Si annuncia una impennata di cancri nei prossimi 25 anni: 30 milioni di nuovi casi di cui 18 letali. Indotti da cosa?
Adesso tutti i mammasantissima che ci hanno chiuso, forzato, straziato ammettono che “non era necessario”, “fu sbagliato”, “io non l'avrei fatto”. Però l'hanno fatto e più il disastro viene riconosciuto e più sono pronti a rifarlo.
La ineffabile quando indefinibile comunità scientifica annuncia (lo riprende ADN Kronos) una impennata di cancri nei prossimi 25 anni: 30 milioni di nuovi casi di cui 18 letali. Una buona, una ottima notizia per l'agenda del WEF che punta a sfoltire un po' la popolazione e anche per il giro globale della farmaceutica più o meno vaccinale, se non che si ha cura di omettere qualsiasi parvenza di causa per una ecatombe annunciata tanto sorprendente: il riscaldamento globale? Il bicchiere di vino a tavola? Le destre sovraniste? Vedi caso, l'aumento inevitabile delle autodistruzioni dei corpi così come annunciato coincide con l'introduzione di un certo rimedio sperimentale alla più recente pandemia da laboratorio; vedi caso, il vaccino del quale i nostri virologi asini giuravano e spergiuravano la assoluta efficacia non meno che salubrità, si è rivelato nel giro di pochissimi anni la pozione malefica e venefica di cui si temeva, e che molti hanno potuto sperimentare sulla propria pelle (chi scrive tra questi). Ma, sordi ad ogni decenza e resipiscenza, insistono tutti nel consigliare, alla maniera mafiosa, una proposta che non si può rifiutare, gli stessi preparati, solo resi più micidiali. In America i presunti fanatici come kennedy hanno smantellato le organizzazioni mafiose della sanità pubblica e dei farmaci, hanno messo ai vertici scienziati di fama mondiale più equilibrati e meno corrosi, per quanto se ne sa, da conflitti d'interesse e corruttele, e in modo più prudente procedono nelle campagne vaccinali: non le negano, ma raccomandano cautela specie per le donne gravide, per certe categorie di anziani, per i cardiopatici. Un modo responsabile di agire che poi è l'unico accettabile da parte di uno Stato in una democrazia formalmente di diritto.
In Italia si continua a procedere a galoppo di mandria nella oscena commistione fra pubblicità commerciale, propaganda ideologica e scienza presunta. L'informazione di regime, che è tale per il 99%, si adegua e si adegua volentieri, procede nelle sue omertà senza scrupoli. Ecco come un quotidiano nazionale dà la notizia della morte fulminea di un adolescente fino a poco prima in piena, ottima salute: "Forza Matteo" e un disegno stilizzato di un tennista. Questo ha scritto il campione Jannik Sinner sul cappellino che gli ha fatto recapitare. Matteo Tomasello, originario di Tombolo (Padova) di forza ce ne ha messa tanta, tutta, ma purtroppo il tumore cerebrale diagnosticato 20 mesi fa ha avuto il sopravvento: alle 22 di domenica scorsa, nella divisione di Oncoematologia pediatrica di Padova, la sua vita si è fermata a 17 anni per sempre. Assolutamente troppo presto, ma per l'intensità con cui li ha vissuti è come fossero trascorsi decenni, nonostante l'addio alla vita quando si sta affacciando, sia sempre profondamente ingiusto ed innaturale. Non è una sconfitta perchè Matteo, studente al quarto anno del liceo artistico Michele Fanoli di Cittadella, ha sempre dato tutto, fatto il massimo, donato il meglio di sé anche in questo tragico momento. Ha donato le cornee. Altro non era possibile. Figlio unico, Matteo è forza per mamma Marica Morandini di 48 anni impiegata alla Ipc Tools di Villa del Conte e papà Nicola, 50 anni, titolare di un'impresa di serramenti, abitanti ad Onara di Tombolo. Stanno affrontando uno dei dolori più profondi che una persona possa provare, proprio con l'energia che Matteo ha sempre avuto e che lui dava a loro anche in questi mesi. «Se mi vedeva piangere mi diceva che così non lo aiutavo – racconta la mamma». «Non sapeva che la diagnosi era molto grave – raccontano i genitori –. Lui non si è mai lamentato, ha affrontato i ricoveri, le sedute di radio e chemioterapia con tenacia e dava lui sostegno a noi. Non ci ha mai fatto pesare quello che stava passando».
Non è una cosa seria. Il sentimentalismo sgangherato copre tutto, la cronaca patetica travolte ogni parvenza di notizia: non si riferisce delle possibili origini, cause, del decorso per cui uno di 17 anni in poche settimane di cancro al cervello si sbriciola, si polverizza al punto che solo le cornee si salvano. Tutto questo pare normale? Non merita una indagine giornalistica, non merita almeno un paio di domande secche, precise? E le domande sono le solite: si era vaccinato questo ragazzino? Quante volte? Con quali vaccini? Come si è sviluppata la malattia, da quando, come mai è risultata “turbo” e incurabile? Quanti sono i casi “turbo” da quattro anni e secondo quale curva statistica? Davvero possiamo escludere serenamente, al punto di neppure prenderla in considerazione, la eventuale correlazione? Dicono sempre, ripetono sempre che “i vaccini hanno salvato 20 milioni di persone”, cifra tonda, ma quante possibilmente ne hanno condannate si omette di precisarlo, le proporzioni non ci sono o si tengono coperte: è la prova del diavolo, dimostrami che è stato quello. Ma a dimostrarlo ormai sono milioni e milioni di coincidenze al punto che la cifra delle vittime pare ragionevolmente decuplicata; intanto, la impalpabile comunità scientifica si spinge a ipotizzare misteriosamente 30 milioni di nuovi malati, i due terzi dei quali condannati. Se non è strage globale totale questa, se non è olocausto! Adesso tutti i mammasantissima che ci hanno chiuso, forzato, straziato dicono, ammettono uno dopo l'altro che “non era necessario”, “fu sbagliato”, “io non l'avrei fatto”. Però l'hanno fatto, tutti e tutti insieme e la cosa allucinante è che più il disastro e doloso disastro viene riconosciuto e più sono pronti a rifarlo. Peggiore, se possibile.