Vietato sospettare la correlazione vaccini - malattie: anche se a riferirla sono i creatori dei vaccini. Ma insultare non serve
La casta virologa, di fronte alla misteriosa amiloidosi di Toscani, insorge: vigliacchi, sciacalli, i vaccini non c'entrano. Allora come spiegano una malattia simile in uno di 82 anni? E come mai non spiegano le migliaia e migliaia di patologie, tutte insorte dopo le dosi?
Bassetti, il virologo, chiama sciacalli e vigliacchi quanti, noi tra questi, mettono in correlazione il crollo del fotografo Toscani, affetto da amiloidosi, coi vaccini. A Bassetti non occorre rispondere, è ampiamente qualificato, ma alla casta virologa in genere una domanda va posta: allora come spiegano il dimagramento orrendo, 40 chili in un solo anno, di uno che vantava le sue innumerevoli dosi? C’è un intervento uscito nel 2022 Journal of the American Chemical Society (#JACS) dove si afferma che la proteina Spike prodotta da SARS-COV-2 (ma non solo...) può avere un ruolo importante nell'amiloidogenesi, con implicazioni nelle patologie cosiddette Long-covid. La stessa proteina messa in circolo dal vaccino. Ecco, spiegassero quello. Lo confutassero gli esperti da “X” in piaggeria applicata dei vaccini e del PD invece di esagerare nel solito profluvio di urla, bestemmie, auspici di morte, vietato chiedere, vietato ipotizzare. Spiegasse, questa casta ormai proverbiale, il bollettino quotidiano delle morti, solo ieri chi scrive ne ha contate venti, ciclisti di venti anni, poliziotti in servizio, rapper americani, davvero un cascare come mosche, come si augurava qualche caratterista che saltava la fila per vaccinarsi meglio, solo che a cadere sono i vaccinati. Spiegassero questi esponenti della scienza pubblicitaria, cui nessuno più presta fede, la pandemia, questa reale, di malati e di decessi pressoché in ogni famiglia, che nessuno sa spiegare. Dove sta la causa di una amiloidosi a 80 anni se si esclude l’impatto dosi vaccinali reiterate? Nessuno si azzarda, ma dire che uno ha una malattia grave e basta significa dire che è malato e basta. In compenso il professor Barbaro, che forse ha qualche titolo in più per parlare, mi spiega che citare l’amiloidosi così, senza distinguere, non è informazione seria e passa a precisare il tipo secondario, probabilmente manifestatosi a seguito di una neoplasia. Sono ipotesi da scienziati, sulle quali possono dividersi gli scienziati, ma che a contestarle siano quattro balordi da social mandati dalla casta dei virologi televisivi, dà la misura di un Paese che non si salva, un Paese che trasforma una ameba feroce in un martire siccome di colore, un Paese in cui l’altra casta, dei giornalisti, si stringe a protezione dei colleghi con più vizi che desideri.
In casi del genere è inevitabile attingere anche alla propria esperienza e allora spiegassero, questi virologi che nutrono più opinioni che certezze, come sia possibile che un malato di linfoma in cura come chi scrive abbia captato in reparto frasi rivelatrici del tipo “da tre anni questi con le leucemie non si sa più dove metterli”; come si spiega che dalla chiesa a cento passi da casa mia piovano, dolenti, i rintocchi della campana a morto almeno due, tre volte al giorno mentre prima dei vaccini erano, se andava male, una a settimana; coraggio, ci motivassero, da luminari quali sono, i sorprendenti casi di sordità improvvisa, cui nessuno sa porre rimedio: ne ho io in famiglia, li hanno tutti quelli che conosco, li sento riferire in giro, anche in gente di venti, trenta anni. Sordità come glaucomi, afflizioni dell’occhio come per la zia Mara Venier, tre operazioni in un’estate e non è finita, e i cuori spezzati, ma non d’amore, e le paralisi, i corpi che marciscono, mi spiegassero come io abbia potuto vedere appassire, sotto gli occhi, in otto settimane, una madre la cui età biologica era di trenta anni inferiore rispetto all’età anagrafica a detta di tutti i medici che l’avevano visitata.
C’è, voglio dire, al di là delle considerazioni scientifiche sulle quali non mi avventuro ma mi affido a camici di caratura internazionale, una percezione dovuta all’esperienza, nel mio caso dura e spaventevole ma ricchissima; e c’è la logica, che induce a ragionare e a sospettare, e c’è l’altra esperienza, quella dei propri polli che sarebbero il giro dell’informazione: come si spiega che per nessuna morte si ha cura di far sapere il se e il quanto dei vaccini assunti, si gira alla larga e se mai si indulge sempre nel solito mettere le mani avanti, la excusatio non petita de “ma i vaccini non c’entrano”?
Ci scuseranno i virologi da copertina ma i loro anatemi non ci bastano, non ci servono: sono patetici. Da gente che ha cambiato idea su questi vaccini le mille volte, che predicava con toni offensivi, da querela, l’obbligo vaccinale nei bambini ma aveva cura, e lo diceva, di non vaccinare i propri figli. Vaccini dalla pericolosità insita, genetica, riconosciuta dalla medicina, dalla scienza, dagli stessi produttori, dalle istituzioni malavitose che dovevano vigilare e censuravano, coprivano, insabbiavano, mentivano. Davvero tutto questo si può ignorare con una selva di insulti a chi ipotizza tra vaccini e malattie rapporti di causa effetto ampiamente riconosciuti dagli stessi creatori dei vaccini? Che la casta dei tristi virologi insista nella propaganda del vaccino mistico si può capire, ma l’accusa di sciacallaggio e di superstizione proprio da questi no, non si regge, non si accetta.