per la viticoltura del Chianti Classico.

I prodotti in degustazione alla Collection si dividono in due linee: Pieve di Campoli ( UGA San Casciano), sotto cui nascono il Chianti Classico Annata e Riserva, il Vin Santo e Cortine ( UGA San Donato), località dove è situata la cantina di vinificazione e la bottaia, da cui nascono i tre omonimi Chianti Classico Annata, Riserva e Gran Selezione e Il Canaiolo e il Vinsanto del Chianti Classico, che dopo essere cullato negli anni da caratelli da 50 oppure da 80 litri, alcuni di castagno ed alcuni di rovere, viene destinato alle celebrazioni liturgiche della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Pieve di Campoli nasce nel 1985 con l’intento di riunire in una sola unità produttiva alcune importanti realtà immobiliari e i terreni a vocazione agricola dell’Arcidiocesi di Firenze, in seguito alla nascita degli Istituti Diocesani con l’obiettivo di amministrare i benefici ecclesiastici finalizzando gli utili al sostentamento dei sacerdoti. L’azienda si trova nella provincia di Firenze, nella zona del Chianti Classico (UGA San Donato e San Casciano), e ha un’estensione di centinaia di ettari che si snodano attraverso i terreni di 7 comuni situati all’interno dei territori dei consorzi del Chianti e del Chianti Classico, con oltre 18.000 alberi di olivo che rendono l’azienda una delle realtà olivicole più grandi dell’area fiorentina.

A Chianti Classico Collection, Carus Vini, condotta da Guido Carissimo, ha avuto in degustazione Baldero 2020 (Chianti Classico Annata) (100% Sangiovese di cui solo il 30% passato in tonneau), Gaudio 2018 (Chianti Classico Gran Selezione, 90% Sangiovese di cui il 70% passato in tonneau e 10% di Cabernet Sauvignon passato in barrique), Terzona 2020 (IGT Toscana rosso – taglio bordolese con Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot). Carus si trova nel cuore del Chianti Classico fra San Casciano e Mercatale in val di Pesa, in uno dei migliori areali di produzione di questo splendido vino. L’azienda, che si estende per circa 26 ettari, di cui 13,5 dedicati alla produzione del vino e 4,5 a quelle dell’olio, affonda radici in un terroir che esalta non solo le caratteristiche del Chianti Classico, ma esprime una vocazione spiccata per vitigni come il Syrah, il Merlot e il Cabernet Sauvignon. Un territorio che l’azienda ha deciso di tutelare fino in fondo, adottando scelte di produzione ecosostenibili e biologiche. Carus abbraccia l’innovazione con Jamin UnderWaterWines, la prima società italiana pioniere del cantinamento subacqueo dei vini, per presentare UWW BALDERO CHIANTI CLASSICO DOCG 2019, il primo Chianti Classico affinato sott’acqua nel mare. In una prima fase, iniziata a fine 2023, il progetto ha previsto l’immersione di 40 bottiglie di Baldero Chianti Classico DOCG 2019, immerse a largo delle coste di Portofino, che ha confermato la validità del processo di affinamento in mare, unico e altamente sostenibile, in grado di caratterizzarne l’affinamento. Il processo dona al vino una complessità e un’eleganza verso sentori terziari tipici di lunga maturazione che convergono in una armoniosa complessità degustativa. In autunno 2024, è stato immerso un lotto di circa 500 bottiglie che resteranno in profondità per circa 12 mesi. Il vino sarà quindi disponibile in autunno 2025. Ad oggi, 5,5 ettari di vigna sono stati progressivamente sostituiti con nuovi vigneti che entreranno in produzione dal 2019. Le vigne si trovano a un’altezza da circa 170 a 300 metri sul livello del mare. I vitigni presenti in azienda permettono una vendemmia distribuita nella stagione partendo dallo Shyraz e dal Merlot, passando al Sangiovese e finendo con il Cabernet Sauvignon. Il sistema di allevamento è sia a cordone che a Guyot, la densità di coltivazione è di 3.500 – 5.000 piante per ettaro a seconda della zona e del vitigno. Dal momento che la vigna impiega diversi anni per raggiungere la sua maturità qualitativa, cerchiamo di sostituire le singole piante – che per vari motivi cessano di produrre – senza dover ricorrere a sradicare interi vigneti. Questo implica un notevole lavoro di identificazione delle piante, il loro estirpamento e la singola sostituzione come fanno i migliori vigneron francesi. La zona è prettamente collinare caratterizzata da terreni moderatamente argillosi e ricchi di scheletro. Le diverse esposizioni permettono di ottenere una complessità organolettica particolare nelle uve dedicate alla produzione di vini eccellenti. Il clima è continentale con inverni anche rigidi sotto 0° C e temperature estive che possono superare i 40°C, e una temperatura media annuale di 14,5° C. In media le precipitazioni annue sono di 900 mm prevalentemente nel periodo ottobre – aprile. Tra le attività più interessanti effettuate da Carus Vini c’è il Trekking per scoprire il territorio del Chianti Classico tra i paesi di Mercatale Val di Pesa, Montefiridolfi e Bargino – Calzaiolo. Date tutti i venerdì dal 18 aprile al 26 settembre 2025 Registrazione: preavviso minimo di 48 ore presso shop@carusvini.it con versamento caparra. Numero di partecipanti minimo: 4, altrimenti “tour privato”. Costo: € 40 / persona inclusa la degustazione con spuntino. Tour privato € 160 (fino a 4 persone) inclusa la degustazione con spuntino. Include Trekking con una guida ambientale certificata di 2 o 4 ore, Degustazione di 3 vini con spuntino alla fine del percorso. Tra le altre attività c’è Astronomi in vigna realizzata in collaborazione con AstronomItaly, alla scoperta delle stelle e i pianeti del nostro sistema solare nel buio della nostra valle. Date: venerdì 20 giugno, sabato 12 luglio e venerdì 29 agosto. La serata sarà così organizzata: Un’ora prima del tramonto attività “enoica” con Visita della cantina, Degustazione, “spuntino”, Un’ora dopo il tramonto, osservazione astronomica con un astronomo dell’associazione “Astronomitaly”. Il costo è di € 50 a persona. Uno sconto speciale per i vini eventualmente comprati al termine della serata.