Chianti classico Gallo Nero festeggia i 100 anni con un Manifesto di sostenibilità
Sostenibilità e identità territoriale: sono le parole chiave alla base del Manifesto di sostenibilità lanciato dal Consorzio del Chianti classico, il più antico d'Italia che festeggia quest’anno i 100 anni dalla sua fondazione
Furono 33 i lungimiranti viticoltori che diedero vita al Consorzio Chianti Classico per promuovere e proteggere il prodotto e il territorio chiantigiano e al tempo stesso accompagnare i produttori nei processi di valorizzazione e promozione. Esattamente a un secolo di distanza il Consorzio Chianti Classico, che oggi riunisce 500 aziende, guarda al futuro della denominazione e alle sue tipicità lanciando il 'Manifesto di sostenibilità', un elenco di 57 regole di indirizzo e criteri chiamati ad ispirare l'azione dei viticoltori. La presentazione è avvenuta nel Salone dei Cinquecento di palazzo Vecchio alla presenza delle Istituzioni pubbliche e del Gotha del vino italiano ed internazionale. E’ stata proprio la direttrice del Consorzio Carlotta Gori, avvocato ed esperta del disciplinare nei minimi dettagli, ad introdurre i lavori insieme al Presidente Giovanni Manetti davanti ad una platea illustrissima e attentissima alle sfide del settore. Tra essi i rappresentati delle Denominazioni e grandi vini del mondo: Champagne, Borgogna, Porto e Douro, Oregon e Barolo e alla presenza del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida."Abbiamo pensato ad uno strumento dedicato alla nostra realtà e al nostro territorio, un percorso cucito sul Chianti classico - ha spiegato la direttrice Carlotta Gori -. Ogni azienda poi troverà in queste regole il modo di costruirsi il proprio abito. Chiederemo, per accedere a questo percorso, di rispettare inizialmente almeno la metà degli indirizzi", che spaziano dagli aspetti della biodiversità alla sostenibilità declinata in senso ambientale, sociale e culturale. "Abbiamo atteso fino ad oggi ad affrontare, come Consorzio, il tema cosi attuale della sostenibilità, per potergli dare una caratterizzazione - ha sottolineato Giovanni Manetti, presidente del Consorzio -, un'identità specifica che fosse in grado di evidenziare ed esaltare i caratteri distintivi della nostra denominazione e del suo territorio di produzione. Un manifesto che siamo certi i nostri viticoltori accoglieranno e renderanno vivo e attivo". Il documento propone 57 regole d’indirizzo con l’intento di ridurre l’impatto ambientale tramite una gestione del territorio, delle superfici produttive e dei boschi, volta a preservarne le caratteristiche, le potenzialità, il paesaggio e la biodiversità, e di valorizzare la crescita e l’affermazione delle risorse sociali e culturali del territorio. Regole tra le quali i viticoltori sceglieranno quelle che maggiormente si adattano alle loro caratteristiche, alla loro identità, ai loro programmi, tenendo conto dell’invito del Consorzio a rispettarne almeno la metà e poi, secondo un piano stabilito, di aggiungerne altre. Il lavoro del Consorzio include “elementi innovativi” ispirati dallo studio del paesaggio culturale del Chianti Classico avviato nel 2018 dalla Fondazione della tutela del territorio Chianti Classico per la candidatura Unesco. Il territorio del Chianti Classico è per il 62% boschivo, mentre il 52% della superficie vitata è biologica e moltissime sono le aziende in conversione. Il 75% delle Cantine conta meno di dieci ettari di vigneto, e la medesima percentuale di viticoltori imbottiglia direttamente il proprio prodotto. Lo studio per il riconoscimento Unesco de “Il sistema delle Ville Fattorie nel Chianti Classico” ha svelato ben 341 siti storici protetti, e oltre 100 ville fattorie. Negli ultimi 50 anni il 74% del territorio è stato preservato dalle trasformazioni rimanendo invariato, e solo il 4% è stato oggetto di antropizzazione. Il Manifesto di Sostenibilità del Chianti Classico propone, infatti, una corposa serie di regole con l’intento di ridurre l’impatto ambientale, tramite una gestione del territorio, delle superfici produttive e dei boschi, volta a preservarne le caratteristiche, le potenzialità, il paesaggio e la biodiversità, e di valorizzare la crescita e l’affermazione delle risorse sociali e culturali di questo territorio unico al mondo. Le regole d’indirizzo sono numerose, ambiziose e distintive della denominazione e del suo territorio. Il lavoro del Consorzio include elementi innovativi ispirati dallo studio del paesaggio culturale del Chianti Classico avviato nel 2018 dalla Fondazione della Tutela del Territorio Chianti Classico per la candidatura Unesco, che ha contributo ad esaltare i tanti volti di questo territorio che lo arricchiscono, che accompagnano la produzione del vino Chianti Classico e da sempre impegnano le aziende oltre alla viticoltura. Molte sono le iniziative per il Centenario, a partire da quelle di impronta storica, come la mostra “Chianti Classico Century”, presentata in anteprima alla Chianti Classico Collection, che ripercorre questi primi cento anni del Consorzio attraverso il pensiero dei suoi 19 Presidenti, e il libro “Sulle tracce del Gallo Nero” a firma di Daniele Cernilli in collaborazione con Paolo De Cristofaro, per i tipi di Giunti, storica editrice fiorentina, presentato oggi alla stampa, prima dell’uscita in libreria. Il pubblico si è potuto unire ai festeggiamenti nei giorni immediatamente precedenti alla ricorrenza del 14 maggio, a Palazzo Uguccioni in piazza della Signoria a Firenze, che ospitò la prima sede degli uffici consortili e che è stato animato da un programma di eventi in chiave Centenario. Si sono svolti, infatti, nove appuntamenti aperti alla città di Firenze, tra cui cinque “incontri-abbinamento” con gli chef stellati della città, un inedito excursus storico in chiave rock “Back in Black…Rooster” e due appuntamenti con le giovani promesse del Chianti Classico, i produttori under 40, “Giovani Galli Neri”. Il Centenario è un’occasione di racconto corale a cui si uniscono anche le voci di circa 170 soci, che si presentano in brevi reel sui social media durante tutto il 2024, per dare un volto e una storia personale a ciascuna etichetta. Ad arricchire la narrazione parteciperanno anche figure di spicco del mondo del vino con il progetto “100 voices for Chianti Classico”, rivolto principalmente ai mercati stranieri, i cui principali attori prenderanno la parola per condividere un aneddoto, un loro ricordo del nostro vino e del suo territorio. L’immagine del Consorzio è stata impreziosita da un nuovo logo disegnato per l’occasione, che contraddistingue tutte le iniziative e i materiali, e una campagna pubblicitaria che raccoglie gli scatti di quasi 200 soci. Anche le manifestazioni quest’anno sono caratterizzate da una grafica dedicata, un vero e proprio excursus storico nella storia degli eventi Consortili. Inoltre è stato pubblicato un libro che racconta i 100 anni del Consorzio Chianti Classico dal titolo “Sulle tracce del Gallo Nero” di Daniele Cernilli. “Non si tratta di un libro celebrativo ma vuole essere un lungo racconto che parte dalla battaglia di Montaperti del 1260 fino ad arrivare ai giorni nostri” ha spiegato Daniele Cernilli, aggiungendo che “ovviamente la storia del Consorzio e dei personaggi che ne sono stati artefici, ma è anche la storia del simbolo, di quel Gallo Nero che, unico nel suo genere, ha caratterizzato il Chianti Classico fin dai suoi esordi, esattamente 100 anni fa”. “È stato un onore e soprattutto un grande divertimento poter lavorare su fonti di prima mano – ha aggiunto Paolo De Cristofaro – una documentazione straordinaria, da cui emerge una volta di più tutta la modernità e la lungimiranza di questo territorio e dei suoi protagonisti”. Il volume di 256 pagine è edito da Giunti Editore ed è arricchito da due inserti fotografici a colori di 16 e di 24 pagine. Tradotto anche in inglese, sarà distribuito nelle librerie a partire dal 22 maggio. Cinquantasette regole, per tenere insieme sostenibilità ambientale, sociale e culturale, per preservare paesaggio ed identità andando oltre le norne ed i vincoli già esistenti», come hanno spiegato i vertici del Consorzio. Qualche esempio delle nuove regole? Avere oltre il 20% del terreno che tuteli la biodiversità, con piante che attirino gli insetti, conservare gli edifici della prima metà del Novecento anche se non vincolati perché parte integrante del tessuto che una volta era mezzadrile, usare vetro riciclato per le bottiglie, incrementareil riutilizzo dell’acqua e l'economia circolare, ridurre l’impronta carbonica della propria azienda, stimolare l’utilizzo di personale e fornitori residenti nel Chianti. Durante la serata di gala svoltasi al Teatro della Pergola curata da Guido Guidi erano presenti i rappresentati del Consorzio Chianti Classico e anche quelle famiglie che sono stati tra i fondatori del Consorzio stesso. Molte le casate storiche e fondatrici del Consorzio quali Francesco, Marco e Giovanni Ricasoli Firidolfi (quest'ultimo Capitano generale della Lega del Chianti) Marchesi Frescobaldi, Marchesi Antinori, Marchesi Mazzei, Principe Corsini, Conte Capponi.