Pillola anticoncezionale gratis, stop da Cda AIFA: "Non sono precisate le fasce d'età e le modalità di distribuzione"

Il Cda ha fatto notare che mancano alcune precisazioni sulle "sulle fasce di età a cui concedere gratuitamente la pillola anticoncezionale, sulle modalità di distribuzione e sui costi per il Sistema Sanitario Nazionale”

Non ci sarà nessuna pillola anticoncezionale gratuita per le donne italiane, almeno non per il momento. È così che ha deciso infatti l’AIFA, l’Agenzia italiana del farmaco, che ha spiegato di voler dare più tempo agli approfondimenti sull’argomento. Giorgio Palù, a capo del consiglio di amministrazione, ha voluto rinviare la questione alle commissioni Cts e Cpr, che si occupano rispettivamente della parte tecnico-scientifica e di prezzi e rimborsi.

Pillola anticoncezionale gratis, Cda AIFA: "Non ci sono elementi per deliberare"

Il Comitato prezzi e rimborso dell'AIFA aveva già annunciato ad aprile la decisione in merito alle tariffe farmaceutiche. Tuttavia, prima di poter entrare in vigore, la procedura richiede l'approvazione del Consiglio di amministrazione e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. In genere, questa fase rappresenta una formalità, ma in questo caso il CDA ha deciso di rimandare la decisione alle commissioni responsabili della sua elaborazione, richiedendo ulteriori chiarimenti e precisazioni.

Le pressioni politiche sono sicuramente molto forti di fronte ad un argomento così delicato. Molti Paesi Europei hanno già adottato la novità e le direttive europee finiscono per inserirsi nel diritto nazionale del Paese sul lungo termine. Questo significa che, se oggi la richiesta di rendere la pillola anticoncezionale gratuita non è stata ancora approvata, non vuol dire necessariamente che non lo sarà in futuro.

La decisione di AIFA non è frutto di pressioni politiche

Effettivamente, la sospensione della decisione da parte dell’AIFA non deriva da pressioni politiche, ma piuttosto da una mancanza di chiarezza su fattori importanti da tenere in considerazione in caso la richiesta fosse approvata. Nel concreto, il Cda ha fatto notare che mancano alcune precisazioni sulle “sulle fasce di età a cui concedere gratuitamente la pillola anticoncezionale, sulle modalità di distribuzione e sui costi per il Sistema Sanitario Nazionale”.

Ad esempio, “per le donne in età fertile, per le donne che versano in condizioni economicamente disagiate o per le giovani fino a 19/26 anni come in alcuni Paesi Europei” e nelle sei regioni italiane che già offrono gratuitamente la pillola anticoncezionale. Questi criteri sono importanti perché renderla gratuita per tutti, senza limiti di età o di reddito verrebbe a costare circa di 140 milioni di euro all’anno, secondo i calcoli delle commissioni AIFA.

Il cda afferma comunque di essere pronto a svolgere il proprio ruolo e ad esprimere pienamente il proprio parere una volta ottenuta l’istruttoria adeguata richiesta alle commissioniconsultive.