Sanità, sotto l'albero di Natale chiusure delle imprese e licenziamenti dei dipendenti. Il rischio per la salute

È partita la campagna informativa promossa dall’U.A.P. – Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata – per avvisare i cittadini dei problemi che si verificheranno da gennaio a causa dell’entrata in vigore del nuovo Nomenclatore Tariffario, sia per gli ospedali pubblici che per le strutture sanitarie private

È partita nel Lazio già da una settimana una campagna informativa promossa dall’U.A.P. – Unione Nazionale Ambulatori,
Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata – per avvisare i cittadini dei problemi che si verificheranno da gennaio a causa
dell’entrata in vigore del nuovo Nomenclatore Tariffario, sia per gli ospedali pubblici che per le strutture sanitarie private
accreditate.


Questa campagna, voluta dalle 27.000 strutture sanitarie dislocate su tutto il territorio nazionale, serve per far capire ai
cittadini quello che sta accadendo sotto i propri occhi.


L’U.A.P. da circa 2 anni sta portando avanti una battaglia non strumentale o politica, ma volta a garantire la tutela del diritto
alla salute, per favorire una medicina di precisione che acceleri i percorsi diagnostici e salvi la salute di tante persone.
I tagli imposti agli ospedali pubblici e alle strutture private accreditate dal nuovo Nomenclatore Tariffario – al contrario –
proprio nel momento attuale in cui c’è maggior bisogno di investimenti e onestà intellettuale, aumenteranno le liste di attesa
e impediranno di curare con velocità le patologie gravi, quelle croniche e quelle tumorali, che necessitano di un’assistenza
immediata.


L’U.A.P. rimane a fianco dei cittadini e lotta per la tutela del diritto alla salute.


Non si possono applicare economie di scala nella gestione della salute della popolazione. Non si può tagliare il rimborso
del PSA da € 14,82 (tariffa ferma da 26 anni) a € 3,95, oppure ridurre il rimborso dell’esame del Toxoplasma, comprensivo
di eventuali IGG e IGM da € 23,37 a € 8,50, quindi un unico rimborso comprensivo di 3 esami (si consideri che questo esame è fondamentale per le donne in gravidanza), così come il citomegalovirus, comprensivo degli anticorpi IGG e IGM,
da € 24,92 a € 8,40 e l’esame BHCG da € 9,98 a € 3,55.


In sostanza, per tutte le indagini alle donne in gravidanza, è stato fatto un taglio di quasi il 70%.


Con questi tagli drastici come faranno gli ospedali pubblici e le strutture private a continuare ad erogare un servizio pubblico
essenziale?


E chi sarà a pagarne le conseguenze? TU! Perché a pagarne il prezzo saremo tutti noi italiani con la nostra salute.
Il Ministero afferma di avere inserito nuovi LEA, ma in realtà ha tagliato a 360° gli esami base necessari per le diagnosi
sullo stato di salute generale dei cittadini.


È evidente che tale taglio inciderà prevalentemente sulle regioni in piano di rientro, nel più totale disinteresse di tutti, visto
che i deficit economici degli ospedali pubblici verranno risanati dalle regioni, dal governo e da tutti noi.


Ma cosa c’è dietro?


Ad oggi tutto tace.