A che titolo Parisi dà lezioni di revisionismo sanitario? E perché nessuno ci trova niente di strano e tanto meno di sbagliato?
La deposizione in commissione Covid del Nobel in Fisica attende una spiegazione logica, tanto più che il suo intervento è stato di incredibile approssimazione: cifre sballate, ricostruzioni arbitrarie e personalissime. Ma nessuno si scomoda a correggerlo, neanche a destra.
Se qualcuno nutrisse ancora illusioni nella buona fede (o meglio dubbi sulla pessima fede) della sinistra repressiva, e, di riverbero, sulla commissione Covid da essa controllata, può toglierseli verificando l'audizione nella medesima commissione, non si sa a che titolo, del fisico Parisi. Un intervento zeppo di cifre lunari, di mistificazioni alla carlona: il lockdown che ha salvato il Paese da un'ecatombe di almeno settecentomila vittime e il resto lo hanno fatto i vaccini. Siamo oltre l'ideologia propagandistica, siamo alla strafottenza dell'approssimazione perché a Nembro, scelto da Parisi come elemento di paragone, i morti certificati furono il 2% in più e i coprifuoco si confermarono come totalmente velleitari e palesemente deleteri per la salute pubblica sia fisica che psichica. La distorsione è evidente anche in questo, che secondo Parisi non ha senso distinguere, ogni morto morì per Covid e le patologie pregresse, concomitanti, non rilevano; laddove nessun vaccino sarebbe risultato letale e ogni decesso post vaccinale andrebbe addebitato a patologie pregresse o concomitanti. La sinistra in blocco di fronte a simili enormità ha esultato all'unisono con Forza Italia, gridando alla “dimostrazione finalmente scientifica” ma con un atteggiamento privo di senso: come se un Fisico o un Archeologo avesse titolo per valutare la Nona di Beethoven.
La verità è che Parisi, il fisico che invitava a cuocere la pasta nell'acqua fredda, e a restare segregati in casa a disposizione del regime, non ha alcun titolo per valutare la disastrosa strategia pandemica e le sue asserzioni risultano implausibili alla luce delle controprove scientifiche accumulatesi in tempi non sospetti. Tanta pervicacia, nondimeno, torna utile per valutare l'atteggiamento di un potere incapace di ripensarsi, di assumersi precise responsabilità nei confronti dei cittadini che considera plebe da schiacciare: l'esultanza dei forzapiddì è oscena e minacciosa: la solita, immancabile Ronzulli coglie la palla al balzo e chiarisce chi comanda nella velleitaria commissione: “Da adesso in avanti si prosegua all'insegna della competenza e dell'autorevolezza senza dettami dall'anti scienza”. Ipse dixit! Come a dire adesso prendiamo in mano la faccenda noi e chi non si adegua può anche andarsene. Questi liberali berlusconiani che non esitano a pendere dalle labbra degli esperti comunisti! Come sempre, la presunta maggioranza ne esce in apparenza suonata, incapace di ristabilire una serietà, un principio di dignità e ragionevolezza. Ma è l'ennesima finzione, alla maggioranza meloniana sta benissimo che il lavoro sporco lo facciano le opposizioni, in esse il frondismo di Forza Italia, per la semplice ragione che la commissione nasce come fumo negli occhi e tale dovrà essere fino alla fine; è un lavacro annunciato, un abbraccio laido che si disvela ogni giorno di più. Sapendo che l'informazione la sostiene al 99%, che le voci contrarie sono deboli e inascoltate anche se si affannano coi riscontri certi, con i dati precisi. La commissione dall'esito scontato si nutre della comunicazione bugiarda per cui non è vero ciò che è vero ma ciò che si vuole emerga e lo si vuole con tutta l'arroganza del caso. Tutto in questi cinque anni è stato clamorosamente smentito: dall'origine naturale o casuale del virus all'efficacia dell'antivirus, dalla sensatezza dei protocolli a quella delle misure di contenimento, fino alla legittimità delle stesse, mentre continuano a morire a decine ogni giorno, di tutte le patologie riconducibili ai vaccini. La cosa allucinante è continuare a chiamare “improvvisi” i decessi nell'ordine dei cinquanta, forse cento al giorno, le cifre si ha cura di non divulgarle ma basta una rapida scorsa per le cronache locali da nord a sud; la cosa allucinante è scomodare le stesse vittime, se sopravvissute, finché sopravvissute, per propagandare esattamente ciò che le ha distrutte; la cosa ignobile è insistere con questo suicidio di massa indotto mentendo sull'impossibile.
È un caso unico su base planetaria: nessuno, neppure i regimi tribali africani più primitivi ha avuto l'improntitudine della sedicente democrazia italiana. Come una goccia di fogna in un mare che tenta di ripulirsi, e come sempre il gioco è chiarissimo: a questi balordi interessa solo di non perdere le rendite di posizione, rendite di un potere residuo o che potrebbe comunque tornare. E quando tornerà, l'Italia si scoprirà ancora una Corea del Nord sanitaria. Dicono: Dio ci mantenga Meloni che almeno un argine lo tiene. Scusate, quale argine? Meloni resta alla finestra oggi come ieri, le sue misure, come tutto in lei, sono trasformistiche, opportunistiche, il suo piano pandemico dice: in caso di pandemia torneremo a chiudere tutto ma per legge e la pandemia la decideremo noi. Sì, al governo pilatesco va benissimo che il gioco sporco continui a farlo l'opposizione, ma mai come in queste faccende regimesche la distinzione fra chi comanda e chi no risulta pretestuosa, illusoria per il cittadino plebe cui viene detto che a Nembro ci furono trenta, quaranta volte i morti che in effetti erano. E nessuno fa una piega.