Caro Ferraris, la società dissociata di oggi non è colpa del Covid ma di precise scelte di regime
Troppo comodo dire che dietro il Covid non c'era altro che casualità: fu se mai l'occasione per archiviare la democrazia di servizio in funzione di un regime autoritario. Le testimonianze delle vittime dimostrano un orrore che non è lecito considerare accidentale.
Il filosofo di “Repubblica” Maurizio Ferraris, ma quanti sono questi filosofi che hanno tutte le risposte a domande puntualmente sballate?, ha scoperto che dopo il Covid sono finite in frantumi le celeberrime, tautologiche relazioni umane che però lui chiama “microstorie” perché fa più ermeneutico. Ferraris, interpellato dal Corriere, vede, finalmente, l'acqua calda ma non sa distillarla dal torbido: per lui il Covid resta frutto di casualità imperscrutabile a dispetto dei complottari che lo ritengono artefatto per svitare la testa al mondo e riavvitargliela a rovescio; la mettesse come vuole, ma questo abominio è stato comunque l'occasione attesa, come ammetteva l'ex assessore potentino Speranza, promosso ministro della malattia: “La pandemia è un'ottima opportunità per rifare la società in senso gramsciano” cioè di stampo sovietista concentrazionario. Il disegno di un folle, questo sì organizzato dopo il quale non siamo più gli stessi e difficilmente torneremo come eravamo; niente è stato lasciato al caso: le smanie dirigiste, frustrate da lungo tempo e finalmente liberate, il trionfo tecnocratico in funzione di controllo, la dissacrazione del divino, sostituito dal vaccino e quindi dal genderismo ludico e catartico, la grande truffa ecologica che dallo status quo pandemico ha trovato nuova e definitiva linfa, e potremmo continuare. L'esperimento sociale c'è stato e i filosofi che salpano dall'estetica pensosa e approdano a quella penosa, partono, non se ne adontino, da presupposti sbagliati se non falsati o mistificati: non è stato “il long Covid psicologico” a incrinare o sfasciare la psiche collettiva, è stata la gestione concentrazionaria in quasi tutti i paesi, in Italia più che altrove, e una gestione fine a se stessa, che, col senno di poi, ma i gerarchi lo sapevano già allora, non serviva a schermare dal contagio ma dalla democrazia sì.
Sono stati i divieti paranoici e gli obblighi psicotici: il caffè in piedi sì seduti no, le mutande sullo scaffale sì ma le canotte sullo scaffale a fianco no; i giocattoli negati ai bambini con tanto di transenna, le donne sbattute giù dai treni notturni, mollate nelle stazioni italiane che sono antri dell'orrore, per un greenpass scaduto da mezz'ora, per un QR di tracciamento. È stato il male puro uscito dal potere dei ceffi, le nullità che ci volevano “morti come mosche, ridotti a poltiglia verde” e neanche loro sapevano perché visto che erano partiti a succhiare involtini cinesi odiando dello stesso odio chi, nello sconcerto dell'incomprensione, manifestava paura. Sono stati gli amministratori delle nostre vite che, non contenti del Panopticon, volevano andare oltre, fino al lager: “Siete ratti e siete merde, state chiusi, minorati, vi veniamo a prendere, vi togliamo tutto, vi ricoveriamo e vi spacchiamo le ossa, la trachea, vi facciamo venire l'embolo e vi guardiamo morire”. Abominii del genere li abbiamo vissuti ogni giorno sulla pelle, ne siamo stati bombardati, una inviata di un telegiornale di stato correva dietro ai cosiddetti novax per provocarli, per umiliarli: è stata promossa alla conduzione in prima serata (e oggi continua con il terrorismo climatico). Roba di cui non c'era alcun bisogno, la malvagità per la malvagità ma i presidenti del Consiglio e della Repubblica a loro modo la avallavano e se mai la fomentavano. Per chiunque rivestesse una seppur infima condizione di potere, è stata l'occasione per regolare vecchi conti, per ribadire il proprio rango autoritario, per infierire su cittadini da sempre considerati sottoposti, nella curiosa, malsana concezione italiana della democrazia di servizio. La società dissociata e cannibale è durata tre anni ed è pronta a tornare se è vero che all'Aifa il governo ha promosso una vice dell'indifendibile Magrini, la farmacista Anna Rosa Marra che diramava circolari del seguente tenore: “Bisogna imparare a non rispondere” e se proprio si doveva, allora conveniva mentire sugli effetti avversi che costavano paralisi, amputazioni, a volte la morte. Un personaggio segnalatosi per spregiudicatezza e attitudine all'omertà non è abbastanza per indurre il filosofo a vedere le cose in modo un po' più decente? Non lo è l'informazione prezzolata che nell'alluvione di ammissioni postume, di vergogne di potere trova modo di umiliare le vittime tenendole in fama di deficienti, “convincersi che il vaccino fa male provoca effetti collaterali”, come a dire ve la siete cercata? Allora aggiungiamoci un paio di testimonianze, omettendo solo i rari elementi di possibile identificazione.
Ecco la prima lettera. “Gentilissimo Massimo, seguo con piacere le trasmissioni di Byoblu L'ora della verità e apprezzo molto le tue parole. Sono un'insegnante della scuola primaria che vuole e ha sempre insegnato o meglio cercato di insegnare ai propri alunni la capacità di ragionare con la propria testa e mai seguire la massa. In questi anni di farsa pandemia (sic) alla quale non ho mai creduto ho imparato a conoscere le persone. Non mi sono sottomessa alla vaccinazione proprio perchè a causa delle mie serie patologie di salute croniche avrei avuto conseguenze poco piacevoli e sono stata contenta di aver intrapreso questa strada. Ho subito le peggiori conseguenze a partire dal lavoro per concludersi con i rapporti amichevoli e non. Sono stata sospesa dal mio lavoro che ho sempre adorato per tre mesi restando senza stipendio per tutta la durata della sospensione. Ho fatto la fame riducendomi a mangiare una mela in quando avendo necessità di prodotti a basso indice glicemico che in quel momento senza stipendio non mi potevo comperare era l'unico modo per non trovarmi in coma dovendo assumere medicinali salvavita quattro volte al giorno. I pochi soldi che mi restavano dovevo utilizzarli per curarmi. Gli stessi medici mi hanno umiliata con le loro battute di spirito (premetto che ho subito 5 vitrectomie perdendo quasi totalmente la vista da un occhio e cercando di salvaguardare l'altro che purtroppo si sta avviando alla stessa strada, senza trascurare le terapie laser a partire dal 2003). Mi sono sentita umiliata dai medici i quali hanno esordito dicendomi " Signora se perde la vista.... perde la vista!", " io non posso scrivere e non ci sono documenti nella letteratura medica che testimoniano la pericolosità del farmaco" quando personalmente avevo in mano documenti che dichiaravano l'esatto contrario. Avevo diritto ad un'esenzione che mi è stata negata compreso il fatto che tra il mio ex medico curante e il medico vaccinatore si sono scambiate email dove è stata dichiarata una falsità. Ho fatto scrivere al medico dalla mia amica avvocato e ho ricevuto insulti di ogni genere fino al punto che mi sono levata dall'elenco di questo medico. Ho presentato la mia documentazione persino ad un medico militare il quale vedendo tutto quello che mi portavo sulle spalle si è chiesto il motivo per cui mi vietavano l'esenzione avendo tutto testimoniato. Umiliata da amic colleghe (sic) che mi hanno considerato un'appestata. che non si avvicinavano a me per paura di infettarsi quando io grazie ad una cura preventiva non ho contratto il covid e non l'ho passato a nessuno. A questo punto avrei dovuto dire io a loro non mi avvicino a voi perchè mi infettate, ma sono stata superiore parlando con tutti e avvicinandomi a tutti. Mi hanno reintegrato a 36 h lavorative, ma naturalmente chiusa nello stanzino della biblioteca a risistemarla, sollevando pesi che non avrei potuto fare per via delle mie operazioni e a respirare polvere di ogni genere, senza la benchè minia considerazione. Avrei potuto avere una crisi ipoglicemica forte e non avere la forxa di chiamare aiuto e mi avrebbero trovata morta, ma tanto a loro cosa importava. Sono finita dalla neurologa con uno stato depressivo ansioso che mi ha portato a non riuscire ad avvinarmi alle persone per lungo tempo, ancora presente allo stato attuale, a passare da momenti in cui pronti per uscire mi cambiavo con la voglia di piangere e stare chiusa in casa. A breve dovrò iniziare anche a frequentare sedute di psicologia per superare questa situazione di disagio che tutta questa discriminazione mi ha provocato. Sono fiera di quello che ho fatto, ho resistito passando delle gravi conseguenze, ma mi sono salvata.Vorrei solo che nella situazione in cui ci siamo trovati noi si trovassero coloro che ci hanno puntato il dito addosso e a dire il vero io lo sto facendo. Mi dispiace, ma non ho pietà per chi con me non ne ha avuto.
Un cordiale saluto”
(segue firma).
Ed ecco la seconda.
“La resistenza è uno stile di vita.un allenamento costante. La libertà non si concede, si esercita. Questa la mia eredità , la mia esperienza del periodo. Sono un segretario comunale.il ruolo esige soprattutto la garanzia della legittimità dell'azione amministrativa. Ho una formazione prevalentemente classica e giuridica. Sono nata nel 70. Sono figlia, sorella, madre, cognata, zia... Dallaa (sic) cd politica per la gestione della pandemia Sono stata attaccata su tutti i fronti. Minata in ogni mio ruolo. Offesa come cittadina. Addolorata come familiare. In allegato il documento che ho formalizzato nell'ente in cui prestavo servizio. Formalizzato, A seguito di una circolare del servizio personale che si allineava ottusamente e irresponsabilmente alle disposizioni governative; io posi il tema della disapplicazione. La mia relazione rimase lettera morta. Mai riscontrata. Io L ho applicata, invece. Un inferno. Mi sono rifiutata di fare la Capo'. Non ho mai ne richiesto ne esibito il vile pass. Successivamente quando le misure governative si inasprirono il servizio personale, impersonalmente, tramite semplice mail senza testo, mi inoltro' l'elenco dei dipendenti comunali evidenziando in giallo gli ultracinquantenni...dopo aver scritto la mail di risposta argomentando aspramente sulla impossibilità di attuare quella misura e sulla mia personale disapprovazione e incompetenza ad attuarlo, ...cestinai semplicemente la mail. A Napoli si dice che i chiavici si lasciano col silenzio. Non mi sono vaccinata. Ho ottenuto l'esenzione dopo un corpo a corpo con il sistema sanitario vaccinatore. È stato un incubo. Mia figlia unica in casa che vedevo sparire sotto il peso della follia del coprifuoco. Seconda media in dad...i muri della cameretta piena di pensieri d'amore per i compagni di classe che non viveva. Ci siamo opposte. Non si è vaccinata. Ho dovuto accompagnarla e prenderla a scuola perché non poteva prendere i mezzi pubblici. Il suo sport?una passione; la ginnastica artistica ...privata dal febbraio 2020...poi nel 2022 stanche e io impaurita dalle privazioni abbiamo imbrogliato chi ci opprimeva ingiustamente.non me ne pento. Ha cominciato a seguire nuovamente il corso di ginnastica nonostante non fosse vaccinata. Il primo imbroglio della nostra vita. É stata durissima allora.ma Che soddisfazione penso oggi. Intanto il 7 gennaio 2022 mia cognata di 46 anni moriva per una peritonite non diagnosticata al pronto soccorso della Schiana di Pozzuoli, e la questione viene nascosta e il decesso attribuito al covid.(allatto del ricovero risultata negativa ai test covid)lascia 3 figli...di cui uno di 5 anni. La fanno vedere ai parenti in un sacchetto dell'immondizia all'obitorio l'8 gennaio..sequestrata dal 23 dicembre. Il sistema sanitario ha preteso che mia madre ultraottuagenaria, malata di Alzheimer in forma gravissima e avanzata, si vaccinasse...diversamente avrebbe negato cure e assistenza. Che schifo. La pacificazione? Andassero al diavolo. [ho anche] - Una sorella radiata dall'alto (sic) professionale degli (…) - i miei nipoti costretti a nascondersi nel proprio negozio; - difficoltà enormi a raggiungere i nostri genitori in (...) anziani e malati e bisognevoli di assistenza, - mio cognato costretto alla vaccinazione contro la sua volontà a due anni dalla pensione e minacciato di licenziamento...all'atto della vaccinazione e dopo averlo violato, la struttura ha applaudito, in quanto si festeggiava l'ultimo dell'organizzazione ad essere vaccinato: quest'uomo è rimasto per molti giorni senza parlare. Si è sentito profondamente violato e ha continuato a sostenere i membri della sua famiglia a non vaccinarsi...”.
(segue firma)
Solo due fra le decine, se non centinaia di testimonianze che ho ricevuto o raccolto solo negli ultimi mesi. Ne esce lo spaccato di un orrore che non fu responsabilità della pandemia ma di precise scelte di chi operava per distruggerci e a chi ne esce a pezzi cambia poco sapere se per volontà perversa o attitudine scellerata. Fu lo Stige: e adesso dovremmo dimenticare o addossare tutto questo alla casualità? No, non ci sta bene.