"Vaccini e potere", la mia conferenza in giro per l'Italia per continuare a testimoniare

Dopo la malattia la mia vita è cambiata, adesso giro a raccontare quello che sui media non potrei mai dire: la correlazione, certissima, ormai indiscutibile, tra vaccini e linfomi, cancri, patologie autoimmuni, cardiache e un ventaglio infinito di altre malattie

“Cultura e Identità” mi fa una intervista dove racconto la mia malattia e subito uno, sotto: “Cialtrone, il vaccino non fa venire il linfoma”. Ma mi scrive Betty da Napoli: “io stesso tuo linfoma dopo due vaccini, volevo dirti che finalmente sono guarita”. La ricordo, abbiamo passato questi mesi a raccontarci le rispettive chemio. Il vaccino non origina linfomi? Ma se l’oncologa Patrizia Gentili, venerdì scorso a Padova in collegamento ha fatto una conferenza di un’ora e un quarto per spiegare, con dovizia di argomenti scientifici complicatissimi e inesorabili, i legami tra vaccino e linfomi, mielomi, turbocancri, tumori di ogni genere, paralisi, malattie degenerative e folgorazioni cardiache. Producendo una serie impressionante di statistiche. A Padova c’ero anche io e ho parlato dopo di lei: la mia nuova vita mi porta a raccontare di me come caso paradigmatico, uno che non sa come definirsi, uno che, come Charlie Mingus nella sua autobiografia, potrebbe cominciare così: “Io sono tre”. Addetto ai lavori dell’informazione, testimone, parte in causa. Mi chiamano per questo ed io non mi sottraggo: sono una vittima dei vaccini e sono uno che, per il momento, può ancora raccontarla. Ho scelto un titolo preciso per la mia conferenza, “Vaccini e potere”, la porto in giro per l’Italia, sabato sarò a Napoli in un convegno con moltissimi ospiti, venerdì dopo a Milano e così via. I media ufficiali girano alla larga, alle televisioni ho il veto, in quelle Mediaset, mi dicono, ad opera dell’ex infermiera Ronzulli e del piccoletto pestifero, Brunetta, chissà se è vero ma certamente io da quelle parti non metterò mai piede. Non parliamo de La7, della Rai dove comandano un po’ tutti e, sopra tutti, quel Bruno Vespa che zittiva in malo modo i critici del vaccino e al quale è appena morto un fratello minore, Stefano, per malore improvviso.

I vaccini non fanno niente? Otto mesi fa non avrei potuto fare le mie conferenze. Otto mesi fa c’era ancora la cappa, c’era la censura ideologizzata, c’era il conformismo dei medici ipnotizzati, come dice la mia amica Silvana de Mari, medico radiato perché diceva che i vaccini fanno male. Lo stesso che dimostrava, con argomenti complicati ma inattaccabili, la collega Gentilini: io quelle cose per capirle ho dovuto sperimentarle sulla mia pelle, nel mio sangue: c’erano dei topi col mio stesso linfoma: stecchiti. Tra le malattie maggiormente insorte dalla vaccinazione di massa, cancri al seno, tumori al cervello, alla prostata, linfomi. La progressione è allucinante, la coincidenza tale da non consentire dubbi, solo un cretino fanatico o uno in malafede, diciamo un virologo in carriera, può ancora negare. Ma non potrà negare quello che Patrizia Gentilini, che decine di medici, di scienziati, di esperti, di luminari in modo concorde riferiscono quanto a meccanismi, manipolazioni genetiche, effetti di proteine Spike, ricadute sul sistema immunitario, stravolgimenti da Stranamore. Roba complicatissima, che, per inciso, rende patetici i saccenti di entrambe le tribù, gli ultrapro e gli ultrano vax che pretendevano di aver capito tutto con argomenti esoterici. Ha detto Patrizia durante il suo intervento: “Prima non sapevamo, neppure noi gente di scienza avevamo un quadro preciso, adesso abbiamo capito, studiato, verificato; adesso sappiamo e non sono più lecite ambiguità”. Se ci hanno messo del tempo loro, figuriamoci noialtri indotti a vaccinarci per i ricatti, le menzogne, il rumore di fondo. Mi ha detto un’altra che dal vaccino ha ricevuto la rovina di entrambe le anche: “Per quattro o forse dieci volte sono passata davanti all’hub vaccinale e ho tirato dritto, alla fine, quasi senza pensarci, sono entrata: almeno finisce tutto. Ho sotto di me 38 dipendenti, dovevo lasciarli tutti a spasso? Credevo di rischiare qualche conseguenza temporanea, mai che chi comandava fosse così perverso da avvelenarci tutti”. Una questione di potere.

Otto mesi sono un soffio, uno schiocco di dita, sono anche un’eternità se li spendi su una poltrona da chemio ma adesso, sia come sia, io giro a dire che quella dei vaccini è stata una faccenda di potere e sporco potere. La scienza ha dimostrato se stessa, ha messo all’angolo gli inetti e i bugiardi, gli arrivisti e i carrieristi; le indagini, per assolvere, per archiviare, per tutelare un regime che blinda se stesso, senza soluzione di continuità, perenne come il nostro capo dello Stato che tutto garantiva, non hanno però potuto evitare che la fogna sgorgasse e la fogna sta nelle ammissioni degli Speranza, dei luminari raccomandati al CTS, all’Aifa, che mentivano, che coprivano e ridevano quando moriva la giovane Camilla Canepa folgorata da un vaccino come certificato perfino da una magistratura come la nostra, un potere giudiziario capace di dire che le misure di Draghi erano sì liberticide ma accettabili in quanto potere amico, potere buono. Amico di chi? Buono per chi? Quando ho cominciato io, otto mesi fa, i sanitari tacevano, facevano certi occhi come per dirmi, lo so, ma non posso parlare; qualcuno, pochi, mi sfidava a produrre la prova del diavolo, “dimostrami che i vaccini…”, per dire lo stesso di quel provocatore: i vaccini non fanno venire il linfoma. Oggi, uno schiocco di dita dopo, nessuno più si azzarda e quando sono io a chiedere la prova del diavolo, “dimostrami che i vaccini non…”, tutti magicamente scappano, hanno da fare. Ma sono rarissimi, e anche i miei compagni di malattia, seduti vicino a me, sono cambiati, hanno subito una mutazione genetica: non dicono più, con involontaria tragica autoironia, “se non era per il vaccino non stavo qua” (questo è sicuro, replicavo io), dicono anzi urlano: bastardi, se sto qua è per i vostri vaccini di merda. E lo grida la gente più semplice, le contadine, i vecchi che non sanno parlare, che hanno firmato liberatorie-capestro senza sapere cosa fossero, senza capire che servivano ad impedire ogni riscontro, qualsiasi risarcimento. Insomma ci fregavano con le nostre mani, così che poi Speranza potesse oscenamente umiliarci: hai firmato, adesso che vuoi?

I vaccini non erano sanità, non erano scienza ma politica; ma potere. Prova ne sia che nessuna palingenesi ne consegue, almeno in Italia; il regime instaurato con le bugie e un sadismo inusitato, nessuno lo ha ripensato, nessuno lo ha discusso. Avevano transennato panchine deserte, inseguito bagnanti isolati, imposto mascherine nel mare, nelle auto chiuse, nelle chiese. Avevano proibito il caffè da seduti, consentito quello in piedi. Avevano lasciato accessibile uno scaffale, vietato quello a fianco. I cittadini obbedivano, si siringavano, si ammalavano, morivano, impazzivano, e quelli ridevano. Il potere rideva. Nessuno, neppure a vergogna emersa, a inganno palese, si è messo in discussione. Nessuno ha scannato nessuno. C’erano dentro tutti. E adesso tutti dicono, chi apertis verbis come il PD, chi in camera caritatis come Meloni: alla prossima, rifacciamo tutto, però stavolta senza margini, stavolta cattivi. I provocatori idioti restano ma ormai pochissimi, qualche fesso avvezzo a obbedire ancora mente a se stesso, dopo le quattro, le cinque dosi è un rottame ma finge di star bene, dirotta sintomi e cause, fosse per lui obbligherebbe i parenti stretti mandandoli a morte: lo Stato non si discute! Ma obbedire all’Olocausto significa esserne complice e nessuna obbedienza agli ordini ti scrimina. Non sarà Norimberga, ma un tarlo, dentro, ti scaverà per sempre anche se provochi, neghi, ti incattivisci. Anche tu, negazionista ostinato, sei la tua malattia. La mia conferenza la concludo rivolgendomi ai personaggi pubblici, ai “vip” che sono i più vigliacchi di tutti: come fate a tacere ancora, ridotti come siete anche voi, come fate a non ammettere almeno un dubbio: lo capite o no che potete costruire un argine per gli Olocausti che verranno? Perché verranno, ogni giorno ce lo ricordano. Lo volete capire che il vostro, il nostro dovere è di dire quella verità che abbiamo nel sangue, nelle ossa? Mentre scrivo questo articolo scopro che a 3 chilometri da dove vivo hanno appena trovato un contadino di 60 anni stecchito nel capanno degli attrezzi. “Malore fulminante”, scrivono i giornali locali. Le Marche contadine e pesciarole come quelle province americane lugubri e mostruose da “Criminal Minds”. Mentre a Bussolengo il 19enne Riccardo Fiuggi, promessa del calcio, si scopre un turbotumore al cervello che in 6 mesi lo polverizza. I vaccini non fanno ammalare?