Non trasformate le vittime dei vaccini in scriteriati che se la sono cercata: non lo meritano ed è assurdo

Sono gli stessi scienziati a dirlo: "All'inizio fidarsi era logico, data l'incertezza, l'emergenza indotta, la paura: anche noi abbiamo avuto bisogno di tempo per capire, per smentire". Eppure chi "aveva capito tutto" non capisce adesso la truffa della commissione.

Ogni giorno c’è qualcuno che mi scrive: apprezzo il tuo sforzo di denuncia però non sono completamente d’accordo con te. Non specifica, ma capisco subito dove va a parare: sono di quelli che dei vaccini “non si fidavano” perché avevano capito tutto dall’inizio, sono nati scienziati. Ma gli scienziati veri non ragionano così, sono più cauti, più ragionevoli, per dire meno provvisti di certezze preventive, hegeliane: “Sono un convinto sostenitore dei vaccini, ne ho fatti tanti viaggiando in Africa. Richiedono anni di sperimentazioni, l’anti Covid tirato fuori dopo quattro mesi non mi convinceva però era definita una procedura d’urgenza, quindi accettabile. Sulla base delle informazioni di allora era ragionevole vaccinare. Mi fidai della sanità centrale. Sono stati imposti vaccini di cui non conoscevamo l’azione né gli effetti a lungo termine. Quando è stato detto che ogni 6 mesi bisognava rifarlo, risultò evidente che non era un vaccino, era una cura. La medicina è fatta di dubbi, bisogna studiare, confrontarsi, discutere”. Anche noi a milioni ci siamo fidati della sanità centrale e non eravamo medici, eravamo cittadini destinati a trasformarci in pazienti; eravamo cavie, ma non è vero che ce la siamo cercata e non è vero, come insinuano certi miei lettori, non esiste che si poteva sapere tutto essendo nati scienziati. Queste frasi io le ho sentite da luminari di ogni orientamento e lì capisci il medico serio, umile, impari a distinguerlo dal propagandista, dal cialtrone. Ci dissero che con un paio di punture avremmo risolto per sempre il problema, poi vennero a dirci che ogni 6 mesi dovevamo rinnovare le dosi: fu la scienza ufficiale o almeno quella che faceva da foglia di fico alle smanie repressive della politica, e la colpa sarebbe dei poveri cristi con bassa consapevolezza? Io, nelle mie peregrinazioni per ospedali, quanti ne ho visti! Pretendere che questa gente semplice e spaventata potesse sviluppare una ribellione consapevole è puro delirio: allora perché non renderli responsabili anche della truffa dei cambiamenti climatici, dell’auto elettrica, delle guerre indotte dalla finanza? Chi viene a dirmi non ti condivido perché sapevo è solo un presuntuoso al quale, a forza di dire no a tutto, è andata bene quella volta. Ma dire no a tutto non ha senso in una società tecnologica e organizzata così come non ce l’ha partire dal presupposto che ci chi governa non è una cricca dedita all’affarismo più o meno malavitoso, ossia la politica, quanto una riedizione del Terzo Reich. Non si può vivere nella paranoia perenne, nel sospetto totale che non smette mai. Poi questi che la sanno lunga, che ti compatiscono, cascano in suggestioni deprimenti, in ricostruzioni infantili della complessità del mondo.

Restiamo ai fatti, per favore. I fatti sono che, come ripetuto le più volte, ci stanno riprovando, ogni giorno con una nuova pandemia totale che non c’è, tutti sanno che non c’è, i mascalzoni dell’OMS e della UE sanno benissimo che non c’è ma gli serve per tenere arato il terreno della psicosi: in Emilia comprano, a spese degli emiliani, altre 500.000 dosi di vaccino contro il Covid che non c’è, che si risolve in un paio di giorni di raffreddore: non lo sanno che è un assurdo scientifico e sociale? Lo sanno benissimo, ma serve a tenere come dimostrazione di potere e ad aprire la strada ad altri improbabili vaccini tra cui, leggo, uno contro il cancro al polmone, ancora tutto da verificare. Ma, ancora una volta, se c’è una frontiera che il Covid ha travolto è quella delle verifiche, delle sperimentazioni preventive, risolte immettendo precocemente un vaccino dagli effetti sconosciuti ma sicuramente devastanti per testarlo direttamente su chi lo assume. Fatto questo, imposto quello, ogni farmaco può seguire lo stesso iter e di fatto lo segue. Forse converrebbe concentrarsi su scenari del genere più che restare rinserrati nella vanità di chi tutto sapeva dalla nascita. Come quella tipa veneta che mi portava in stazione dopo una conferenza, una che aveva lasciato il lavoro per dedicarsi a non meglio specificate attività esoteriche: “Io avevo tuto chiaro del vacino parché mi g’ho l’istinto che capio”. Auguri, ma così non ragionano gli scienziati, neppure quelli perversi, gli Stranamore cui poi danno i Nobel. Quella che ha inventato la tecnologia a rMNA, la Karikò, sapeva benissimo che portava a supercancri e infarti e l’aveva detto, aveva avvisato: io il mio lavoro l’ho fatto, dei morti, certissimi e moltissimi, che seguiranno non posso essere considerata responsabile e nulla voglio sapere. Lei lo sapeva, ma i milioni di nessuno effettivamente morti o morituri non potevano saperlo. Dire io sapevo tutto vuol dire rifugiarsi in un infantile complesso di rifiuto totale che deresponsabilizza, ma così si finisce per gettare il bambino con l’acqua sporca. Una cosa è dubitare, cercare di capire, mantenendo la coscienza dei propri limiti di non esperto, un’altra scolpire consapevolezze che, tanto per cominciare, andrebbero manifestate in un linguaggio decente, non vernacolare o in quell’aborto semantico che usa oggi, da comunicato in stile Ferragni, la vasellina dei luoghi comuni espressivi, le svolte “in positivo”, la condizione esistenziale “operativo acca ventiquattro” e tutte le cazzate che mascherano una tragica afasia di pensiero, figuriamoci di virologia genetica. Ma se tutti questi hegeliani inconsapevoli sanno tutto a prescindere, come mai votano la qualunque, spesso famigerata, e regolarmente si pentono, ringhiano al tradimento di chissà quali patti, forse quelli che vedevano solo loro nella loro infinita perspicacia? E sono gli stessi che con lo stesso fideismo straccione, da mendicanti del potere politico, davanti alla commissione-truffa dicono: speriamo bene, speriamo venga fatta giustizia.