Sui vaccini Speranza e Magrini premevano sulla magistratura perché tacesse: perché non succede niente?

Spetta forse a un ministro e al suo sottoposto pretendere che i giudici omettano un provvedimento urgente, in sospetto di farmaci potenzialmente letali? Questo è successo, ma il paradosso è che nessuna indagine scatti.

Ma se un ministro e un suo sottoposto al vertice di un ente governativo arrivano a premere sulla magistratura per farle commettere un abuso, per farla desistere dall'esercitare l'azione penale obbligatoria in indizio di reato, non sono passibili di denuncia e se mai di arresto immediato? Il garantismo peloso monta tutto, copre tutto come panna acida, la Consulta della Silvana Sciarra abituata a “bilanciare” le ragioni del regime con quelle della repressione, ha già cominciato a bilanciare le ragioni del terrorista Cospito, traendolo fuor dall'ergastolo come gradito al PD che ne teme le rivelazioni, ma insomma possibile che debba finire sempre a tarallucci e vino? Anche sulla commissione che dovrebbe confermare la degenerazione da democrazia a dittatura, neanche tanto morbida, con la scusa della pandemia? Possibile che di fronte a qualsiasi eccesso o mascalzonata non resti che aprire le braccia e procedere, di rassegnazione in rassegnazione? “Fuori dal Coro” sta giocando, si direbbe, al gatto col topo, pratica lo stillicidio ma uno stillicidio atteso e benedetto: ogni settimana nuove rivelazioni, sempre più sconce, sempre più inaccettabili: che facciamo, le accettiamo? In attesa che il vento del tempo le disperda? L'ultima ha a che fare con l'ineffabile Speranza col fidato Mignini a capo dell'Aifa, determinati a bloccare il sequestro cautelare di una partita di vaccini che avevano già ucciso tre persone: spetta forse al ministro e al suo sottoposto dire ai giudici cosa fare e non fare? Per giunta in sospetto di pericolo letale per la popolazione? Questo è il concetto di salute pubblica che avevano questi: avanti tutta e peggio per chi ci lascia le penne. E c'è chi ancora li difende e si scaglia contro le rivelazioni, ligio alla legge dell'omertà.

Non volevano dubbi, non accettavano intralci sulla somministrazione alluvionale; che lo facessero per fideismo invasato o, più realisticamente, spinti dai colossali interessi in ballo, poco cambia. Mettevano in conto le reazioni avverse, fino al trapasso, e se c'era da insabbiare le denunce e le prove, non si facevano scrupoli. Ma le reazioni erano tali e tante da obbligarli a un continuo camuffamento, alla bugia perenne. Non è una novità che, segnalando all'Aifa i propri guai post vaccinali, nulla accadesse, che le segnalazioni si perdessero nella palude degli “step” su internet, che non ottenessero risposta, anche se all'Aifa ricevevano, annotavano tutto e poi lo trasmettevano all'europea Ama e se ne servivano per costruire menzogne ancora più elaborate: nessuna reazione! Il vaccino salva, previene! Ci si mettevano anche i vertici supremi delle istituzioni, dall'approssimativo e mendace Draghi all'ostinato Mattarella che ancora oggi non spreme mezza parola di autocritica e viene salutato da orde di bambini festanti sul modello nordcoreano. Gli stessi bambini inutilmente costretti alla paranoia domiciliare per due anni e magari sierati in modo temerario. “Sul fatto che possano essere correlabili [gli effetti ai vaccini] ho glissato” dice un dirigente dell'Aifa; e fa il paio con le riverenze a suo tempo emerse da altri mammasantissima a disposizione di Speranza: “Non risulta che il vaccino immunizzi ma non lo diciamo come chiedi tu”. Le reazioni “correlabili” per l'occasione riguardavano oltre 800 morti sospette nel secondo semestre del 2022, ma i casi dubbi restavano convenzionalmente fissati a 29. Mentre tra di loro all'Aifa dicevano: sono di più, sono sempre di più. Se non è strage più che colposa questa!

Sempre “Fuori dal coro” riporta una tabella che dimostra la quasi totalità di reazioni avverse dopo il vaccino rispetto, storicamente, a quelle correlate a tutti gli altri farmaci. Anche qui, silenzio e frottole alimentate dalla narrazione di regime. Quante sono le coscienze lerce? Quanti non dovrebbero dormire più la notte? Ma dormono e, di giorno, pretendono, rivendicano nuovi incarichi, nuovi posti. Anche quei virologi, untori potenziali, che hanno contribuito alla disinformazione micidiale, foriera di effetti e di decessi. Perché, mettetela pure come vi pare, l'intuizione engelsiana alla fine un fondamento ce l'aveva: c'è sempre un punto limite oltre il quale la massa quantitativa acquista un senso, non smentibile. Il garantismo peloso fa parte della cultura cattolica e magari ipocrita italiana, ma al di là di una certa proporzione di casi, di invalidati, di morti improvvise, anche questo garantismo fariseo, garantismo dei cialtroni regolarmente per i potenti e per i mascalzoni, si deve arrendere per manifesta impotenza. Gli effetti collaterali o avversi o secondari alla smania concentrazionaria resa possibile dal ricatto vaccinale sono reticolari, non si esauriscono col paralizzato o il folgorato mentre fa una corsetta o partecipa a una riunione, abbiamo visto ieri l'aumento esponenziale degli alcolizzati e degli aspiranti suicidi, massime giovani, abbiamo scienza e coscienza di un corpo non più lo stesso, che non funziona come prima, un corpo rotto e siamo a milioni a sentircelo. Tutto per “l'aereo lanciato mentre era ancora in costruzione” come ammetteva, ridendo, la Janine Small a capo della sezione commerciale di Pfizer. In un altro paese sarebbero scattate raffiche di arresti per i vertici istituzionali, la messa in stato di accusa per il presidente, grandinate di inchieste sulla comunità scientifica foraggiata, sull'informazione comprata, una indagine reticolare per una strage reticolare. Qui non succede niente, salvo le rivelazioni di un programma televisivo riprese da qualche testata. E la gente, che per tre anni ha ubbidito a tutto, dice: ma sì, anche Giordano è funzionale al sistema, dice quello che gli fanno dire, lo dice adesso, funziona da foglia di fico. Provateci voi ad informare in un paese del genere e, tutto sommato, con un pubblico, con una cittadinanza del genere.