Sindrome morte improvvisa del lattante, il 78,3% dei neonati morti tra il 1990 e il 2019 si è verificato entro 7 giorni dalla vaccinazione - LO STUDIO VAERS
Lo studio ha rilevato una correlazione statistica positiva tra i tassi di mortalità infantile nei paesi ad alto reddito e il numero di dosi vaccinali somministrate ai neonati. Secondo gli autori, “all’aumentare del numero di vaccini somministrati ai bambini aumentava anche il tasso di mortalità infantile”.
Uno studio condotto sul sistema statunitense di sorveglianza degli eventi avversi da vaccino (VAERS) ha analizzato i casi di sindrome di morte improvvisa del lattante (SIDS) riportati tra il 1990 e il 2019. Il 78,3% dei decessi si è verificato entro 7 giorni dalla vaccinazione. Questo dato ha riacceso l’attenzione su una possibile connessione tra numero di dosi somministrate nei primi mesi di vita e tassi di mortalità infantile.
Sindrome morte improvvisa del lattante, il 78,3% dei neonati morti tra il 1990 e il 2019 si è verificato entro 7 giorni dalla vaccinazione - LO STUDIO VAERS
Una recente analisi condotta da Neil Z. Miller sui dati del Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) ha rivelato che il 78,3% delle morti improvvise infantili riportate tra il 1990 e il 2019 è avvenuto entro 7 giorni dalla vaccinazione. Questo dato ha sollevato interrogativi all’interno della comunità scientifica e dell’opinione pubblica, riaprendo il dibattito sulla sicurezza delle vaccinazioni infantili e sulle loro possibili implicazioni nei casi di SIDS (Sindrome della morte improvvisa del lattante).
Parallelamente, uno studio condotto da Steele e colleghi ha rilevato una correlazione statistica positiva tra i tassi di mortalità infantile nei paesi ad alto reddito e il numero di dosi vaccinali somministrate ai neonati. Secondo gli autori, “all’aumentare del numero di vaccini somministrati ai bambini aumentava anche il tasso di mortalità infantile”.
Le evidenze emerse confermano quanto già suggerito da una ricerca del 2011, secondo cui i paesi con programmi vaccinali più intensivi tendono ad avere anche maggiori tassi di mortalità infantile. Gli stessi ricercatori hanno replicato i loro risultati in studi successivi, consolidando l’ipotesi che un eccessivo carico vaccinale possa incidere negativamente sulla salute neonatale.
Uno studio del 2018 pubblicato da Health Affairs ha inoltre mostrato che negli Stati Uniti la mortalità ha cominciato a salire in modo sproporzionato rispetto ad altri paesi ricchi a partire dagli anni ’80, lo stesso periodo in cui è stato registrato un incremento significativo delle vaccinazioni pediatriche.
Un’altra area di studio riguarda la capacità dei neonati di metabolizzare gli eccipienti e gli adiuvanti contenuti nei vaccini. Studi recenti evidenziano che la carenza enzimatica, come quella relativa ai citocromi P450, può ridurre la capacità dei neonati di detossificare tali sostanze, aumentando il rischio di reazioni avverse anche fatali.
Il team di ricercatori ha esaminato approfonditamente la letteratura scientifica, i dati farmacogenetici e gli studi epidemiologici per valutare l’effetto degli enzimi immaturi del citocromo P450 sui processi metabolici legati ai vaccini e le conseguenze sulla sicurezza, con particolare attenzione alla SIDS.
Secondo questa linea di ricerca, i vaccini che attivano il sistema immunitario sistemico potrebbero causare immunodeficienza nei neonati, temporaneamente compromettendo il sistema immunitario innato e ostacolando la capacità di reagire normalmente a comuni agenti patogeni. In alcuni casi, sostengono gli studiosi, l’esposizione a ingredienti tossici nei vaccini potrebbe indurre “uno stato anomalo, rendendo i neonati vulnerabili a infezioni che i bambini sani potrebbero facilmente superare”.
Il dottor Edward J. Steele, co-autore dello studio, afferma: “Abbiamo bisogno di un approccio più sicuro, mirato e rispettoso della fisiologia immunitaria infantile”.