LA SANITA’ A TUTELA DEI CITTADINI NEL RISPETTO DELLE NORME. UAP RINGRAZIA MILENA GABANELLI PER LA CHIAREZZA DEL SUO INTERVENTO

U.A.P., l’Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata, conta oltre 27.000 strutture sul territorio

L’U.A.P., l’Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata, che conta oltre 27.000 strutture sul territorio, esprime piena condivisione dei contenuti dell’articolo del 24 febbraio della Gabanelli sugli “esami in farmacia”, in quanto espressione di verità che fa chiarezza su quanto affermato da Federfarma nel comunicato stampa odierno.

L’inchiesta condotta da Milena Gabanelli nella rubrica "Dataroom" del Corriere della Sera del 24 febbraio, ha sollevato un tema di primaria importanza per la tutela della salute pubblica: l'affidabilità degli esami diagnostici eseguiti nelle farmacie italiane mediante dispositivi Point of Care Test (POCT). I dati riportati, basati su misurazioni oggettive e verificabili, evidenziano scostamenti significativi tra i risultati ottenuti in farmacia e quelli rilevati nei laboratori certificati. Di fronte a questi dati, la reazione di Federfarma appare più volta a difendere interessi di categoria che a rispondere nel merito alle criticità sollevate.

Si rileva, infatti, un tentativo di minimizzare le evidenze scientifiche a favore di un generico richiamo al ruolo delle farmacie nella sanità territoriale, ruolo che nessuno mette in discussione, purché svolto con la dovuta attenzione alla sicurezza e all’affidabilità diagnostica. Ed infatti, non è legittimo né opportuno il tentativo di estendere le prestazioni diagnostiche delle farmacie, senza il rispetto delle stringenti disposizioni del d.lgs 502 del 1992 e successive modifiche, recante i criteri per l'autorizzazione e l'accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private, incluse quelle diagnostiche. La salute dei cittadini non può essere subordinata a esigenze commerciali o di ampliamento dell’offerta di servizi senza adeguate garanzie di qualità e precisione.

L’assenza di rigorosi controlli e la mancanza di standard di qualità paragonabili a quelli dei laboratori accreditati pongono un serio problema di appropriatezza e di tutela per i pazienti. Riteniamo, pertanto, che la questione sollevata da Milena Gabanelli meriti un dibattito serio e approfondito, basato su dati e analisi scientifiche e non su rivendicazioni di categoria.

La sicurezza diagnostica non può essere materia di compromesso: è un diritto imprescindibile per tutti i cittadini e un dovere per chiunque operi nel settore della salute. Chiediamo quindi alle istituzioni competenti di avviare un’urgente verifica sulla qualità e l’attendibilità dei test diagnostici eseguiti nelle farmacie, affinché ogni prestazione offerta ai cittadini sia all’altezza degli standard richiesti per garantire diagnosi affidabili e decisioni cliniche appropriate. Auspichiamo che il giornalismo d’inchiesta continui a svolgere il ruolo di vigilanza e trasparenza, contribuendo a mantenere alta l’attenzione su questioni di primaria importanza per la salute pubblica.