Greta Thunberg colpisce ancora: "Se il mondo non rinuncia alla propria libertà e non si consegna alle dittature, allora è fascista"

Per il burattino della finanza globale, “lottare contro i cambiamenti climatici” implica intolleranza verso tutto ciò che comporta una scelta: o le cose si fanno come dice lei, dal clima alla politica, dall'alimentazione alla moda, dalla famiglia al sesso (gender), o si è dalla parte sbagliata della storia.

Greta Thunberg, il burattino della finanza globalizzata, firma un intervento, ovviamente scritto da altri, in cui spara la solita propaganda demente: vergognati occidente (vergognati Italia), se non combatti i cambiamenti climatici sei fascista. Dove per fascismo si intende vietare tutto quello che non piace a lei (a loro, i climatisti, i progressisti). Per esempio proibire a un giornalista l'ingresso all'Università che, come dice qualche vecchia rincitrullita dai senili ardori movimentisti, “è dei collettivi di sinistra”. Nel fascismo da combattere ci sta di tutto, se attingi alla filiera alimentare mediterranea, italiana, le paste, gli oli, i vini, le carni della cucina povera ma saporita, sei fascista; se organizzi sfilate di moda, secondo comparto commerciale nazionale, sei fascista; se non cambi alfabeto, se non adotti le vocali rovesciate o gli asterischi, insomma il lessico dei disagiati, sei fascista. Anche crescere in una famiglia banale, madre padre e figli, è inconcepibilmente fascista e, per logico collegamento, nel fascismo ci sta pure la fobia gender che se mai è una mania e si declina come segue: anche nel sesso, tutto ciò che si può immaginare si può fare e dunque che si faccia. Come modificare la crescita naturale di un bambino, bombardarlo di ormoni o di teorie sconclusionate e pericolose, convincerlo che i suoi caratteri sessuali sono irrilevanti, abituarlo all'indecisione a vita, su tutto, al capriccio che si impone sul dato di realtà.

C'è chi tutto questo lo chiama Agenda 2030, chi Grande Reset, lasciamo stare i complottoni ma che questa Greta sia un burattino dai fili pesanti, e dorati fili, è evidente se le isteriche smanie di questa trascurabile entità vengono rilanciate dalle agenzie internazionali: “Greta a Stoccolma sfila contro i cambiamenti climatici, il fascismo e l'omofobia”. Lei da sola? Come quando si accucciava come un cane davanti al Parlamento svedese e chi passava scuoteva la testa compatendola? O con gli adepti del venerdì senza scuola? Nessuno, forse solo i lettori di Repubblica, può credere a “l'ultimo libro di Greta”, per dire scritto da una in pratica analfabeta visto che fatica a concludere la scuola dell'obbligo, certo però che quello che le mettono in bocca è agghiacciante: “La risposta alla domanda se dovremmo concentrarci sul cambiamento dei singoli o del sistema è che non ci può essere l'uno senza l'altro. Abbiamo bisogno di entrambi. Risolvere la crisi climatica non è un compito che può essere lasciato agli individui e nemmeno al mercato. Per mantenerci in linea con i nostri obiettivi climatici - e quindi scongiurare i rischi peggiori di innescare una catastrofe - dobbiamo modificare per intero le nostre società”. Se non è l'uomo nuovo questo!, l'uomo nuovo, l'ordine nuovo vagheggiato da tutte le ideologie autoritarie e totalitarie.

Chi la muove, Greta, chi la foraggia si sa: sono gli gnomi della finanza “verde”, le eredi Getty, i Soros, i proprietari di imperi pseudoambientalisti come Dale Vince, i Bill Gates che, saturato il mercato globale di dispositivi, si è buttato su qualsiasi altra cosa, dai vaccini alle carni “sintetiche” e l'Unione lo foraggia pur essendo egli assai più ricco dell'Unione Europa. Paradossi perfettamente logici nella fase della transizione mentale per cui ogni cosa vale, anche la più strampalata, anzi più è strampalata e meglio è. Così che la ragazzina di pezza può dichiarare, non contraddetta: l'individuo non conta, va riscritto, l'unica soluzione, per ogni cosa, è lo stato. È, né più né meno, il comunismo applicato, ha ragione a notarlo Nicola Porro. Ed è l'esperimento sociale condotto in Italia nei 30 mesi di pandemia, un esperimento che ha sorprendentemente attecchito. Le emergenze passano, le ridefinizioni sociali, mentali restano e si aggiornano in nuove emergenze: se non c'è più quella sanitaria si passa a quella energetica, climatica, bellica, poi magari si ricomincia con un nuovo virus.

Chi l'ha messo in circolo l'ultimo? Da dove proviene? Meglio non dirlo! Così come meglio non dire e in ogni caso conta poco che ad inquinare per il 65% sia la Cina del Partito Unico, del dittatore a vita Xi, dove la propagandista Greta non si sogna di andare: a fare cosa, se già applicano la ricetta che mettono in bocca a lei? L'occidente è finito ed è immorale, dice Xi, pretendete di farci prediche morali ma che siete infimi lo dicono i vostri movimenti radicali, ispirati alla nostra ideologia: il Black Lives Matter, il Metoo, il gretinismo che dice: vergognati Italia, ma l'Italia, che cinese ancora non è anche se ben avviata lungo la via della Seta tracciata dai Prodi, i D'Alema, i Napolitano, i Mattarella, i Conte, a mezzo Speranza, emette CO2, che agente inquinante tecnicamente non è, per lo 0.9%; l'Europa intera non arriva al 10%, gli Stati Uniti dove ancora vige la libera ricerca affidata alla libera iniziativa e al mercato abbassano costantemente il livello di emissioni. Solo i paesi totalitari se ne fottono. Ma l'Unione Europea, nata teoricamente per costituire una alternativa, non è mai stata una entità coesa, i singoli stati hanno sempre fatto, potendolo, corsa a sé e la Germania, che ne è la sostanziale tenutaria, dopo avere obbligato l'intera istituzione a dipendere da Putin, si mette oggi in mano proprio a Xi. Ai cinesi. Cosa abbia mai risolto questa Unione, a parte gli stipendi e i privilegi di una pletora di burocrati e di falliti, nessuno lo ha mai capito in 30 anni; perché si debba continuare a farne parte, anche questo nessuno riesce a spiegarlo, ma la nuova presidente del Consiglio, definita “di estrema destra”, dice: vogliamo contare di più in Europa, che è come dire: ci vuole più Europa, magari un po' diversa ma di più. Auguri a lei e specialmente a noi tutti.

Dice questa Europa degli affari loschi, dei conflitti d'interesse giganteschi con trafficanti, dittatori e colossi farmaceutici: i bambini vanno rieducati sessualmente, vanno resi fluidi, mai puniti ma incentivati, anche quando sparano in faccia a una professoressa, come a Rovigo, o danno fuoco alla scuola, bisogna invitarli a “un tavolo”. Sì, e magari analizzare le seguenti, esistenziali questioni: che cosa è la sinistra? Dove va il PD italiano? Lo smalto per gli infanti dell'asilo giallo paglierino o verde transizione? Dice poi questa Europa che non c'è: le tradizioni dei singoli vanno paesi cancellate, i singoli stessi, come individui, vanno omologati, per tutti zuppa di cimici che è buonissima, il latte di scarafaggi nutriente, quanto ai vestiti, si scivola progressivamente verso le divise d'ordinanza come in Corea del Nord. O non è forse vero che l'Unione ha appena detto che le modelle inquinano sfilando, che chi produce nuove collezioni si pone fuori dalla sostenibilità? Greta intanto, a forza di accusare quei potenti cui concede udienza, di farsi sponsorizzare dalle multinazionali energivore e inquinatrici che maledice, è già diventata milionaria a meno di 20 senza saper fare un cazzo e senza neppure prendersi il disturbo di andare a scuola. Ma lei può “vedere la CO2 sui palazzi” e invece che in un reparto di igiene mentale la portano dal papa e dai capi di stato. Così vanno le cose, così devono andare nel pazzo mondo, pazzo e inquinato, soprattutto dai deliri di questi burattini globalizzati che, per sommo paradosso, dicono: se il mondo non annulla le proprie libertà, le proprie individualità, se non si consegna alla dittatura statalista, allora è fascista.