Vaccini Covid inutilizzati, BioNTech svaluta le scorte per 900mln, Pfizer riduce previsioni vendita del 13%, taglio spese di 3,5mld
Si è sgonfiata la “bolla” dei vaccini: svalutazioni e ridimensionamenti nelle spese dei due grandi gruppi farmaceutici
Con ormai una situazione pandemica sempre più rallentata, il gruppo tedesco BioNTech ha annunciato che sarà costretto a svalutare di 900 milioni di euro le sue scorte relative al vaccino contro il Covid-19, in quanto la domanda per questo prodotto ha subito una marcata contrazione. Tale ammontare corrisponde alla metà dell'utile imponibile che BioNTech ha ottenuto nell'ambito dell'accordo con il gigante Pfizer per la commercializzazione del vaccino, come spiegato dalla società in un comunicato. L'azienda prevede che le vendite del vaccino contro il Covid da parte di BioNTech nel 2023 risentiranno di questa situazione. Già quest'anno si prevedeva un calo delle vendite di oltre due terzi, con un totale di circa 5 miliardi di euro, rispetto al 2022.
BioNTech svaluta le sue scorte di vaccini e Pfizer vede al ribasso le previsioni finanziare: il quadro per il 2023
L'annuncio di BioNTech è stato seguito da quello del gruppo americano Pfizer, che venerdì ha comunicato la revisione al ribasso delle previsioni per l'intero esercizio finanziario del 2023 a causa delle vendite inferiori alle aspettative dei prodotti legati al Covid-19. Il gruppo statunitense ha specificato che le svalutazioni di inventario coinvolgeranno principalmente le materie prime, in particolare i lipidi, acquistati per la produzione del vaccino durante il periodo pandemico, oltre alle dosi del vaccino adattate alle varianti meno contagiose.
Pfizer ha dichiarato che l'utilizzo globale del Paxlovid, il farmaco prescritto per i pazienti affetti dal coronavirus, è attualmente leggermente superiore rispetto all'anno precedente, ma inferiore alle prime aspettative. Inoltre, le vendite del vaccino Comirnaty non stanno raggiungendo i volumi previsti. Di conseguenza, Pfizer ha rivisto al ribasso il proprio fatturato annuo, che dovrebbe ora situarsi tra i 58 e i 61 miliardi di dollari, rispetto ai precedenti 67-70 miliardi stimati. L'utile netto per azione è previsto tra 1,45 e 1,65 dollari, invece dei 3,25-3,45 dollari stimati in precedenza.
Albert Bourla (ceo Pfizer): “La crescita rimane comunque stabile”
Il CEO Albert Bourla ha sottolineato nel comunicato stampa che "il portafoglio di Pfizer per i prodotti non legati al Covid rimane stabile, e continuiamo a prevedere una crescita dei profitti operativi del 6-8% nel 2023". Nel terzo trimestre, Pfizer prevede di sostenere un onere non monetario di 5,5 miliardi di dollari per l'ammortamento di 4,6 miliardi di dollari relativi a Paxlovid, oltre a 900 milioni di dollari di svalutazione delle scorte e altri oneri legati al vaccino.
In particolare, Pfizer ha rivisto al ribasso le previsioni di vendita per il suo trattamento antivirale contro il COVID, Paxlovid, di circa 7 miliardi di dollari, con uno storno non monetario di 4,2 miliardi di dollari. Ciò è avvenuto in seguito all'accettazione della restituzione di 7,9 milioni di dosi acquistate dal governo degli Stati Uniti. Inizialmente, l'azienda aveva previsto ricavi da Paxlovid per l'anno in corso pari a circa 8 miliardi di dollari.