Anche i provax muoiono, anzi soprattutto loro, però è meglio non farci caso come è meglio tacere sul fatto che le assicurazioni considerano i vaccini farmaci ad alto rischio e negano i risarcimenti

il sistema stragistico è fatto di tante irresponsabilità, politiche, sanitarie, mediatiche, che fra loro si proteggono anche pensando al prossimo abominio. E alla tecnologia del controllo che migliora sempre.

Tra le evidenze rimosse della strage vaccinale non solo le morti improvvise, non tanto improvvise e non solo le statistiche con le esplosioni di tutte le patologie da 4 anni a questa parte, quanto la contabilità macabra ma precisa dei fanatici vaccinisti non più tra noi, salutati col cinismo degli spietati: “spiaze”, e gli screenshot del prima e del dopo, da una parte le antiche invettive, gli insulti, i sarcasmi contro i “novax”, dall'altra il volantino funebre. Una pratica alla quale non indulgo, forse perché la dimensione della malattia ha maturato in me un altro approccio, ma che in quanto paziente oncologico non mi sento neppure di condannare: diciamo che me ne disinteresso, che ne resto fuori, certo che la protervia era troppa, quell'augurare i campi di concentramento o le peggiori disgrazie, risoltosi in karma, come dicono i cinici scambiandolo con la Nemesi greca, può giustificare certa acrimonia vendicativa. Comunque anche questi cascano a centinaia e ci vuole un fanatismo a prova di vaccino per negare il rapporto di causa effetto: non si capisce perché se ti avveleni con un cibo o u trattamento estetico e ci lasci le penne non hai dubbi mentre col vaccino dalle tossicità riconosciute ragionare diventa delittuoso, eretico. Ma tutto serve, oltre che nella prospettiva di nuove pandemie e nuovi affari sanitari, anche per negare i giusti risarcimenti per correlazioni incontestabili. Un caso di cui non si parla è il seguente: “"Dopo il ricovero in ospedale legato al Covid rifiutò di essere intubato. Ma fu sottoposto, contro la sua volontà a cure paliative e morì". È quanto afferma l'avvocato Carlo Taormina che ha chiesto di riaprire le indagini sul caso di Luciano Pederzoli, morto il 29 marzo 2022 all'ospedale fiorentino di Careggi con le accuse di omicidio volontario aggravato. Punta il dito su sei sanitari per aver provocato la morte del paziente "mediante trattamenti sanitari eutanasici non richiesti, abusando dei poteri inerenti al pubblico servizio esercitato con uso di sostanze dall'effetto venefico e approfittando così circostanze di tempo, luogo e pena tale da ostacolare la privata difesa". La morte di Pederzoli, insieme ad altri decessi legati al Covid, avvenuti negli ospedali e nelle Rsa nella provincia di Firenze, nel corso della prima e seconda ondata di pandemia, era stata oggetto di indagine da parte della Procura per presunte inefficienze nella gestione del virus. Nel marzo scorso, il gip del tribunale di Firenze aveva archiviato la maggior parte delle inchieste, su richiesta della stessa procura, reputando impossibile la difesa di fronte a una malattia sconosciuta. Lo stesso gip aveva imposto la riapertura delle indagini per soli tre casi, ritenuti meritevoli di approfondimento perché non legati alla pandemia ma alla gestione dei pazienti”.

È un'Ansa dello scorso settembre, a me l'ha girata la vedova, Maria Grazia Evangelista: “Nell'elenco dei vessati dovrei starci anch'io”: senza dubbio ed è per questo che ne parlo. Dite che sono cose diverse, situazioni diverse? No, tutto si tiene: in Francia una compagnia assicurativa ha rifiutato di pagare la famiglia di un anziano morto dopo il vaccino mRNA perché, letteralmente, era un "farmaco sperimentale" e gli effetti letali erano noti, per cui la morte è considerata "suicidio". Ovviamente altre compagnie nel Regno Unito e in America si sono subito regolate di conseguenza seguendo l'esempio. L'elisir di lunga vita che si rivela come un farmaco a rischio, se non certezza, di autodistruzione. Medici, virologi, puttane, fact checker ce l'hanno tenuto nascosto, ce l'hanno negato per anni e adesso le assicurazioni ci trattano come l'ex ministro Speranza: peggio per te che ci hai creduto, hai firmato la liberatoria, che altro vuoi?

Loro la liberatoria l'hanno firmata dalla coscienza ed è qualcosa che a pensarci non ci si crede ancora, non è semplice cinismo, è la totale estraneità ad ogni rimorso, a qualsiasi senso di colpa e perfino di responsabilità. Forse la rimozione generale che ancora regna sovrana parte da qui, dalla consapevolezza di avere scatenato un abominio troppo mostruoso per essere guardato in faccia. Sabato scorso ero ad Ancona, a parlare di vaccini e potere e c'era la solita brava gente di sempre, ingenua e poco informata come sempre, suggestionabile come sempre, che diceva le stesse cose di sempre da 5 anni: cosa ci hanno fatto, come abbiamo potuto subire, non dovrà succedere mai più. E invece sanno, sospettano che potrà succedere ancora e peggio di prima, cosa che io non manco mai di precisare, sapendo che non mi chiameranno più, perché un esordio è sempre, necessariamente, imperfetto per quanto orrendo ma le versioni successive sono fatalmente migliori; poi la tecnologia del controllo, basata sugli strumenti repressivi, migliora di anno in anno, di mese in mese e consente ciò che ieri era impensabile. Fedele alla regola dell'ultraliberismo tecnocratico: tutto ciò che si può fare si faccia, tanto lo sappiamo che chi inventa la barca inventa anche il naufragio e ad affogare sono sempre i miseri, le cavie. Non dovrà accadere mai più ma siamo sicuri che accadrà ancora: questo mi dicono, senza dirmelo, quelli che mi chiamano ed io vado a togliere le residue illusioni, vado a riferire che l'ingegneria genetica dei vaccini è come la tecnologia del controllo, galoppa instancabile e poi le assicurazioni negano i risarcimenti perché sapevi quello che ti iniettavi e se non lo sapevi peggio per te. Tanto possono riconoscere tutti gli effetti avversi, tutti i rapporti effettuali che vuoi ma nessuno, né Stato né compagnie private, caccerà mai un euro. Guai a riconoscere il precedente, si rischia l'effetto domino, finanziario e morale, che conduce al dissesto. Anche un altro lettore mi ha affidato il tragico caso della moglie, morta dopo il vaccino per il mio identico male: ha fatto causa, sta aspettando la sentenza che dovrebbe riconoscere un volta per tutte il nesso, è fiducioso, “vorrei fossi tu a parlarne”. Ed io non ho cuore di dirgli che non è il caso, che comunque vada non otterrà niente perché il sistema stragistico è fatto di tante irresponsabilità, politiche, sanitarie, mediatiche, che fra loro si proteggono pensando al prossimo abominio.