Saipem all’OMC Med Energy Conference: la tecnologia che può salvare gli oceani

OIE: la prima tecnologia progettata e realizzata da Saipem per bloccare uno sversamento incontrollato di petrolio grazie alla robotica subacquea

Ha preso il via ieri al Pala De Andrè di Ravenna, l’edizione 2021 di OMC, Offshore Mediterranean Conference, da quest’anno diventata Med Energy Conference.

Visitare gli stand degli espositori rende evidente un fatto: le sfide della transizione energetica e quella tecnologica sono intrinsecamente interconnesse. La tecnologia infatti non solo è un supporto fondamentale nello sviluppo di infrastrutture in grado di accogliere nuovi vettori energetici, ma può evitare disastri ambientali. Molti forse ricordano quello che è stato immediatamente considerato il più grave disastro ambientale nella storia degli Stati Uniti: la perdita di petrolio dalla piattaforma Deepwater Horizon nelle acque del Golfo del Messico.

L’incidente è accaduto ormai nel 2010, ma i suoi riverberi sono stati molto più lunghi, i danni incalcolabili. Ma oggi saremmo capaci di evitare un disastro di così grande portata?

A venirci in soccorso può essere la sofisticata tecnologia della robotica subacquea. Per capire meglio di cosa si tratta può essere molto formativo visitare all’OMC lo stand di Saipem, piattaforma tecnologica e di ingegneria avanzata per la progettazione, la realizzazione e l'esercizio di infrastrutture e impianti complessi.

Lo stand permette un’esperienza ‘interattiva’ attraverso simulatore di una control room che ci invita a testare di persona le possibilità della robotica residente.

Il visitatore si inoltra così nei fondali comandando un drone sottomarino, tecnologie altamente avanzate per l’assistenza alle operazioni sui fondali, siano esse di ispezione, sorveglianza o manutenzione, ma anche per gli interventi di emergenza e primo soccorso, come nel caso del sistema subacqueo fornito proprio da Saipem con l’azienda italiana Drass per il soccorso di sommergibili della Marina Militare Italiana. Con il drone si attraversa virtualmente il fondale fino ad arrivare a OIE (Offset Installation Equipment), l’unica tecnologia esistente al mondo in grado di bloccare lo sversamento incontrollato di un pozzo petrolifero. Il drone, nella simulazione, dovrà andare a muovere la valvola sull’OIE per arrestare definitivamente la perdita di idrocarburi.

Il simulatore è una replica della control room dell’azienda presente presso il proprio hub di Trieste, città che insieme a Marghera costituisce un vero e proprio distretto internazionale dedicato alla robotica subacquea.

Proprio qui infatti Saipem, dopo aver vinto una gara internazionale, ha progettato e realizzato OIE per il consorzio Osrl e qui la tecnologia viene stoccata e sottoposta a una manutenzione continua ma sempre pronta ad essere suddivisa in moduli per essere spedita, tramite nave o aereo, a bloccare lo sversamento di un pozzo petrolifero e prevenire un disastro ambientale.   

La tecnologia è stata testata con successo nell’Alto Adriatico.  OIE, che funziona come se fosse una mongolfiera subacquea, consente di installare il “tappo” e le relative attrezzature ausiliarie rimanendo a una distanza di sicurezza dal punto di intervento. OIE infatti ha un raggio d’azione di 500 metri, può essere impiegato in acque di profondità da 75 a 600 metri e operato dalla superficie tramite l’utilizzo di robot sottomarini a comando remoto.

A concludere la simulazione una frase incoraggiante: “Complimenti! Hai salvato l’oceano”. Una frase che emblematicamente ci ricorda come l’innovazione possa essere il volano per la grande sfida della transizione energetica ma al contempo che tutti noi siamo chiamati a fare la nostra parte.