06 Gennaio 2023
La causa delle miocarditi sviluppate da alcuni giovani dopo la somministrazione del vaccino a mRNA contro il Covid-19 consiste negli alti livelli di proteina Spike libera nel plasma. È quanto emerge da uno studio condotto dall'Università di Harvard e dal Massachusetts Institute of Technology (Mit) su alcuni casi rilevati nella fascia d’età compresa fra i 12 e i 21 anni.
La presenza persistente, ad alti livelli, della proteina Spike libera nel plasma risulta essere all’origine delle miocarditi osservate su alcuni giovani nella fascia d’età compresa fra 12 e 21 anni in seguito alla vaccinazione anti Covid-19 con i vaccini a RNA messaggero (mRNA). Lo indica, come riporta l'Ansa, la ricerca pubblicata sulla rivista Circulation e condotta da Harvard Medical School e Istituti Wyss, dell'Università di Harvard e del Massachusetts Institute of Technology (Mit).
Lo studio è stato condotto su un ristretto numero di casi rilevati nel periodo compreso fra il gennaio 2021 e febbraio 2022. Gli autori della ricerca, coordinata da Lael M. Yonker del Massachusetts General Hospital, osservano che “comprendere i meccanismi immunopatologici associati alle miocarditi post-vaccino aiuterà a migliorare lo sviluppo di futuri vaccini contro le malattie da coronavirus”.
I 16 giovani sui quali è stata condotta la ricerca, 13 dei quali maschi, avevano un’età media di 16 anni e su tutti è stata condotta un’immunoprofilazione. Per ognuno di essi, come per i 46 coetanei sani, sono stati analizzati i valori relativi a citochine, anticorpi contro la proteina Spike del virus SarsCoV2, al dosaggio della proteina Spike nel plasma e al dosaggio dei linfociti T. È emerso così che l’unica differenza fra i vaccinati sani e i vaccinati con la miocardite era la presenza persistente ad alti livelli della proteina Spike libera nel plasma.
“Questo significa che la proteina non è legata agli anticorpi neutralizzanti che circolano nel sangue, che nei bambini e nei giovani adulti non si sono formati dopo la prima dose”, osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Università del Salento. “Negli adulti che hanno fatto la seconda dose del vaccino – spiega ancora l’esperto – la risposta immunitaria è più forte e gli anticorpi riescono a legare la proteina S mentre nei bambini che sviluppano la miocardite la proteina Spike resta libera senza legarsi agli anticorpi neutralizzanti”. Da studi in vitro precedentemente pubblicati sembrerebbe che sia proprio la proteina S libera a danneggiare i periciti cardiaci e l'endotelio, attivando l'infiammazione che sta alla base della miocardite". "Grazie a questa ricerca - conclude Broccolo – adesso è possibile avere una comprensione, almeno parziale, delle miocarditi post-vaccino nei bambini”.
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