Malori e ischemie indotti a distanza? The Lancet: "Campi elettromagnetici a radiofrequenza possono alterare la pressione sanguigna" - LO STUDIO
The Lancet ha pubblicato un nuovo studio sui campi elettromagnetici a radiofrequenza e la possibilità di alterazione della pressione sanguigna a distanza
La rivista scientifica inglese di ambito medico The Lancet, ha messo in luce un nuovo studio dove si afferma che durante l'esposizione a un campo elettromagnetico a radiofrequenza, la pressione sanguigna a riposo potrebbe alterarsi. Da qui si apprende come, malori e ischemie potrebbero essere indotti anche a distanza.
Con l'avvento dei telefoni cellulari e il loro crescente utilizzo nel settore tecnologico, l'interesse pubblico si è stretto attorno alle potenziali influenze dei campi elettromagnetici a radiofrequenza (EMF) sul benessere umano.
Malori e ischemie indotti a distanza? Lo studio di The Lancet sui campi elettromagnetici a radiofrequenza e l'alterazione della pressione sanguigna
Sette uomini sani e tre donne di età compresa tra i 26 e i 36 anni hanno prestato la loro volontà di essere sottoposti a un protocollo in singolo cieco, controllato con placebo, per studiare l'influenza dei campi elettromagnetici di un telefono cellulare (GSM 900 MHz, 2 Watt, frequenza di ripetizione dei fotogrammi di 217 Hz) sulla pressione sanguigna. (BP), frequenza cardiaca (HR), perfusione capillare (CP) e benessere soggettivo.
Il dispositivo era fissato in una posizione tipica sul lato destro della testa e gestito tramite controllo remoto, in modo che il volontario non sapesse se il telefono stava emettendo o meno campi elettromagnetici. La pressione arteriosa e la frequenza cardiaca sono state misurate di continuo con un dispositivo Finapress e CP, con un pletismografo a infrarossi sulla mano destra.
Il protocollo è stato suddiviso in fasi con placebo e con esposizione a campi elettromagnetici di 35 minuti ciascuna. Anziché un ordine randomizzato è stata scelta una sequenza fissa per evitare un effetto dei campi elettromagnetici oltre il tempo di esposizione. Ai partecipanti però, è stato detto che sarebbe stata applicata una sequenza randomizzata.
Per ridurre la variabilità intraindividuale sono stati compiuti i seguenti passi:
- ogni partecipante è stato sottoposto allo stesso protocollo cinque volte in giorni diversi. Trascorsi i 35 minuti di esposizione, sono stati misurati i valori durante il riposo supino e le risposte alla posizione eretta per oltre 60 secondi, alla respirazione profonda con 6 cicli respiratori al minuto e alla manovra di Valsalva con pressione espiratoria di 40 mm Hg, come riportato in precedenza;
- le fasi I e III della manovra di Valsalva sono caratterizzate da variazioni passive della PA indotte da variazioni della pressione intratoracica all'inizio e subito dopo la fine della fase pressoria: le variazioni della PA nella fase II, alla fine della fase II e nella fase IV rappresentano la risposta mediata a livello neurone del sistema nervoso autonomo per contrastare le cadute indotte della pressione arteriosa. Il benessere è stato valutato con una scala analogica visiva all'inizio e alla fine di entrambi i periodi.