Vaccino ai minori, Tribunale di Trento toglie patria potestà alla mamma perchè non voleva vaccinare il figlio di 2 anni
La posizione iniziale della donna era quella di non sottoporre il figlio a nessuna vaccinazione per i rischi a cui sarebbe potuto andare incontro. Il marito si è rivolto al Tribunale, il quale ha deciso limitazione parziale della responsabilità genitoriale per la mamma
Una sentenza del Tribunale di Trento ha deciso di togliere la patria potestà alla mamma perchè ha deciso di non vaccinare il figlio. Lo scontro tra le mura di casa tra i genitori di un bambino di 2 anni è finito in Tribunale dopo diversi diverbi e rifiuti del padre ad ascoltare la madre sul rischio della vaccinazione. Così, l'uomo ha deciso di ricorrere prima ad un avvocato e poi ad un giudice per prendere una decisione in merito.
Vaccino ai minori, mamma perde patria potestà dopo aver detto no alla vaccinazione per il figlio di 2 anni
Le divergenze tra i due genitori infatti andavano avanti da diverso tempo, col padre che nonostante dall'altra parte ci fosse un muro dettato da spiegazioni e convincimenti sul rischio dei vaccino ha provato più volte a dissuadere la donna per sottoporre il bimbo all'obbligo vaccinale. Senza convincerla però visto che quest'ultima è sempre rimasta sulle sue posizioni, finché forse per abbassare il tono delle discussioni era arrivata a dire che se ne sarebbe potuto parlare più avanti.
Così, il padre è corso da un avvocato prima e da un giudice poi. Obiettivo, fare di tutto affinché il figlio si potesse vaccinare e seguire i suoi consigli. Il giudice aveva inizialmente lasciato del tempo ai coniugi affinché potessero arrivare ad un accordo, ma così non è stato visto che come prevedibile le posizioni di entrambi sono rimaste lontane.
No al vaccino per il bambino di 2 anni, interviene il giudice: "Decide il padre"
La decisione del giudice è stata spiazzante per la madre, la quale ha visto una "limitazione parziale della responsabilità genitoriale per la madre affinché il padre possa procedere in maniera autonoma alle vaccinazioni obbligatorie previste dalla legge rimettendo sempre al padre la decisione rispetto alla possibilità di sottoporre il bambino ad una visita medica preventiva". Un'imposizione che è stata giustificata dal maggiore rischio per il piccolo di "contrarre malattie, dalle ripercussioni socio-educative sul piccolo e dalle conseguenze negative create dal conflitto generato dai genitori".