Pfizer accusata dall'Aifa inglese di aver promosso vaccino Covid "non autorizzato" nel 2020, ma la multa con solo 45mila€

"Formulazione di affermazioni fuorvianti, mancato mantenimento di standard elevati e promozione di farmaci senza autorizzazione", queste le accuse mosse verso Pfizer, che se l'è cavata con una riga di scuse ed una piccola ammenda

Pfizer, o meglio, i dirigenti senior dell'azienda sono stati accusati dalla Pmcpa, l'equivalente in Inghilterra della nostra Aifa, di aver promosso nel 2020 sui social un vaccino Covid "non autorizzato". "Il nostro candidato vaccino è efficace al 95% nel prevenire il Covid e efficace al 94% nelle persone di età superiore ai 65 anni. Presenteremo tutti i nostri dati alle autorità sanitarie entro pochi giorni", è un post condiviso sui social da Berkeley Philips. Altri quattro dipendenti di Pfizer, tra cui un collega "senior" avevano pubblicato lo stesso messaggio. La multa per aver "promosso in modo fuorviante e illegale il vaccino Covid"? 45mila euro.

Pfizer accusata dall'Aifa inglese di aver promosso vaccino Covid "non autorizzato" nel 2020, ma la multa con solo 45mila€

Un'ammenda misera, se si pensa che Pfizer avrebbe "portato discredito" al settore farmaceutico con queste fuorvianti affermazioni sulla presunta efficacia del vaccino Covid. La multinazionale, in prima fila assieme a Moderna durante la pandemia per quanto riguarda la messa in commercio del siero, è stata trovata in violazione del codice di regolamentazione in cinque occasioni, che include anche la "formulazione di affermazioni fuorvianti, mancato mantenimento di standard elevati e la promozione di farmaci senza autorizzazione".

Secondo la decisione, Pfizer avrebbe fatto un "cattivo uso dei social media per promuovere in modo fuorviante e illegale il loro vaccino Covid". Era novembre 2020 quando Philips condivise quel post, e come ammesso dal dirigente stesso, si trattava di un candidato vaccino. Un tale "cattivo comportamento" sui social media era "ancora più diffuso" di quanto pensavano e si estendeva "fino alla cima della loro operazione nel Regno Unito". In poche parole, l'azienda ha cercato fin da subito di mostrare, senza dati a supporto, che il vaccino Covid che stava per esser messo in commercio fosse sicuro. Il trial all'epoca era alla fase 3.

Per la PMCPA, il messaggio conteneva "informazioni limitate sull'efficacia del siero, nessuna informazione sulla sicurezza e nessun riferimento agli eventi avversi". Il post sui social media ha portato alla "diffusione attiva di un medicinale non autorizzato su Twitter per operatori sanitari e membri del pubblico nel Regno Unito".

La replica di Pfizer

Un portavoce di Pfizer UK ha dichiarato: "Pfizer UK ha una politica completa sull’uso personale dei social media in relazione alla attività di Pfizer che vieta ai colleghi di interagire con qualsiasi social media relativo ai medicinali e ai vaccini di Pfizer – supportata da briefing e formazioni del personale. L’uso personale dei social media da parte dei dipendenti dell’industria farmaceutica nel Regno Unito in relazione alla attività aziendale è un’area problematica per le aziende farmaceutiche, nella quale continuiamo a intraprendere tutte le misure appropriate che ci si aspettano ragionevolmente da un’azienda farmaceutica".