Anche Celine Dion si ritira: a 55 anni ne dimostra 90. Ma l'informazione nemmeno si chiede perché
Cosa è successo dall'ottobre 2021 in cui la popstar cominciò a invecchiare e a paralizzarsi? Cosa a Madonna, a tutti gli altri? Ma la UE destina 1 miliardo alla comunicazione sui vaccini, cioè la corruzione di giornali e giornalisti pagati per fare la propaganda.
Dicono che si insiste troppo sulle reazioni avverse dei vaccini che in realtà “hanno salvato 20 milioni di vite e non meritano l’attacco della informazione novax”. A noi non sembra questione di controinformazione o di informazione antagonista e abbiamo se mai l’impressione che di questi preparati, che il governo si prepara a reintrodurre a mezzo della solita formidabile campagna mediatica, si parli tuttora a sproposito e in modo omertoso. Una cantante globale dalle vendite colossali come Cèline Dion annuncia il ritiro, a 55 anni non può più salire su un palco, è spaventosamente appassita e smagrita, come per un incantesimo, non arriva a 40 chili e la sua schiena è rigida e fragile come quella di una vecchia; il tutto in pochi mesi. E come lo spiega l’informazione istituzionale, che si attribuisce da sola attendibilità impeccabile? Nel seguente modo: “Celine Dion non canterà più in pubblico. La sua malattia peggiora e lei non riesce nemmeno più ad uscire di casa. Lo ha rivelato il sito americano Radar online citando fonti vicine alla star, che combatte da tempo ormai contro la sindrome paralizzante della persona rigida. "La 55enne di 'My Heart Will Go On' è ora così debilitata che odia uscire di casa anche solo brevemente e non ha intenzione di ripristinare le date del tour 2023 e 2024, che ha cancellato a maggio", si legge sul sito. La cantante canadese è affetta da una rara patologia. Le è stata diagnosticata la "sindrome della persona rigida", dall'inglese SPR, Stiff person syndrome. Si tratta di una rara neuropatia che colpisce il sistema nervoso centrale ma provoca rigidità muscolare progressiva e spasmi principalmente nel tronco e nell'addome. Lo aveva annunciato la stessa Celine in un commovente video postato nel dicembre 2022: "Ciao a tutti, mi dispiace averci messo così tanto a farmi viva. Mi mancate tanto e non vedo l'ora di essere di nuovo sul palco per parlavi di persona. Come sapete sono sempre stata un libro aperto e non ero pronta a dire niente ma lo sono ora. Da tempo sono alle prese con problemi di salute". L'artista ha poi continuato: "E' difficile per me affrontare queste difficoltà e parlare di ciò che mi sta succedendo. Recentemente mi è stato diagnosticato un raro disordine neurologico chiamato 'sindrome della persona rigida', che colpisce una persona su un milione". Celine Dion aveva completato 52 date del suo "Courage World Tour" prima della pandemia. Poi l'arrivo del Covid ha costretto a sospendere tutto e anche quando l'attività live è poi ripartita la cantante non ha potuto riprendere a causa della malattia che l'ha colpita. E' ormai dall'ottobre 2021 che la cantante non ha pace e continua ad annullare concerti”.
Chi sta in questo gioco da abbastanza tempo, io da più di 30 anni, non fatica a vedere subito la fuffa, a sentirne il sapore: non viene detto letteralmente niente e si riempie il vuoto con gli accenni patetici. In sostanza: Dion è malata perché è malata, non ce la fa perché non ce la fa. Lo stesso fu detto per Madonna, per centinaia di artisti distrutti o folgorati improvvisamente, per giornalisti e personaggi mediatici. Cosa è fare informazione? Un tempo era andare dietro, fare domande, oggi è rivendicare, con giusto orgoglio, la prostituzione: “Ma come, tu non ci vai al Twiga di Briatore? Io con due pezzi pubblicitari mi faccio la stagione”. Le domande sarebbero poche e sarebbero semplici: come mai “dall’ottobre 2021” Céline Dion “non ha pace”? Cosa è successo in quel momento? È o non è il tempo preciso dell’esplosione della vaccinazione planetaria? Ha assunto dosi? E quante?
Di tutto questo non ci si occupa, nemmeno l’ombra di uno scrupolo professionale. Cioè l’esatto contrario del mestiere di informare. Si compensa coi dettagli inutili, con le dichiarazioni sui social. L’Unione Europea ha fatto sapere di aver destinato l’esorbitante somma di 1 miliardo di euro in comunicazione sui vaccini: vuole dire, né più né meno, che comprare tutti i giornali e i giornalisti europei, i siti propagandistici, i virologi sovvenzionati, i politici che adottano le campagne, costerà un miliardo. Ma noi sappiamo che tra gli innumerevoli effetti scatenati dai preparati anticovid, dalla famigerata proteina Spike che doveva restarsene buona e poi sparire una volta debellato il virus, e invece si è legata al sangue, ai tessuti ossei e muscolari, e gira, gira e non se ne va più, ci stanno anche le malattie, atroci, patite da Cèline Dion. Dirlo è sconveniente? Porre almeno il dubbio è disdicevole? A quanto pare sì, ma io non smetto di ricevere racconti di tanti minuscoli Cèline Dion, o Madonna, o Andrea Purgatori, o Silvio Berlusconi, o Maurizio Costanzo, o chi vi pare. Il marito di una amica, un tipo atletico, forte, imprenditore artigiano, una quercia piena di vita, di entusiasmo, che si sottopone a somministrazione e dopo 5 giorni si accascia, “l’inferno, gli è scoppiato dentro l’inferno”, perde la lucidità, la voglia, l’energia, difese immunitarie a zero “e guarda, ti giuro, lui mai neanche un raffreddore”, non reagisce, si ammala di polmonite bilaterale, lo portano d’urgenza in ospedale, lo intubano e non ce la fa, l’organismo crolla, “signora corra qua subito che è questione di ore se non di minuti”. Invece l’organismo anche sfinito combatte e alla fine il doppio miracolo, si salva sia dalla malattia che dalla terapia. Ma non è più lo stesso, ha perso le forze, il tono muscolare, 15 chili, la pressione regolare, i capelli, a ciocche, e in testa aveva una foresta, rigogliosa, quasi oltraggiosa. Io lo conosco, lo ricordo. Dice la moglie, la mia amica: “Ci siamo vaccinati, così, per lavorare, come tanti, come quasi tutti, mai pensavamo di doverci guardare da ci garantiva la salute. Adesso non so più niente, ti leggo sempre e ho mille dubbi, ma una cosa è sicura: vaccini mai più e se dovremo finire sotto i ponti, sarà sempre meglio che uccidersi”.