Italia boccia l'OMS: "Grazie, ma il telecomando della sanità ce lo teniamo noi"

Roma strappa la pagella all’OMS: niente promozione, troppa voglia di comandare. Tedros ci resta male: “Non volevamo potere”. Certo, come no

L’Italia dice “ciaone” all’OMS e ai suoi emendamenti pandemici. Con una letterina degna di una disdetta della palestra sotto casa, il Ministro della Salute Schillaci ha notificato ufficialmente il rifiuto di aderire alle modifiche del Regolamento Sanitario Internazionale (IHR 2005). Quelle pensate, sulla carta, per “coordinare meglio” la prossima emergenza sanitaria globale. Tradotto: più poteri all’OMS, meno voce in capitolo agli Stati.

«Non ce ne voglia, caro Tedros, ma qui da noi le emergenze si gestiscono con conferenze stampa notturne, grafici incomprensibili e direttive contraddittorie. Abbiamo una tradizione da rispettare», sembra dire tra le righe il Governo italiano, che ha preferito conservare il brivido dell’autogestione invece di cedere anche un solo comma di sovranità a Ginevra.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, gran cerimoniere dell’OMS, ha risposto con espressione tra il deluso e l’offeso: «Non vogliamo potere». Solo un po’ di “discrezionalità” qua e là, qualche “raccomandazione vincolante”, e magari la possibilità di suggerire un lockdown globale in caso di raffreddore sospetto. Ma tranquilli eh, tutto in nome della cooperazione.

«L’OMS è imparziale», ha detto serissimo. Come un arbitro di Champions che fischia solo da una parte.

Nel frattempo, l’Italia si sfila educatamente dalla grande alleanza sanitaria globale, come chi lascia un’assemblea di condominio prima che inizi la rissa. Con un gesto semplice: una lettera. Firmata, timbrata e inviata. A dimostrare che, almeno su carta, non abbiamo ancora perso del tutto la testa.

Di Aldo Luigi Mancusi