7 procure vigilano sulla vigile attesa di Speranza & c. Servirà? Forse no, ma è significativo questo eterno ritorno di una richiesta di verità
Certo, questa non è l'America (di Trump), ma se le denunce delle vittime e dei parenti trovano puntuali sbocchi giudiziari , vuol dire almeno che una residua parvenza di giustizia, di esigenza di giustizia sussiste.
Quindi avevano ragione Silvana De Mari, Giuseppe De Donno e tutti i medici radiati, annientati: tachipirina e vigile attesa non salvavano, uccidevano o almeno così credono sette procure, non una, sette, concentrate su quella di Roma che ha aperto un fascicolo a seguito di denuncia per omicidio colposo supportat da opportuni riscontri peritali e da non meno di 150 fonti informative legate alla cronaca, da parte di nove familiari di vittime, tre delle quali decedute, a seguito di cure inappropriate: il famigerato protocollo “tachipirina e vigile attesa”, subito denunciato come esiziale dai suddetti medici fatti fuori, quello, per intendersi, che l'ex ministro Speranza avrebbe poi avuto la faccia di rinnegare, attribuendolo, in modo strampalato, ai “novax”. Come se i contrari al vaccino avessero potuto imporre linee guida istituzionali. La verità è che quel protocollo era stato imposto come Vangelo e peggio ancora il successivo feticcio vaccinale al prezzo di instaurare uno stato di terrore permamente: “Non bisogna dare notizie positive così possiamo confermare le restrizioni”, “ocorre tenere la gente nello spavento”: indicazioni fornite da Speranza, elementi usciti dall'inchiesta di Bergamo, perché i proscioglimenti dei ministri vanno che è un piacere, ma le loro parole li seguono e restano. Adesso Speranza, il vice Sileri (anche lui tra i denunciati insieme tra gli altri agli allora presidenti Aifa Palù e Mantoan, al direttore generale Magrini, al presidente dell'Ordine dei Medici Anelli) tornano all'attenione dei giudici e in sette procure torneranno ad occuparsi dell'altra faccia di una medaglia con soli lati sporchi: il vaccino violento da una parte, le cure sbagliate, ovvero le mancate cure, ovvero la morte o l'invalidità permanente dall'altra. Questo fu la pandemia all'italiana, che superò perfino la variante cinese quanto a brutalità repressiva e ottusa.
C'è speranza che questi vengano condannati, ovvero costretti a rendere ragione delle loro scelte? Sappiamo dove viviamo, sappiamo chi comanda davvero e non ci sentiamo di prevederlo e men che meno di sperarlo. Certo però che questi corsi e ricorsi storici delle loro responsabilità presunte alla lunga diventano inquietanti, testimoniano o di una persecuzione staliniana in tutti quelli che strenuamente cercarono di salvarci, o di una disperata abnegazione nel cercare di ricondurre alle rispettive responsabilità quanti cercarono, riuscendoci, di farci fuori. E a dirlo è uno che da venti mesi si cura un cancro e conseguenti postumi, uno che ha fatto collezione di colleghi nella sofferenza, che non sa più dove metterli i messagi, le lettere di quelli che gli scrivono. “Salve mi scuso del disturbo ho letto che lei come me ha affrontato il linfoma, io di hodgink, diagnosi agosto 2022, ero un quarto stadio e me ne sono accorta dopo un anno, vorrei dimostrare che è stato il vaccino visto che un mese dopo la seconda dose di pfizer, bevendo una birra batteva il collo in maniera molto forte, vorrei fare causa per danni da vaccino ma so che per i tumori il muro è invalicabile, poi per un comune mortale, ora mi vogliono togliere anche l'invalidità perché sono in remissione e ho sviluppato la fibromialgia e forse altre malattie autoimmuni per le cure molto forti, facevo tornei di tennis di quarta terza categoria prima di questa storia, ora una vita distrutta, so a chi dare la colpa, ma dubito che riuscirò a dimostrarlo mai, mi scuso se mi sono dilungata, era per condividere con qualcuno che può comprendere, grazie”.
“Carissimo Max, qualcuno ha girato di nuovo la clessidra di R. Ogni volta, questa è la quarta, direi che c'è meno sabbia, ma ancora ce n'è e questo è ciò che conta, perlomeno per noi. Lui la clessidra non la immagina nemmeno. Ad ogni risveglio della mattina probabilmente pensa che superare la giornata precedente sia stato un dono. Non c'è scampo da un mieloma e un linfoma plasmablastico innestati sull'Hiv. Due dosi Pfizer per poter continuare a servire i clienti in un locale di un centro commerciale di Roma. Nonostante le nostre raccomandazioni di non cedere. È andata così e dalla diagnosi di settembre del 2023 viviamo tutti un tempo sospeso. Perché alla fine è questo che rimpiangiamo tutti, il tempo. Auguri”.
Hanno ragione queste lettrici, dimostrare il vaccino come causa è pressoché impossibile proprio perché certo, evidente; se tale oggettività scientifica venisse confermata in giudizio, lo Stato italiano potrebbe appendere ai suoi confini, ammesso che ancora ne esistano, cartelli con su scritto: chiuso per fallimento, contandoci noi lesionati o parenti di deceduti a milioni. E che la malignità di questi vaccini sia conclamata è il segreto di Pulcinella, che le procure indaghino o meno, che i tribunali arrivino a una sentenza giusta o meno. Uno che conosco bene, un ottantenne in splendida salute, ha perso totalmente l'udito dopo tre dosi: problemi neurologici innescati dai vaccini che hanno inciso sul sistema nervoso oltre a favorire una violenta psoriasi conseguente alla distruzione del sistema immunitario. Diagnosi precise, nette, che si debbono o a un medico mentitore e incapace o a un medico che sa quello che dice e non ha paura a riferirlo. Ma l'omertà di troppi altri medici sui cento morti “improvvisi” al giorno non può bastare a nascondere la strage e le sue cause: sono stati contati oltre mille studi scientifici ufficiali che dimostrano la letalità del vaccino Covid. In Italia, come mi riferiscono sempre più sanitari, questi studi non passano come non passano i convegni sugli effetti avversi,, ma nel resto del mondo sì e i parassiti che rubavano i tavolini all'aperto ai “novax” hanno assai meno peso, vuoi perché nel resto del mondo non esiste un partito nefasto come il PD, vuoi perché non c'è stato un regime condiviso da tutti, vuoi perchè altrove hanno i pazzoidi come Trump che però spazzano via la propaganda criminale senza bisogno di fumogene commissioni Covid. In fondo, l'unica pena che possiamo sperare in chi ci ha stritolati è questo rincorrersi delle inchieste, questo ritrovarsi ciclicamente sotto schiaffo, anche questo nostro patetico insistere, da giornalisti kamikaze, sperando che, seppure non ne sortirà alcuna giustizia, ttutto possa almeno provocare il logorio che mina, che ammala, un po' come quello nostro, di cittadini ingannati, di plebe umiliata, di vittime senza colpa.