Opi Lombardia: "Per San Raffaele regole certe per reclutamento etico degli infermieri"
'In particolare se provenienti dall'estero - Le notizie che riguardano l’azienda ospedaliera, al centro di un’indagine di Regione Lombardia, ci conferma che questa è l’unica strada perseguibile'
Roma, 9 dic. (Adnkronos Salute) - "Da tempo, come Coordinamento regionale degli Ordini delle professioni infermieristiche, congiuntamente alla Federazione nazionale, sosteniamo la necessità di un reclutamento etico degli infermieri, in special modo se provenienti dall'estero. Le notizie di attualità che stanno riguardano l’azienda ospedaliera San Raffaele di Milano, al momento al centro di un’indagine avviata dalla Regione Lombardia, ci conferma che questa è l’unica strada perseguibile". Così l'Opi Lombardia in una nota in merito alle segnalazioni di criticità emerse ieri riguardanti l'ospedale San Raffaele di Milano.
"Pur riconoscendo il problema, globale, della carenza infermieristica, si devono prevedere regole certe in termini di formazione e iscrizione all’Ordine per tutti i professionisti che entrino in contatto con i pazienti - fanno sapere dall'Ordine delle professioni infermieristiche della Lombardia - Non dobbiamo dimenticare che il nostro primo impegno è nei confronti del cittadino. L'Ordine è un ente sussidiario previsto dallo Stato voluto per garantire e certificare la qualità dell'esercizio professionale. Se un infermiere è iscritto all'Albo significa che può assistere e rispondere con competenza ai bisogni di salute delle persone. Questi criteri devono valere in tutti i luoghi in cui operano gli infermieri: strutture del Servizio sanitario nazionale, sanità privata, Rsa, cooperative, servizi esternalizzati e anche per chi esercita in partita Iva. L’aderenza agli standard professionali non può dipendere dal datore di lavoro o dal modello organizzativo: chi esercita come infermiere deve essere pienamente qualificato e regolarmente iscritto all’Albo, a tutela del cittadino e della qualità dell’assistenza".
"Occorre quindi definire quanto prima modalità e percorsi chiari anche per evitare episodi gravi come quelli registrati in queste ore e scongiurare ulteriori rischi legati all’esercizio temporaneo in deroga (previsto ancora fino al 2027) dei professionisti sanitari con qualifiche professionali acquisite all’estero. Argomento rispetto al quale - conclude la nota - la Federazione nazionale ha promosso numerosi testi emendativi nel corso del tempo".