Gli italiani sono serviti. altre 8,5 milioni di dosi anticovid. E meno male che questo regime aveva promesso di andarci cauto...

"Consigli", ricatti e menzogne restano le stesse: oltre 8 milioni di vaccini che non vaccinano, la cui pericolosità è ormai indiscutibile e dimostrata nel mondo. Mentre Meloni si affida al vaccinista banchiere e alla baronessa siringa. E la commissione Covid imbarca Conte.

Un grande acquisto per la leggendaria commissione Covid: Conte, il premier di laboratorio, si unisce in extremis, per coprirsi meglio. Ai tempi del potere pensava che la gente si sarebbe ribellata per le angherie inflitte: “invece sopportavano tutto”. Di conseguenza hanno continuato, inasprendo fino ai livelli totalitari di Draghi, il banchiere inseguito dalla Meloni. L’attuale capo del governo si affida a quello che più di tutti ha mentito, garantendo un preparato mortifero. Di questo si dovrebbe parlare nella commissione, ma è proprio questo che non si sfiorerà mai, le commissioni servendo non a far luce ma a consacrare il torbido, per assolversi tutti insieme, in modo da poter fare peggio. Non è questione di zone rosse o di mascherine, ci arriviamo da soli e senza quadriglie alla totale pazzia di arginare una pandemia impedendo a un bambino di respirare; si dovrebbe se mai approfondire quello che dice, fra gli altri, l’oncologo, biologo e genetista canadese William Makis: “Stiamo vedendo ragazze e adolescenti vaccinate per frequentare l'università o il college, che si presentano con un cancro allo stadio 4 senza una storia familiare. Non abbiamo mai visto così tante giovani donne con un cancro terminale”. Da noi l’informazione da porcile riesce a parlare delle terapie ospedaliere di una stagionata soubrette, tale Gregoraci, senza specificare per cosa si sta curando. La ex di Briatore entra ed esce dagli ospedali, si fotografa piena di tubi, di flebo, e nessuno che spieghi di che soffre. Un capolavoro! L’informazione ignobile riferisce poi dell’improvviso cancro al seno di Sabrina Salerno, dimenticando il suo ruolo di testimonial vaccinale: “Mi sono fatta la terza dose”, con sfoggio di compatimento per i miscredenti. Due anni dopo ha un cancro, proprio come spiega Makis e come aveva profetizzato Montagnier. Anche la modella lodigiana Bianca Balti si è operata di un improvviso cancro ovarico al terzo stadio, ma tutti ad esaltare la prevenzione. Che, evidentemente, funziona poco se ogni giorno qualcuno si scopre un male improvviso e micidiale. “Non sento più le vene” dice la “Ely”, fornendo un indizio: anche a me, reduce da un linfoma post vaccinale, faticavano a trovare tratti liberi, tutto un buco, 150 punture fra esami, biopsie, chemioterapie.

C’è dell’incredibile in questo autolesionismo: più si scoprono ammalati e più coprono, glissano sulle correlazioni. Non uno col coraggio di domandarsi: ho fatto le tot dosi, chissà se c’entra qualcosa. Allevi, il pianista svagato, del quale dicono “ma è un puro”, afflitto da mieloma, ha scritto un libro per celebrare la sua condizione ma dove stanno i ripensamenti o almeno le perplessità sui trascorsi vaccinali? A sua parzialissima giustificazione, la totale aderenza di tutti gli altri cosiddetti vip, tutti dannatamente pieni di paura e di viltà. Lo capiscono che raccontare le cose come stanno significa salvare? Che ipotizzare un rapporto di causa effetto può aiutare molti tuttora in pericolo?

Perché mentre la commissione Covid inaugura i suoi minuetti, dal ministero arrivano le stesse raccomandazioni di tre anni fa: 8,4 milioni di dosi anticovid da somministrare, col ricatto non detto ma insistito, pesante, specie negli ospedali, ai vecchi e ai malati. Mentre il mondo scientifico scopre sempre più prove della letalità di questi vaccini che non sono vaccini, che restano pozioni spericolate, sprovviste di sperimentazioni adeguate, testate direttamente sul corpo di chi li subisce; mentre sempre più oncologi e genetisti spiegano come e perché questa tecnologia a rMNA si lega al DNA, lo sconvolge, fa impazzire le difese immunitarie, origina accidenti improvvisi o in forma accelerata, questo regime peggiore, perché più ipocrita, di chi l’ha preceduto torna ad una somministrazione cieca e usa l’informazione sovvenzionata dagli stessi produttori di queste mele velenose. Vaccini riconosciuti come non immunizzanti, inutili a fini di contenimento del virus, ma in fortissimo sospetto di rischio e grave rischio di salute e di vita, la cui sperimentazione resta aperta; e vengono tuttora proposti, agli studenti di medicina, agli ospedalieri, alle puerpere, agli infanti, agli anziani, via via allargandosi praticamente a tutti. E la nostra trasformista, dopo avere promesso che ci sarebbe andata cauta, si affida alla UE da cui tutto era partito, alla Baronessa Siringa, al banchiere bugiardo. Che bel cambiamento! Dicevano che non avrebbero più imposto niente a nessuno, ma questo modo irresponsabile di agire, questo uso spregiudicato della propaganda, come lo si vuole chiamare?

Alla incredibile omertà degli ammalati contro se stessi, si aggiunge quella dei sanitari redenti, ma sempre solo in camera caritatis: “Eh, oggi non lo prescriverei più”; “Eh, il vaccino lo fa”. Che si tratti di complicazioni cardiache, di cancri “turbo”, di sordità, retine che si sciolgono, psoriasi, malattie autoimmuni, di qualsiasi accidente possibile, “il vaccino lo fa”. Non lo sapevano all’inizio? Ma era impossibile che, da uomini di scienza, almeno non sospettassero. Eppure hanno condannato alla psicosi e alla rovina chiunque osasse chiedere qualche certezza e ragionata certezza in più. L’anno scorso il Perù ha dichiarato l’emergenza sanitaria in conseguenza dell’anomalo, spaventoso aumento di pazienti affetti da sindrome di Guillan Barrè, la paralisi della faccia che falcidia l’intera America Latina, correlata al vaccino contro il Covid ma da noi attribuita ai cambiamenti climatici, o allo stile di vita. Ecco, lo stile di vita, formula generica in cui ricomprendere qualsiasi comportamento, è il nuovo esorcismo dell’informazione propagandistica che vorrebbe trasformare gli esseri umani in automi da intelligenza artificiale; come se nel secolo scorso questo ineffabile stile di vita non fosse stato improntato ad abitudini assai meno salubri, con scarsissima sensibilità ambientale, meno attenzione all’inquinamento, maggiore propensione al fumo e alla dieta tossica, una abitudine alla prevenzione pressoché nulla. Ma la Sabrina Salerno, appena operata, non se ne dà per inteso e, anche lei, lungi dal riconoscersi un legame tra vaccino e cancro, invita a prevenirsi, a rigare dritto e perfino, in modo grottesco, a vaccinarsi. Se non è irresponsabilità questa! Da tre anni il mondo registra una allucinante crescita di malattie inspiegabili, di invalidi, di lesionati, di cadaveri, di incidenti per malori improvvisi, di folgorazioni di giovani, di atleti, di gente sanissima; i medici ammettono l’incidenza del vaccino a mezza bocca, gli scienziati la confermano con dovizia di argomenti scientifici, ma la rimozione è colossale e presenta accenti puerili se non patetici: il pregiudicato in fama di fotografo, Fabrizio Corona, ha una sincope e dice: “Mi sento 30 anni ma ne ho 50, ecco tutto”. Dopo una vita compulsiva, da cocainomane confesso, ha scoperto pure lui lo stile di vita. Dicono i cicisbei della commissione Covid: “Non siamo qui per punire, per giudicare nessuno”. Sì, questo lo abbiamo capito, ma almeno non ci si venga a dire di fidarsi, di cercare la purezza nel liquame, la trasparenza nel torbido condiviso.