Vaccino Covid, Andras Rabi: "Reazioni avverse come miocarditi da farmaci anti-Covid, donne in gravidanza usate come cavie"

L'ematologo Rabi: "I primi errori durante la gestione pandemica sono da imputare al noto protocollo "Tachipirina e vigile attesa", quando invece una terapia a base di antinfiammatori e anticoagulanti si era dimostrata notevolmente più efficace"

L'ematologo Andras Rabi, che esercita la sua professione dal 2002, si esprime sui temi come il vaccino Covid, le sue reazioni avverse e svela anche perché "questi composti a mRNA non possono neppure essere definiti vaccini". "Se si va a leggere sul sito dell’EMA cosa l’agenzia europea del farmaco intende per terapia genica vediamo che si parla di un trattamento che si basa sull’uso di farmaci ad mRNA o DNA".

Vaccino Covid, Andras Rabi: "Reazioni avverse da farmaci anti-Covid nei pazienti, donne in gravidanza come cavie"

Ma quali sono queste reazioni avverse dei "profarmaci" di Pfizer e Moderna, come li chiama il dottor Rabi? Sicuramente "alterazioni del ciclo mestruale, miocarditi, pericarditi, gammopatie monoclonali, trombocitopenia, trombosi ed embolie polmonari. Sono queste tra le principali riscontrate. Tante, troppe per un vaccino che dovrebbe curare dalla malattia. A questo vi si aggiunge "una particolare categoria a cui questa somministrazione viene consigliata e raccomandata".

'Donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo postpartum, comprese le donne in allattamento', dice la circolare ministeriale. "Come si fa a consigliare a donne incinte e che allattano una terapia genica chiamata vaccino, che non ha eseguito i test di fase 1, 2 e 3? Non conosciamo gli effetti a lungo termine sulla mamma e sul feto o bambino", si interroga l'ematologo.

"Hanno usato come cavie le donne in gravidanza durante la campagna vaccinale di massa, e lasciando da parte gli effetti avversi a breve termine (sui quali ci sarebbe moltissimo da dire), non sappiamo nulla degli effetti a medio e lungo termine.

Aggiungiamo il fatto di importanza capitale che in un primo tempo si diceva che l’mRNA non può essere integrato dal DNA umano, ma oggi sappiamo, -attraverso uno studio svedese dell’università di Lund- che questo non è vero; per mezzo di uno studio su una linea di cellule epatiche umane è stato dimostrato che è possibile integrare l’mRNA del vaccino all’interno del loro DNA. Inoltre non c’è stato nessun seguito a questo studio. Perché?".

E poi "l'Aifa non aggiorna più le segnalazioni di eventi avversi da un anno e mezzo". Un altro fatto grave documentato da "molte testate giornalistiche".

"I vaccini Covid sono in realtà profarmaci"

Rabi: "L’EMA stessa ci dice però che i criteri per definire un vaccino come tale non fanno rientrare le terapie geniche all’interno della dicitura “vaccino”. Non è una sottigliezza delle parole; innanzitutto perché i vaccini sono prodotti inerti, ossia che non hanno effetti sul corpo, se non quello di attivare il sistema immunitario. Infatti il vaccino “tradizionale”, agisce aumentando la capacità di risposta del sistema immunitario al virus. I composti ad mRNA o DNA possono essere invece classificati come profarmaci; nel caso di Pfizer e Moderna si inietta mRNA in un nanolipide che poi viene inglobato dalle cellule per portare alla sintesi cioè alla produzione della proteina Spyke che di conseguenza attiva il sistema immunitario. Il farmaco è dunque la proteina Spyke".

"Ma il nodo drammatico è questo: se avessero classificato la terapia genica come un farmaco sarebbero stati obbligati a svolgere e superare tutta una serie di test per la sicurezza, test che per un prodotto etichettato come vaccino non sono necessari. Parliamo ad esempio di teratogenicità, studi sulla genotossicità, cancerogenicità, nella loro fase 1, 2 e 3, e quindi richiede diversi anni prima di essere messo in commercio. Ma le terapie geniche Pfizer e Moderna non essendo state classificate come farmaci, ma come vaccini, non hanno dovuto essere sottoposte a questo iter".

"Un cambiamento del loro nome ha permesso a questi composti di non dover superare un percorso di sicurezza. Altro che cospirazioni, sono gli stessi criteri delle agenzie che hanno promosso l’utilizzo di massa di queste sostanze, a dirci che esse sono sperimentali".

Per quanto riguarda la proteina Spike, "non si sa" se oggi ci siano gli antidoti per ridurre i danni causati dalla proteina, ma "ma se l’informazione contenuta nell’mRNA che porta alla sintesi della proteina Spike, dovesse diventare parte integrante del nostro corredo genetico, c’è il rischio che non riusciremo mai ad eliminare tale proteina".

Andras Rabi sulla raccolta delle segnalazioni delle reazioni avverse

Come vengono raccolti i dati sulle reazioni avverse? Rabi lo spiega: "Devo dire che il sistema si presta a numerose critiche. Ad esempio nel caso della nuova formulazione bivalente. Negli Usa a 90 mila volontari sani è stato iniettato il profarmaco e gli è stata fatta installare una applicazione sullo smartphone ed è stato detto loro di segnalare a questa App eventuali sintomi. Ma come fa un cittadino, che non è un medico, a stabilire se un qualsiasi segnale del proprio corpo è dovuto alla sostanza somministrata o a qualsiasi altro fattore? Questo metodo di verifica del profilo della sicurezza non ha nulla di scientifico".

"L’unico modo corretto di svolgere questa verifica di sicurezza è che queste sostanze vengano considerate come ciò che sono, e cioè farmaci, e che quindi soddisfino tutti i requisiti di efficacia e sicurezza che vengono normalmente richiesti ad un nuovo farmaco prima di essere messo in commercio". 

"Insomma diversi modi di gestire il virus e poi di portare avanti la cosiddetta campagna vaccinale lasciano quanto meno perplessi. Da un punto di vista medico l’errore è nato nel momento in cui si è voluto classificare una terapia genica come vaccino per accelerare l’emissione in commercio. Il momento storico eccezionale che certamente stavamo vivendo può solo in parte giustificare questa forzatura, ma ora, ad emergenza sanitaria finita, sarebbe doveroso riconsiderare il tutto".

Rabi: "Ci hanno ricattati a firmare un consenso informato"

"E’ inutile girarci intorno, ci hanno ricattati a firmare un consenso informato, è un ossimoro!", spiega l'ematologo. "Ci hanno obbligati a dichiarare che acconsentivamo a farci ricattare".

"Se un cittadino è obbligato a ricevere un farmaco non deve firmare alcun consenso, perché la responsabilità è dello Stato; se invece rifiuta la somministrazione del farmaco non gli può essere negato l’accesso al lavoro o ai servizi, non può perciò essere discriminato per tale scelta. Noi invece siamo stati messi in una condizione che non è né un obbligo palese né una libera scelta, ma un vero e proprio ricatto. Questo è inaccettabile in una democrazia che si professa civile.

L'allarmismo dei media durante il Covid

L"’ex presidente Draghi, in conferenza stampa, affermò che se un cittadino si fosse trovato in un ambiente chiuso con altri vaccinati, poteva essere certo di trovarsi in un ambiente protetto dalla trasmissione. Non era solo un errore, era una falsità e la letteratura medica già lo dimostrava".

"Poi gli organi competenti hanno corretto il tiro, dicendo che il vaccino non proteggeva dall’infezione Covid-19 ma serviva solo a ridurre la gravità dell’infezione. Il grande equivoco nasce dall’aver classificato come vaccini delle sostanze che in realtà sono terapie geniche. Probabilmente si è deliberatamente deciso di non usare il termine “terapia genica” per non spaventare l’opinione pubblica e convincerla in tal modo ad accettare più facilmente di sottoporsi alla "vaccinazione"".

Antinfiammatori più efficaci del protocollo "Tachipirina e vigile attesa"

Si passa poi agli errori della gestione pandemica: "I primi errori durante la gestione pandemica sono da imputare al noto protocollo "Tachipirina e vigile attesa", quando invece una terapia a base di antinfiammatori e anticoagulanti si era dimostrata notevolmente più efficace", rivela.

"Molti medici sapevano già nell’inverno del 2020 che il Sars-coV2 causava un quadro infiammatorio che poteva portare poi alla polmonite e a danni cardiocircolatori. Le informazioni spaventose dovevano indurre la popolazione a vaccinarsi. Gran parte della popolazione percepiva la vaccinazione come atto coercitivo di chi ci governava, peggiore del Covid stesso, questo spiega i famosi party-Covid, feste in cui ci si assembrava per trasmettere l’infezione. Ci rendiamo conto a che punto sono stati spinti gli italiani?".