Commissione d'inchiesta sul Covid prende quasi il via, intanto escono studi e ammissioni sugli effetti avversi: anche da Pfizer
Le ricerche sono sempre più precise e numerose: negare questi effetti non è più lecito, tanto più che sono gli stessi produttori dei vaccini ad ammetterli. Eppure si continua a pretendere vaccinazioni universali anche per patologie "non ancora scoperte".
Nella giornata di ieri, giovedì 6 luglio, sono accaduti alcuni fatti notevoli, di intriganti coincidenze. Il Parlamento ha finalmente sancito, meglio tardi che mai, il varo della Commissione d’inchiesta sul Covid, con una premessa: verificheremo tutto, dalla app Immuni agli effetti avversi. Prospettiva comprensibilmente colta con rabbia dalla sinistra di regime il cui ex primo ministro Conte si è prodotto in un discorso di rara retorica. Premessa, promessa o minaccia? Uno strumento, questa Commissione, per fare davvero chiarezza su un periodo miserabile della vita italiana, come ha detto l’ex Presidente di Cassazione Fioretti, “una tirannide sanitaria che ha messo la Costituzione sotto i piedi”? O un prosaico strumento di ricatto all’opposizione? Si vedrà, nella politica nazionale tutto quello che puoi pensare è vero, ma nelle stesse ore uscivano nuove conferme in forma di nuovi decessi o malesseri improvvisi come quello dell’ex speaker di Radio 105, Marco Mazzoli, il quale ha detto di non essere mai stato così male. Come uno che si avverte morire. Contemporaneamente, diversi ricercatori hanno concentrato sulla rivista Science i risultati di lavori convergenti sulla sindrome del Long Vax, gli effetti a lungo termine post vaccinali; effetti che chi si è sottoposto a due o più dosi conosce bene, come chi scrive: continui e persistenti emicranie, sbocchi di sangue, stanchezza cronica, risorgenze patologiche come il Fuoco di Sant’Antonio, arti pesanti, dolori articolari e muscolari, formicolio, sfinimento, depressione, cuore ballerino. Tutta roba al momento poco spiegabile e comunque non spiegata ma che si assume sempre più per indotta dalle somministrazioni. Ecco, se dovessi riassumere in poche, semplici parole la sensazione che da due anni non mi abbandona, parlerei di una entità maligna nell’organismo, come un parassita, una cosa che mangia dentro, non si ferma mai e consuma. La netta percezione che il corpo non risponda più come prima, staccato dalla mente, un corpo malato, a volte deserto.
Altro fatto interessante, lo studio su Lancet che testimonia di una incidenza del 75% delle reazioni avverse a seguito di autopsia: è una proporzione mostruosa, se i dati sono veritieri tre morti su quattro si debbono al preparato anticovid e va bene che il campione è concentrato, ma, come diceva la neurologa Anne Louise Oacklander, che di reazioni avverse si occupa alla Harvard Medical School, “dove c’è fumo c’è fuoco”. Più in generale, dopo un milione di casi una coincidenza diventa una statistica e non c’è narrazione del regime globale che tenga: anche la Food and Drug Administration americana, comincia a porsi domande, a concedere ammissioni. In Italia no. L’omologa Aifa teorizzava la censura e la menzogna di sistema e adesso abbiamo le escandescenze dei Conte e gli Speranza che non accettano lo spauracchio di una Commissione d’inchiesta. Ma, come scrive la giornalista Martina Pastorelli, uno degli aspetti più preoccupanti di tutta la faccenda è che non abbiamo imparato niente. Si continua con l’opportunismo e il fanatismo, si spinge verso nuove dosi “per tutte le patologie anche quelle non ancora scoperte”, il concetto di prevenzione saltato in favore di un approccio sul mistico-mitologico, il siero che blocca, che scongiura. Invece non scongiura e secondo ricerche sempre più precise e incalzanti o accelera la dipartita o rende invalidi a lungo termine e comunque senza scadenza. La Bussola Quotidiana (ripresa da la Verità) ha riportato un documento Pfizer relativo agli effetti avversi in soli sei mesi, 19 dicembre 2021 – 18 giugno 2022: i numeri sono allucinanti: 3000 deceduti, 900 colpiti da trombocitopenia immunitaria, cioè problemi nella coagulazione, oltre 2000 sanguinolenti continui, 16000 con miocardite, 35000 col cuore che fa i salti, 25mila tachicardici, 16mila sordi o con acufene, oltre 5000 paralizzati in faccia, quasi 2000 con paresi,, 300mila martellati da mal di testa atroci, 30mila con ipoestesia che sarebbe scomparsa sensibilità fisica a vari livelli, 17mila che non smettono più di sudare, rovinandosi l’equilibrio minerale, 1000 ciechi improvvisi, 700 aborti, 50mila con mestruazioni irregolari o saltate. Cosa ci hanno iniettato, la bomba atomica? Scorie nucleari? Tutto in soli sei mesi e limitandosi ai casi denunciati, che di norma sono nella misura di uno su cinquanta, su cento effettivamente patiti. Ed è Pfizer stessa a riconoscerlo, altro che complotti, altro che ostinazioni novax. Non è un olocausto? Ce la caviamo col solito buttare la palla in tribuna, “senza i vaccini ne sarebbero morti di più”? No, non senza i vaccini ma senza cure del tutto sbagliate, inclusi i respiratori che distruggevano i polmoni attaccati dal virus, errore micidiale e da più parti segnalato.
Abbiamo parlato delle conseguenze sul fisico, ma non smettiamo di insistere su un punto: per quanto devastanti, questi effetti fisiologici sono secondari rispetto alla devastazione psichica collettiva. Se incontro amici dopo anni, subito si finisce a parlare di “quella cosa”, di “quel periodo”, come di uno spartiacque, prima e dopo il Covid che però si risolve in prima e dopo la libertà, prima e dopo la perdita della dignità. Non ho mai trovato un interlocutore capace di ricordare con distacco e relativa serenità, tutti ne parlavano, ne parlano con occhi animali, terrorizzati, pieni di incubi, e raccontavano le persecuzioni sul lavoro, l’impossibilità di muoversi, il progressivo smarrimento di sé, l’abitudine, inaudita, irreale, a ritrovarsi velocemente sotto il tallone autoritario, spaventati, sospettosi, alienati come i popoli oppressi dalle dittature. E ne parlano come se ci fossero ancora dentro o si aspettassero di tornarci. È precisamente la sindrome del sopravvissuto, di quello che è ritornato dal lager ma con la testa è rimasto là. Ed è una cosa fondata perché questo stato di cattività è durato trenta lunghissimi mesi e ogni giorno ci viene ricordato che potrebbe verificarsi ancora, che succederà ancora.
Questo scempio, nessuna Commissione potrà mai verificarlo e se mai punirlo. Questo scempio è l’effetto avverso a sconfinato termine, non passa più, sta dentro di noi come la proteina Spike, ci ha cambiati, ci ha spenti. Questo scempio siamo noi, che non speriamo più, non dormiamo più come prima, non facciamo l’amore come prima. Siamo noi, che sopravviviamo ma non viviamo più davvero. Giaciamo in una notte ghiaccia dove niente è più importante, disperati per non esserci saputi ribellare, per non avere saputo difendere la nostra dignità e la salvezza dei nostri cari. E non fu colpa nostra, ma il senso di colpa è irrazionale e distrugge come il vaccino se non di più.