Cop27, accordo mondiale sul clima: fondo per Paesi vulnerabili, contenimento del riscaldamento globale a 1,5 C. Onu e Ue deluse

Sì all'accordo dopo diverse ore di ritardo: riduzione delle emissioni di gas serra, conferma agli impegni di Glasgow e il taglio delle emissioni del 43% al 2030. Nessuno stop ai combustibili fossili

L'accordo alla Cop27 è stato trovato: quello che fino a ieri mattina sabato 19 novembre sembrava una chimera adesso è realtà. Il documento finale siglato a Sharm el-Sheikh in Egitto verte in particolare su due temi: la decarbonizzazione e il taglio delle emissioni di gas serra) e sui loss and damage, ossia i ristori delle perdite e dei danni nei paesi più vulnerabili. Salvato il contenimento del riscaldamento globale a 1,5 C. Un accordo però che come anticipato alla viglia, non soddisfa Ue e Onu. L'Unione Europea in particolare ha espresso "delusione" per la "mancanza di ambizione". Nelle ultime ore sono andate in scena anche delle proteste da parte degli attivisti per il clima.

Cop27, accordo mondiale sul clima. Ma Onu e Ue restano deluse

La novità è rappresentata dal fondo per i Paesi in via di sviluppo vulnerabili, aiutati dagli Stati che più hanno contribuito al riscaldamento globale. Ma come dimostra la conferenza finale di Sharm trascinatasi oltre la data di chiusura ufficiale, non è stato facile arrivare ad un accordo su questo. Sul fondo l'Ue ha avuto meglio, dato che sin dall'inizio si è dibattuto su questioni finanziarie e solo la fermezza dell'Unione Europea ha fatto sì che non si arrivasse ad una rottura.

Nell'ultima bozza di documento finale della Cop27, viene mantenuto il target di 1,5 gradi riconoscendo però necessario un taglio delle emissioni del 43% al 2030 rispetto al 2019. Gli Stati si dovranno impegnare riguardo la decarbonizzazione entro la Cop28 del 2023 e si ribadiscono gli impegni di Glasgow per la riduzione della produzione elettrica a carbone e delle emissioni di metano. Viene riconosciuto il ruolo decisivo delle rinnovabili, anche se non ci sono impegni per la riduzione dei combustibili fossili. 

Nella giornata di ieri, l'Ue col delegato Timmermans dichiarava: "Vogliamo una buona decisione, ma è meglio avere nessuna decisione, piuttosto che avere una cattiva decisione. Crediamo ancora che una buona decisione sia raggiungibile, ma tutti i partner devono lavorare molto duramente per renderla possibile. E una buona decisione significa che rimaniamo in pista per mantenere vivo il target di 1,5 gradi. Non vogliamo che 1,5 gradi celsius muoia qui, chiedere questo è assolutamente inaccettabile".

Per Luca Bergamaschi, del think tank italiano sul clima la nuova bozza "riafferma gli impegni di Glasgow, con l'aggiunta del riconoscimento delle rinnovabili. È la prima volta che le fonti pulite entrano nel documento di una Cop, come l'anno scorso era entrato il carbone per la prima volta. In compenso, manca ancora qualsiasi impegno per la riduzione dei combustibili fossili". L'ambientalista indiano Harjeet Singh invece spiega: "Questa Cop porta un buon risultato sui loss and damage. Ma si sarebbe potuto molto fare di più sull'uscita dai combustibili fossili".