Influenza in Italia, esplodono i casi: 762mila in 7 giorni. Il web: "Non si chiama più Covid?"

Sarà "una stagione a intensità molto alta, con un picco che potrebbe arrivare in anticipo", ha detto Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di prevenzione del ministero della Salute

Torna l'allarme influenza in Italia, con i casi che, in una settimana, sono stati esattamente 762mila. Dopo il Coronavirus, dunque, torna l'influenza, e il web - o una parte di esso - non perdona. "Com'è che adesso la chiamate di nuovo febbre e non più febbre da Covid?". Ma lasciando perdere i soliti complottisti e simpatici della rete, torniamo a concentrarci sul nuovo allarme - o presunto tale - influenzale. Sarà «una stagione a intensità molto alta, con un picco che potrebbe arrivare in anticipo. Anziché a gennaio-febbraio, nelle settimane di inizio anno", ha detto in una intervista al Corriere della Sera, Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di prevenzione del ministero della Salute.

Influenza in Italia, esplodono i casi: 762mila in 7 giorni.

"Sotto i 5 anni c’è stata un’impennata a 40,8 casi per mille rispetto a 29,6 della settimana precedente - continua Rezza -. I più piccoli, specialmente da 0 a 2 anni, in pratica non hanno incontrato mai questi virus perché hanno trascorso gli ultimi 2 inverni a casa o con le scuole chiuse. L’influenza in quelle stagioni ha fatto fatica a diffondersi. Sono quindi molto esposti al contagio". E ancora: "Niente cambia dal punto di vista della sintomatologia che dura in media 5 giorni. Febbre molto alta che sale rapidamente, dolore alle ossa, mal di gola, raffreddore, inappetenza. Anche le cure non cambiano. Prendere antipiretici per abbassare la temperatura, bere molto, riposo e no antibiotici a meno che non siano indicati dal medico di fronte al sospetto di una complicazione batterica. Ricordiamo ancora che gli antibiotici non funzionano contro i virus".

Sulla questione è intervenuto anche Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale Policlinico San Martino di Genova. "Sicuramente oggi fa paura anche per tutto quello che si porta dietro con una quantità di virus paninfluenzali, patologie da pneumococco e anche polmoniti - sottolinea l'esperto, ai microfoni dell'Adnkronos Salute -. Qualcuno dice rimettiamo le mascherine, io dico assolutamente no. Questi microorganismi devono circolare e hanno sempre circolato, ci dobbiamo proteggere ma come? Ad esempio, abbiamo perso molto la copertura per lo pneumococco, la vaccinazione da polmonite, ma anche quelle per l'influenza".

La curva influenzale "continuerà a crescere perché questo è solo l'inizio", continua l'infettivologo. "Oggi l'incidenza è altissima tra i bambini piccoli, ma dove arriveranno gli adulti e poi i nonni. I primi perderanno qualche giorno di scuola ma i nonni finiranno in ospedale? Gli anziani - suggerisce in conclusione Bassetti - in queste due settimane che ci separano dal Natale invece di correre a fare i regali correre a fare il vaccino antinfluenzale".