Vaccino Covid per chimici e fisici, la Corte Costituzionale: "Obbligo non irragionevole, imprevedibile il decorso della pandemia"
La Consulta reputa infondata e inammissibile il ricorso di un chimico, direttore di un laboratorio di analisi anti-inquinamento, che lamentava l’estensione dell’obbligo anche alla sua categoria
La Corte Costituzionale si è espressa, con la sentenza n.185, definendo ragionevole la decisione del legislatore di estendere l’obbligo vaccinale anti-Covid per categorie professionali considerate essenziali per il contrasto alla pandemia, garantendo “una tempestiva e uniforme attuazione dell’obbligo vaccinale”.
Vaccino Covid per chimici e fisici, la Corte Costituzionale: "Obbligo non irragionevole"
La sentenza della Corte chiude il caso di un chimico, direttore di analisi di un laboratorio anti-inquinamento che ha fatto ricorso perché considerava l’obbligo vaccinale per la propria categoria come infondato, non essendo un lavoro che rientrava nel campo sanitario. Il tribunale di Genova aveva sollevato l’incostituzionalità dell’art.4 del Dl n.44 del 2021 in base agli articoli 2 e 32 della Costituzione che imponeva la vaccinazione a tutte le professioni cosiddette sanitarie distinte dagli operatori sanitati come i chimici e fisici pena la sospensione dalla propria attività lavorativa, senza nessuna verifica del tipo di mansione svolta.
La motivazione della Corte Costituzionale
La Corte Costituzionale ha motivato la sentenza spiegando che la decisione è stata influenzata dalla condizione epidemiologica del momento, che necessitava la massima prudenza, e dall’imprevedibilità dello sviluppo dell’epidemia che necessitava un’ampia copertura vaccinale onde prevenire o contenere un eventuale ripresa dei contagi. La Corte Costituzionale prosegue affermando che è stato scelto un criterio integrativo basato sul luogo di svolgimento del lavoro e non sulla natura dell’attività professionale svolta.
Una scelta ha portato in primis alla vaccinazione del personale sanitario, ovvero coloro che erano a stretto contatto con i pazienti affetti da Covid, e poi si è proceduto sulla base di categorie legislative predeterminate che sono considerate una modalità per armonizzare la dimensione individuale a quella pubblica del diritto alla salute. Sempre secondo la Consulta, l’utilizzo di un criterio individuale avrebbe aggravato ulteriormente una situazione già di per sé delicata.
L'organo presieduto da Silvana Sciarra, che già nel recente passato aveva definito "legittimo" l'obbligo vaccinale imposto per decreto dal governo, si sofferma anche sul carattere temporaneo del provvedimento e non permanente, vincolato solamente alla situazione pandemica del momento.