Vaccino Covid e reazioni avverse, Debora invalida al 100% dopo una dose Pfizer e pertanto silenziata, viva, ma inesistente
Lodigiana, 41 anni, le è bastata una sola somministrazione del vaccino Covid Pfizer per accumulare una devastazione di patologie, quali nuove, quali peggiorate. Tutte segnalate con dovizia di riscontri scientifici a tutti gli enti sedicenti competenti. Risultato: nessuna risposta, mai, da nessuno
Per capire che il proscioglimento dell’ex ministro Speranza da parte del tribunale dei ministri era un atto dovuto, dovuto dal regime a se stesso, in spregio alle risultanze, alle ammissioni, ai dati di fatto, a qualsiasi riscontro medico-scientifico, a qualsivoglia elemento di evidenza, per capire che riabilitazioni annunciate come questa avvengono, tanto più devono avvenire quanto più risultano ingiuste e inaccettabili, così che il popolino sia costretto ad accettarle, così che il regime possa continuare a dare prova della sua forza ingiusta, e che il regime non è affatto di una parte sull’altra, viceversa una faccenda condivisa, spartita, che sta bene a tutti così come condiviso, spartito e conveniente a tutti fu il cortocircuito democratico, lo sprofondo nella condizione servile, nella dimensione carceraria e oppressivo, per rendersi conto di tutto questo basta una storia minima, una delle migliaia e migliaia. Minima per modo di dire, solo perché affoga nei numeri, non certo per chi la vive. Debora Russo vive, o sopravvive, o sottovive nel Lodigiano dopo una dose di vaccino assunta nel 2021, il 27 settembre. Immediatamente le esplode di tutto, dentro e fuori.
“Ho iniziato a stare male subito dopo la prima dose Pfizer. Tanto che la stessa ATS mi ha esonerato da future dosi,che avrei dovuto fare come il resto della popolazione. La mia invalidità è stata determinata dalla risposta che il vaccino ha originato sul mio sistema immunitario andato in tilt. Ho sviluppato reazioni avverse a catena: vasculite, Bechet, connettivite ssa Ro60, scompenso della pregressa fibromialgia precedentemente ben compensata da oltre 3 anni; inoltre, poliallergie alimentari, ostruzioni polmonari con asma scompensata, peggioramento della pregressa tiroide di Hashimoto in precedenza ben compensata con conseguente dosaggio farmacologico raddoppiato, rischio trombotico, peggioramento del fattore VII della coagulazione, interessamento infiammatorio agli arti, deficit della memoria a breve termine, peggioramento cefalee cronicizzate, orticaria, afte ricorrente, herpes ricorrenti, cataratte giovanile ed altro ancora. La immunologa, reumatologa e allergologa in sede di commissione ha prodotto letteratura scientifica che dimostrava il nesso di causalità con materiale scritto in lingua inglese, ma è stata ignorata dalla commissione. Preciso che chiaramente ho provveduto a fare regolare segnalazione Aifa e che nelle varie dichiarazioni cliniche lo specialista di riferimento ha dichiarato il nesso di casualità, citando la giurisprudenza medica scientifica. Adesso, con l’avvocato Alfredo Tocchi che segue il mio caso dall’inizio, stiamo preparando i ricorso per la commissione medico militare che ha rigettato il nesso di casualità”.
La Regione Lombardia, che non si degna di rispondere, che si nega, si nasconde, è retta dalla Destra, mica dal PD o dalla setta grillina. Ma il risultato è lo stesso. Identico, spartito, complice con gli altri. E poi sbandierano le commissioni di inchiesta che mai sortiranno? Silenzio e omertà a coprire l’indicibile, poi a profumare l'aria, vagamente mefitica, ci pensa l’informazione cosmetica. A quelli che scrivono, debitamente ispirati, che Speranza va solo ringraziato, che è lui e solo lui la vera vittima, che le reazioni avverse non esistono, sarebbe da chiedere come si spiega, come si giustifica la devastazione di Debora, che prima era ragionevolmente sana, e che subito dopo la dose ha cominciato a sfarinarsi in polvere di dolore. A tutti questi, non resta che augurare il destino di Debora. O se preferite il mio, che scrivo di lei durante il sesto ciclo di chemioterapia a seguito di un linfoma originato dalla doppia dose di vaccino, nell’estate di quel fatidico 2021. Scrivo con l’energia che attingo da domani, ma la storia di Debora è troppo ingiusta, troppo straziante, troppo tragica perché io possa dar retta allo stremo che mi prosciuga. Ha promesso, la giovane oggi a Palazzo Chigi ha promesso che non lascerà nell’ingiustizia le storie senza volto di chi si è fidato di uno Stato che li ha ripagati ammalandoli, uccidendoli e insultandoli: assassini, provocatori, invalidi di merda. Perché tale è il nostro Stato oltre la malavita. Senza farci illusioni, sottoponiamo alla Presidente Meloni la storia di Debora. Perché sia fatta giustizia. Per Debora, ma anche per Giorgia che rappresenta il potere, rappresenta lo Stato.