Cure Covid, lo studio dell’Istituto Negri e del Giovanni XXIII: “Antinfiammatori riducono i sintomi dell’80% e il ricorso all’ossigeno del 100%”
Pubblicati su Infectious Diseases gli studi relativi all'efficacia degli antinfiammatori nella cura per il Covid
A uccidere chi si ammala di Covid non è il virus ma l’infiammazione. Entra qui in gioco l’importanza degli antinfiammatori già dalla manifestazione dei primi sintomi della malattia. Questa ipotesi di intervento precoce è stata oggetto di diversi studi che sono stati pubblicati su Infectious Diseases, condotto dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e dall’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Già lo scorso gennaio il direttore dell’Istituto Mario Negri, Giuseppe Remuzzi, lo aveva detto: “gli antinfiammatori riducono del 90% la manifestazione severa della malattia e l’ospedalizzazione”.
Cure Covid, lo studio dell’Istituto Negri e del Giovanni XXIII: esaminato campione di 5000 pazienti
Lo studio condotto dallo stesso Giuseppe Remuzzi insieme a Fredy Suter, Norberto Perico e Monica Cortinovis, ha esaminato tutte le ricerche pubblicate su riviste scientifiche rinomate tra il 2020 e il 2021, su un campione di 5000 pazienti.
Dai risultati di questa ricerca è emerso che le ospedalizzazioni sono calate del 90% in caso di malattia lieve e moderata grazie all’assunzione di antinfiammatori e che il tempo di permanenza dei sintomi è calato dell’80%, con calo del 100% della necessità di supplementazione dell’ossigeno.
Cure Covid, lo studio dell’Istituto Negri e del Giovanni XXIII: antinfiammatori efficaci sin da subito
Gli antinfiammatori dunque, si rivelano efficaci sin da subito per curare e soprattutto per prevenire forme più severe della malattia evitando così ricoveri in ospedale o, nei casi peggiori, in terapia intensiva.
Per gli autori dello studio il Covid in questo modo può essere curato a casa così come si cura un banale raffreddore.
L’azione dei farmaci antinfiammatori inibisce così l’aggravarsi dell’infiammazione che in determinati pazienti potrebbe scatenare una concatenazione di eventi che portano anche alla morte.
“L’insieme delle prove disponibili - si legge nello studio - evidenzia il ruolo cruciale della ‘disregolazione’ della risposta immunitaria e della risposta iper infiammatoria nell’avvio e nell’esacerbazione di Covid”.
Con questa evidenza scientifica viene quindi sconfessata una ipotesi avanzata agli albori della pandemia, ossia quella secondo la quale i principi attivi degli antinfiammatori avrebbero potuto aumentare la suscettibilità al Covid aggravandone i sintomi.
Non solo questa ipotesi si è rivelata infondata, ma la realtà dice tutto il contrario: la terapia con i Fans previene l’evolversi della malattia in forma severa, contribuendo a curare il paziente presso il proprio domicilio e senza ricorrere al ricovero in ospedale.