Far finta di essere sani: sempre più faticoso, quando c'è chi ti vuol morto perché, da ammalato, parli
E' stata la canagliata più grande che potessero fare, quella della somministrazione violenta di massa. E, adesso che tutto esce quanto a metodi, censure, menzogne, effetti nefasti, i propagandisti reagiscono con l'odio e la violenza omicida. Come mai? Cosa c'è sotto?
Qualcosa non torna. I miei articoli su questa testata in cui parlo della mia condizione di malato ematologico, per un linfoma che attribuisco ai vaccini, sono diventati tutti virali, cioè si sono diffusi velocissimamente. In una parola, sono letti, discussi, dovrei esserne contento, invece non mi spiego troppe cose: più io traccio correlazioni, più porto prove, indico la documentazione scientifica a supporto, racconto centinaia di casi analoghi al mio, riporto le testimonianze di medici, sia pure in camera caritatis, e più riscuoto l’odio scomposto, gli attacchi volgari da entità, fantasmi che si esprimono con una furia irreale. Vado a controllare, sono per la maggior parte account chiaramente fasulli, aperti per l’occasione: chi li manda? Non posso pensare siano la scia canagliesca di qualche Bidone arrugginito in chiaro declino psicofisico: questo, sì, mi ha definito “merda”, senza ulteriori motivazioni, poi, travolto da una grandinata di reazioni indignate, che forse non si aspettava, ha rimosso la sua vergogna, però, mandando verosimilmente avanti degli altri; non mi convince pienamente neppure l’altra risacca dei mitomani che su X vantano fantasiose attitudini legate alla sicurezza, e magari provengono dalla variopinta galassia depravata: anche se, effettivamente, la stragrande maggioranza di questi profili di fumo sembrano appartenere alla militanza gender, alla sinistra eurounionista, all’ideologia mondialista woke, almeno dai simboli e dalle bandierine esposte. Mi persuado sempre di più che, dietro, ci sta proprio la puzza dello Stato, ci stanno precisi uomini di politica, di partito, di regime: è segreto di Pulcinella la struttura mediatica costruita da ogni parlamentare almeno di peso, in modo da dirottare, dirigendo o censurando, l’opinione corrente su determinati temi. Quella che mi raggiunge in ogni modo è una furia che mi lascia sospettare di aver toccato fili troppo elettrici e troppo scoperti: in fondo io parlo della mia condizione, che è quella di un malato grave, un malato oncologico: e queste reazioni, pur tenendo conto del fanatismo che contrappone e lega, in un rapporto binario, pro- e no-, risultano esagerate, oltre l’isteria. A un livello personale non mi toccano, ma se le vedo astraendo da me, se le leggo come se io fossi semplicemente un altro, mi sembrano pazzesche. No, dev’esserci qualcosa, qualche cosa che ancora mi sfugge.
Di sicuro, sono attacchi organizzati. Dunque, non dovrei parlare? Non dovrei raccontare come si vive nella mia condizione? Dovrei immiserirmi come quel mio vicino di poltrona, prigioniero come me di un intrico di tubicini, “se non mi ero fatto tre dosi chissà adesso come stavo ridotto”? O a terrorizzare, e ad inferocire, è la viralità delle decine di migliaia di lettori che commentano: anche io come te, anche io coi morti in famiglia, anche io dentro e fuori dai day hospital per un cancro fulmineo? Ma ancora non vi basta il tracimare di conferme, non la leggete questa stessa testata, ogni santo giorno, con le mille cronache su nuovi studi, nuove statistiche, nuove misure di contenimento non del Covid ma dei vaccini, in tutto il mondo? Ancora non vi mette in sospetto la spoon river dei più o meno vip, il bollettino di guerra delle vittime comuni, gli attacchi cardiaci dei conducenti di pullman che si risolvono in stragi? Ecco un’altra testimonianza, di cui conservo l’originale: “”Caro Max, ho letto tutto quello che hai scritto, idem mia moglie. Seconda dose di Moderna e comincia il calvario, addirittura presa peer paranoica, aveva ansia, io non ho mollato ed infine avevo ragione: linfoma NH (non hodgkin) indolente causato dal vaccino…”. Aggiunge che le segnalazioni ad Aifa e alla sede competente “sono carta straccia”. Ancora non li sentite i mea culpa e gli autodafè dei governanti di tutto il mondo, i ripensamenti, i divieti conseguenti ad abusare di questi farmaci “sperimentati, come no: su chi li assumeva”, come nella incredibile ammissione del viceministro Sileri? Ancora non vi convincete, voi che rivendicate una mente lucida, razionale, scientifica, delle interessenze dei vari Bill Gates, finanziatori delle agenzie sovranazionali che impongono vaccini in cui loro stessi hanno investito, come per le carni chimiche, come per le “transizioni ecologiche” che costano 50mila miliardi di dollari in 25 anni senza alcuna garanzia di esito, salvo il dissesto del pianeta che si sostiene di voler salvare? Ancora non sentite Pfizer quando dice, e lo dice in modo aperto, mica si nasconde, che intende “assoldare giornalisti, influencer, testimonial medici per rilanciare la nuova campagna vaccinale a fronte di un crollo delle vaccinazioni che ha provocato un calo di oltre il 10% in Borsa mettendo la Compagnia in forte rischio di dissesto”?
Ma, per la Madonna, se la stessa Pfizer prima ha scatenato il “turbocancro” col suo vaccino e poi ha acquisito per 43 miliardi di dollari dr Makis, diventando la più grande multinazionale oncologica al mondo, cioè prima ha ammalato l’umanità e adesso la cura, uscendo dalle secche finanziarie e guadagnandoci in modo esponenziale! Neanche questo vi basta?
Nel furore con cui si attacca un semplice malato oncologico, che però si è messo a parlare, maledetto, per migliaia e migliaia come lui, si riscontra una distorsione che è maldestra, è sgangherata, ma tradisce un conato organizzativo, disvela notorie tecniche di disturbo, di mistificazione: cito una ricerca su Nature, e sotto arrivano subito quelli che dicono che non la cito; la indico con tanto di link, ed ecco uno che dice che non so leggerla: non lo segue nessuno, non segue nessuno, però c’è, si è appena iscritto, apposta per gettare scompiglio. Invocano la scienza ma sono i primi a volerla soffocare, quando non collima coi loro obiettivi. Chiedono la sostanza, ma se affiorano i milioni di casi, di reazioni avverse nel mondo, e le migliaia di testimonianze che raggiungono me direttamente, si scatenano nell’offesa, nella delegittimazione. Cercano, è chiaro, il caos primigenio nel quale nessuno si raccapezza. Ma la prova del diavolo a questo punto spetta a loro. Dimostrare che il feticcio, il dio Vax è sicuro, sano, efficace, innocuo, spetta a loro: nemmeno ci provano. Ne vogliono un’altra, di prova del diavolo? Eccola, me la suggerisce l’amica Silvana de Mari: “La prova del diavolo la forniscono le compagnie di assicurazioni: l’acquisto di medicinali antitumorali e le terapie antitumorali sono raddoppiati”.
Io vado avanti. Una cosa grottesca è che quelli come il Rocco Bidone arrugginito, uno che faceva spot per la vaccinazione e lo hanno messo in Rai un po’ ovunque, oltre che farne, essendo di sinistra, giustamente un testimonial bancario, mi ha insultato come novax: ma io sono uno che si è ammalato essendosi vaccinato. Mi hanno augurato il male puro, puntualmente arrivato, prima i pro- perché sul vaccino ero scettico; poi i no- perché mi ero vaccinato; poi entrambe le tribù perché, contrariamente ai personaggi pubblici che sanno di essere malati per quello, ma tacciono, non rinuncio a descriverne gli effetti su di me e a raccontarli negli altri. Producendo sempre più prove, circostanze, dati di fatto. Quale causa? Io non ho mai scritto, mai detto a nessuno come doveva comportarsi: ho sempre difeso un princìpio di libertà di scelta, contro l’autoritarismo di stato fattosi via via totalitarismo. Mi sono vaccinato? Sì, e non debbo spiegazioni a nessuno: pago già abbastanza la mia scelta. Ma era il tempo in cui vedevo crepare gente che conoscevo da anni per una malattia che nessuno sapeva spiegare, e potevo osservare le radiografie dei loro polmoni, passatemi non da “Er Ribelle” su Twitter, ma per il tramite di scienziati di Los Angeles, gli stessi che poi mi avrebbero detto: questi antidoti non sono sicuri. E lo riportavo, lo scrivevo, perché la realtà non è mai così netta, non la tracci con le scie chimiche. Inoltre chi lavora in proprio come me non ha l’aspettativa, se non può agire, se non può uscire e viaggiare, non mangia. Adesso io dovrei fornire spiegazioni al primo coglione che, su X, mi viene a provocare: “Credi di star bene con quella mascherina, schiavo?”. E non sa che in un reparto dove stai assumendo la chemio, una mascherina non è una scelta e nemmeno un obbligo. È scontata, per un milione di ottime ragioni. O gli altri che, non paghi, mi apostrofano, alla Furio: “Non ti è bastato vaccinarti? Adesso anche la chemio? Vai, vai, muori”. E propongono in alternativa di “pensarmi sano”, tipo Chiara Ferragni, “però in modo forte forte forte”.
“Devi morire, te lo meriti”: così risolve la mia questione chi non mi vuol bene. Ma è anche grazie a questo raccontarmi che, a differenza di tre anni fa, quando a “sapere tutto” era chi non sa niente per missione, adesso le cose si sanno davvero. Non sarà molto, ma se mi leggono in centocinquantamila, magari qualcosa si scopre. Se a Byoblu un mio intervento gira, confortato dalle osservazioni di oncologi e farmacologi, forse a qualcosa serve: sono scienziati seri, preparati, che producono osservazioni equilibrate, caute, fondate. Non invasati di un siero prodotto da chi li paga.
Adesso tutto il mondo, salvo l’Italia, si pente di quello che ha fatto. Adesso si sa che questa macchinazione, perché lo è stata, si deve ad esperimenti da Stranamore, in laboratori cinesi finanziati da americani e francesi, la cui mente perversa, questo Fauci, è stato cacciato dagli Stati Uniti, che lo processano per i suoi giganteschi crimini, e giustamente ce lo siamo presi noi per fargli gestire un altro laboratorio Stranamore a Siena. Se il mio linfoma al quarto stadio fosse effetto della mia genetica o del mio stile di vita, non avrei nessuno da incolpare tranne me stesso. Ma si dà il caso che sia insorto, e io lo avvertivo con micidiale nettezza, subito dopo la doppia dose di Pfizer. Che mi avevano garantito innocua e sicura. E che mi avevano costretto, la si metta come si vuole, ad assumere. Chi me lo aveva garantito? Una classe medico-pubblicitaria di ladroni, tutti orgogliosamente sponsorizzati, che a casa mia si chiama comperati, dagli stessi produttori di quei prodotti che loro garantivano; un parato bassissimo di volgari propagandisti, spesso pronti a voltar la gabbana, dagli involtini primavera filocinesi, per un virus “che è meno di una influenza” (questo, all’inizio, dicevano i futuri talebani del siero) alle maledizioni degli Scanzarelli, “spero di vederli [i “novax”] cadere come mosche, ridotti in poltiglia verde”, “invito i fattorini a sputare nei cibi dei novax” (Parenzo, quell’acconto o scarto di intrattenitore). E chi mi ci aveva costretto? Un sistema di potere per il quale il ministro alla Salute era un oscuro, e problematico, assessore al traffico del profondo Sud che voleva, e lo ha scritto, “usare una pandemia per instaurare un regime comunista”; i due primi ministri che gli stavano sopra furono, nell’ordine, un azzeccagarbugli del Foggiano, creato in laboratorio da una società di profilazione dati creata da un informatico in società con un comico balordo fondatore di una setta di squilibrati e disonesti; e un banchiere totalmente incapace, bugiardo, già definito “vile affarista”, uno che aveva smembrato il patrimonio industriale italiano in una riunione coperta su un panfilo, vantandosene. Il tutto garantito da un Capo dello Stato, prodotto di una prima Repubblica in cui aveva galleggiato come cattocomunista di terza fila, diventato presidente grazie ai magheggi di un intrigante con un partito al 2%, un semplice senatore, dello stesso Senato che da premier voleva abolire, divenuto il più nababbo del Parlamento grazie agli emolumenti percepiti dagli sceicchi in ambigui rapporti con Hamas. No, decisamente il mondo con le sue sconcezze non lo tagli con le scie chimiche.
Insipienza criminale o organizzazione sofisticata? Io direi entrambi, un miscuglio di entrambe, in dosi che non è importante stabilire. Del resto l’aveva detto già Bernanos: “Le più grandi canagliate della storia non sono state commesse dalle più grandi canaglie, ma dai vigliacchi e dagli incapaci”. I quali, per combinazione, non si ammalano mai, scoppiano di salute e vitalità anche in veneranda età. E nessuno mi toglie dalla testa che ci fossero vaccini più o meno sicuri, altri letali, ed altri falsi: quelli di cui ha fatto incetta il potere lasciatosi immortalare mentre si “immunizzava”. A Mattarella, l’acqua pisciarella che va libera e bella. Per farla proprio facile, la gigantesca falcidie sanitaria è sorta quando le democrazie nazionali europee, occidentali hanno rinnegato i propri princìpi per comportarsi secondo i tratti delle dittature, in particolare comuniste, che oggi i critici di queste liberaldemocrazie decadute propongono quali alternative: un partito unico, sovranazionale, a dimensione eurounionista, negozia in segreto e senza trasparenza l’acquisto di alcuni miliardi di dosi di un farmaco al di fuori da ogni controllo e privo di qualunque garanzia, per una somma iniziale ipotizzata, ma mai confermata, di 35 miliardi di euro. Il tutto con lo scopo, non dichiarato ma quasi, di “dare una bella sfoltita” alla sovrappopolazione del continente. Decisamente, la realtà è meno netta, meno definita delle scie chimiche.
Ad introdurre il regime sanitario fu la sinistra dei grillini e dei piddini, senza che la destra facesse assolutamente niente per impedirlo; oggi, nonostante una conta tragica dei danni, e danni costruiti, operati, imposti, la destra che ha ereditato il potere è saldata nella sinistra con i suoi appelli a vaccinarsi tutti (il governatore laziale Rocca), gli insulti ai “novax asfaltati” (l’assessore lombardo Bertolaso, capace di una uscita incredibile: “Il quinto vaccino non è come gli altri, questo funziona”). Ah, questo funziona? Potevate dircelo che gli altri 4 erano cancerogeni e non funzionavano. Per colpa vostra, non di un dio maligno, per colpa vostra nessuno escluso, per colpa di questa SinEstra di blocco, non delle coincidenze esoteriche, io, come milioni di noi, lotto per una vita che non ho più. Per questo sto male. Per questo mi rado a zero non aspettando che i capelli mi caschino in mano. E una volta al mese mi chiudo in un ospedale per tre giorni a ingurgitare litri di veleno per uccidere un altro veleno. E dopo, a casa, piscio l’impossibile. E i contraccolpi, che ve li racconto a fare. E le ripercussioni sul morale non te le immagini se non ci passi: non è come raccontarle. Mettici anche una condizione di invalidità conseguente all’esplosione di una spalla, di tendini, di muscoli dal braccio all’inguine, conseguente a un incidente, a seguito del quale mi sono scoperto il tumore. E nessuno mi ha aiutato, altro che le dotte articolesse su “come sostenere psicologicamente uno che scopre di avere un cancro”. A me una mattina sono comparsi in ospedale l’ortopedico in compagnia dell’oncologo e mi hanno detto: come previsto, lei ha un tumore. Dovrebbe trattarsi di un mieloma o forse un linfoma. Arrivederci. Ed io cercavo di aprire la finestra per buttarmi di sotto, e non ce la facevo solo perché ero tutto rotto, strappato, stirato, e mia moglie cercava di tenermi. Altro che guerriero. Altro che eroe di luce. Poi avevano anche ipotizzato una metastasi ossea, per fortuna smentita. Poi mi hanno bombardato di esami, di analisi, di biopsie. Mi sono dovuto arrangiare, poi affidare a presenze fondamentali: Monia, terapista della mente, Serena, terapista in palestra, Emanuela, terapista in piscina. Per lo più a spese mie. Poi c’è Milena, responsabile del mio sangue. C'è Daniela, responsabile di tutto il resto. Nelle mani di queste donne io ho messo la vita che mi resta. Adesso io assumo, in certi periodi, da 12 a 15 farmaci al giorno. Mi faccio le analisi del sangue una volta la settimana. Ogni 28 giorni, 8 ore di monoclonale seguite da 2+2 di chemio. Ogni volta un incubo diverso. Ho scoperto il senso di morte che prende dopo un ciclo, è terrificante, sai che se ne andrà ma finché ti avvolge non hai scampo. Se mi va bene, andrà avanti fino a maggio. Ma non sono affatto escluse recidive. Grazie ai signori Mattarella, Speranza, eccetera, non sarò più quello di prima, dentro soprattutto. Dovrò mettere di nuovo insieme frammenti di me, e non so proprio in quale ordine. Non so cosa ne verrà fuori. Eppure non rinuncio a testimoniare anche per gli altri. Non mi nascondo. Ma fare finta di essere sani è spaventosamente pesante, è una fatica immane che ricomincia ogni giorno. Perché non esserlo, sani, vuol dire non avere un futuro, vuol dire che ogni giorno ricominci da capo, nel buio. Non hai modo di goderti le piccole stupidaggini che rendono la vita sopportabile: un paio di scarpe nuove, un disco che aspettavi, una scopata da sogno, una partita in tivù. Non ce l’hai la testa, proprio, per non parlare del fisico. Poi apri il telefono e trovi i Barili arrugginiti, barili di regime che ti dicono: sei la merda. E i fantasmi mandati avanti a ringhiare: ma quanto la fai lunga, quanto ci metti a sparire?