PLEF - Planet Life Economy Foundation - la strategia per il 2022

Il presidente Paolo Mamo delinea gli impegni da affrontare nel prossimo futuro

Green Economy

PLEF - Planet Life Economy Foundation è una libera Associazione senza scopo di lucro che, dal 2003, si occupa di dare concretezza ai principi della Sostenibilità al fine di includerli nelle dinamiche gestionali dell'impresa (strategie, competitività, valore aggiunto, finanza, ecc.) facendo attenzione alle reali aspettative dei cittadini/consumatori (qualità di vita, emozione, piacere, soddisfazione). PLEF promuove la realizzazione di un nuovo modello economico e sociale (Renaissance Economy) che evolve l'attuale in via di degenerazione (Financial Capitalism) in grado di creare vero Valore (economico, sociale, ambientale, umano) e occupazione, superando le tesi contrapposte della Crescita o della Decrescita. Dal 2013 è membro del Consiglio Nazionale della Green Economy, struttura consultativa dei Ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico. Dal 2016 è membro dell’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile, nata per far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile e per mobilitarla allo scopo di realizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Intervista al presidente di PLEF, Paolo Mamo

Durante l'appuntamento proposto dal Consiglio direttivo il 26 gennaio, trasmesso online sul sito dell'Associazione, il presidente Paolo Mamo ha dato le prime evidenze del preconsuntivo dell'anno appena concluso e ha voluto delineare gli impegni da affrontare nel prossimo futuro.

"L’anno appena trascorso è stato, come tutti sanno, un anno complicato per tutti, istituzioni, imprese, cittadini. Lo è stato, evidentemente, anche per la nostra Associazione" ha esordito il presidente. "All’inizio del 2021 serbavamo la speranza che l’anno avrebbe via via cancellato, o meglio fatto superare più o meno naturalmente l’emergenza pandemica. Non è stato così e, anche se i dati sembrano indicare una curva discendente, non ne siamo ancora fuori, né materialmente, né psicologicamente.
Alcune attività ed iniziative che pensavamo di lanciare o portare avanti hanno incontrato molte maggiori difficoltà. 
Nonostante tutto, abbiamo più di un motivo di soddisfazione. Colgo l'occasione per sottolineare la dedizione, l’attivismo e la competenza del Past-President, Emanuele Plata."

Il 2021 in sintesi

"Ad Aprile si è insediato il nuovo Consiglio che si è dato obiettivi ed attribuito compiti che globalmente hanno generato progetti estremamente interessanti in diversi ambiti e che danno i loro frutti in termini di presenza attiva e puntuale nel mondo della sostenibilità ed in termini di aumento della visibilità. Il bilancio di esercizio 2021 si accinge a chiudere in pareggio (come è richiesto alle no-profit) e si attesta su un “gestito” tra i 70 e gli 80mila euro".

Il programma del 2022

"Il 2022 si presenta come un anno che i francesi definiscono “cerniera” per Plef. Vi è un’indubbia e necessaria crescita che ci aspetta in termini di organizzazione, visibilità, proposition. E’ il mondo circostante che ce lo chiede ed è l’unica condizione che garantisca un senso alla nostra attività in un contesto in cui la transizione ecologica, la transizione digitale, l’attuazione del PNRR, l’avanzamento verso gli SDGs identificati dalle Nazioni Unite richiedono sforzi ingenti da organizzazioni strutturate e un sempre maggiore affiancamento a imprese, organizzazioni territoriali, cittadini per avere le chance di successo di cui il mondo ha assoluto bisogno".

Gli aspetti chiave

"In questi mesi ho posto al consiglio di Plef alcuni punti che costituiscono, a mio avviso, degli aspetti chiave della nostra identità e della nostra offerta e che vorrei riproporre all’insieme dei nostri soci come spunto di riflessione e affinché possano generare alcune linee per il nostro futuro. Ve li indico per punti sottolineando che il giudizio e il contributo di ciascuno sarà essenziale nell’elaborazione di un nostro piano strategico e di azione".

  • Occorre parlare quotidianamente alla Società Civile e coinvorgerne gli stake-holder nei nostri processi.
  • Occorre ricercare nei giovani, dentro e fuori la nostra organizzazione, la nostra opportunità centrale di futuro, non solamente per motivi anagrafici, ma perché i giovani possono guidarci più correttamente nella strada dello sviluppo sostenibile e di un’economia positiva che costituisce la loro unica e urgente prospettiva. Quindi i giovani debbono essere il cuore della nostra forza e della nostra visione.
  • Occorre individuare delle aree di azione prioritarie e degli obiettivi concreti che avvicinino cittadini, istituzioni e su tematiche chiare e comunemente sentite (verde in città, qualità e conciliazione vita/lavoro, questione di genere, welfare, bambini, sostegno scolastico e DAD, ecc.).
  • Occorre ampliare il dibattito sul rapporto, più controverso di quanto appare a prima vista, tra transizione ecologica e transizione digitale (p.es. quanto comporta quest’ultima in termini di inquinamento e di esclusione sociale…).
  • Occorre scongiurare il rischio di essere autoreferenziali, andando costantemente verso altre organizzazioni che si muovono nel nostro stesso ambito, promuovendo il confronto e lo scambio in una logica di sostenibilità “open-source”e di continue alleanze.
  • Sarebbe interessante elaborare un indice di qualità della vita basato sull’esperienza dei singoli cittadini, prima ancora delle comunità e delle organizzazioni, per poi rimontare verso di loro avendo conoscenza dei veri bisogni e delle vere priorità.
  • Sarebbe quindi interessante contribuire a costruire un sistema di obiettivi e kpi per territorio, quartiere, organizzazione.