“Non è andato tutto bene”: sold out e 40 nuovi appuntamenti tra aprile e maggio per il nuovo docufilm di Paolo Cassina

L'intervista a Paolo Cassina, regista del docufilm che dà voce agli esperti e alle vittime della vaccinazione anti Covid. Una storia coinvolgente e autentica, che affronta i temi più scottanti in modo scrupoloso e senza conflitti d’interesse

Che non fosse andato tutto bene, era abbastanza chiaro da tempo. In primis, per le centinaia di persone ammalate a causa delle vaccinazioni Sars-Cov2.  Per la maggior parte dei vaccinati, restano ancora tanti dubbi, l’incertezza su cosa fare, ma anche il diniego dei danni da vaccino Covid, un po’ per partito preso e un po’ perché non è capitato direttamente a loro di ammalarsi.  

Ma le reazioni avverse post inoculazione ci sono state e ci sono ancora: sono tante, più o meno gravi o addirittura letali. Effetti che continuano a colpire la salute di molti, come confermano le ricerche scientifiche, gli esperti di tutto il mondo e gli esami clinici eseguiti sui vaccinati. E proprio, sulla necessità di fare chiarezza su quanto accaduto in Italia e in altri Paesi, è nato il docufilm del regista Paolo Cassina, che raccoglie mole di dati, filmati, documenti e testimonianze dirette.

Ed ecco, proiettato nelle sale italiane, a partire dal 4 aprile 2024 (anteprima a Milano, Uci Cinemas Bicocca): “Non è andato tutto bene - Le verità negate sul Covid19”, frutto di un lungo e corposo lavoro di ricerca e montaggio, realizzato con grande maestria, passione e desiderio di indagare e cercare delle risposte alle tante domande. Paolo Cassina (regista e filmmaker attivo da più di vent’ anni nel mondo della televisione e della comunicazione) l’ha realizzato dopo appena un anno dal docufilm “Gli invisibili”, dedicato alle vittime dei vaccini Covid.

“Le riprese ma anche le immagini, le interviste sono state raccolte in 4 anni. Ho messo insieme il materiale che avevo girato dall’inizio della pandemia fino al montaggio, a cui ho aggiunto anche il contributo di altri filmmaker” afferma Paolo Cassina. “Volevo raccontare quello che è successo in un’ottica diversa, non viziata da conflitti di interesse per far luce su quanto accaduto”. Da sottolineare che il docufilm è autofinanziato, quindi assolutamente indipendente.

“Il mio obiettivo era quello di raccontare quello che è davvero avvenuto nelle case degli italiani” continua Cassina. “Senza giudizio, ma solo analizzando i fatti attraverso le immagini, i dati e tanti documenti verificati e garantiti da esperti, come per esempio i dossier e le email, raccolte nelle inchieste di tre brave giornaliste. Ma anche, offrire informazioni utili a chi è stato abbandonato dalle Istituzioni”.

Il nuovo docufilm “Non è andato tutto bene” rappresenta un upgrade di ciò che era stato affrontato nelle pellicole precedenti dal regista (“Gli invisibili” e “Reazione avversa” in cui si parlava solo di effetti post vaccinazioni Covid, ma non solo): è una storia che parte dagli inizi della pandemia e viaggia tra ricerche, ma anche tra opinioni di politici e di finti esperti, per arrivare alle strategie utilizzate negli anni pandemici e per la campagna vaccinale. Il documentario segue, in modo fluido e coinvolgente, le vicende italiane e le decisioni della Comunità europea attraverso le voci narranti e le interviste di tre giornaliste di cronaca (Tiziana Alterio, Marianna Canè, Angela Camuso) che attraverso le loro inchieste hanno cercato di far luce sulle tante, troppe, verità nascoste in ambito medico-scientifico. Per dimostrare, dati alla mano, che “Non è andato tutto bene”, e che quello che ci veniva mostrato non era per “salvarci dal Covid”, né tanto meno che i vaccini non avevano alcun effetto collaterale grave…  Insomma, si potevano evitare, paralisi, trombosi, pericarditi? E perché tutte le informazioni sugli effetti avversi sono state “oscurate” da chi aveva il dovere di proteggere la salute dei cittadini? Tante le domande e tante le risposte che compaiono in sequenza sul grande schermo, in una fluida successione di dati ufficiali, grafici, email, documenti secretati e analisi di scienziati di fama internazionale, come il dottor Robert Malone, medico, scienziato e “padre” dei vaccini a mRNA, oppure di medici e ricercatori italiani, tra cui Vanni Frajese, Alessandro Meluzzi, Mariano Bizzarri, Giuseppe Barbaro, Maurizio Federico.  

In tre ore, che passano veloci, il docufilm dipinge un quadro che abbiamo visto riprodotto tante volte, ma questa volta con un’angolatura diversa su quanto accaduto. Dalle riprese delle manifestazioni in piazza, alle tabelle che evidenziavano i casi nel mondo, alle video-interviste a medici, avvocati, giuristi (Alessandra Chiavegatti), per comprendere e rispondere alle domande delle vittime delle vaccinazioni Covid e delle loro famiglie. Immagini forti e storie struggenti, proiettano lo spettatore in uno spazio dove il dolore, la paura si fonde con la solidarietà e il sostegno di chi va vissuto esperienze simili o ne riconosce alcuni sintomi. Ma anche in chi chiede ancora chiarimenti, cure e assistenza. Senza essere ascoltato.

“Il mio intento è stato anche quello di fornire elementi utili, prove solide, alla Commissione d’Inchiesta sul Covid”, sottolinea il regista Cassina. Per lasciare un segno in più. E forse è sulla buona strada: ”Vista l’attenzione per le prime proiezioni - a Milano eravamo oltre 500 persone e abbiamo già il sold out a Genova, Verona e Vicenza - qualcosa sta cambiando. Le persone cominciano a capire che davvero non è andato tutto bene” afferma Cassina. “Lo confermano le continue richieste per la visione del film: ad oggi, sono 40 le località in tutta Italia, solo tra aprile e maggio, in cui verrà proiettato il documentario”.

C’è molta più attenzione rispetto allo scorso anno, anche per via dell’aumento dei malori improvvisi, delle pericarditi, dei tumori e di altre patologie. Insomma, meglio saperne di più, per intervenire prima e curarsi nel modo corretto. Sperando, che vada tutto… meglio del previsto!

Il docufilm di Paolo Cassina, è prodotto da Playmastermovie e si autofinanzia attraverso una campagna di crowfunding per sostenere le spese di realizzazione e divulgazione del progetto, ha come main sponsor, SpecialByo, marchio di integratori naturali che sostiene la ricerca e l’informazione indipendenti.

Di Ginevra Cavalli