Quarta dose. il sottosegretario alla salute Gemmato netto: "Non ha senso farla per tutti"

Il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato ha dichiarato che la quarta dose non ha senso per le persone che non sono a rischio

Il dossier sulla quarta dose è aperto e maggior ragione col nuovo governo appena insediatosi diverse cose cambieranno. È stato netto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato il quale ha dichiarato: "Non ha senso consigliare la quarta dose di vaccino anti-Covid a chi non è a rischio di morire a causa del virus". Gemmato non consiglia il richiamo vaccinale "a chi sta bene, a chi si riconosce in un cluster che non dà mortalità, sia per analisi costo-beneficio, sia perché vi sono delle reazioni avverse all’assunzione di farmaci e di vaccini".

Quarta dose, Gemmato: "Si deve fare sempre un bilanciamento di costi-benefici"

Questa l'idea del ministero, secondo quanto riporta Gemmato: "Mettere in sicurezza i cluster che hanno dato mortalità. Sono dati di epidemiologia medica, statistici, non si inventa nulla: si vede che i cluster che danno mortalità sono i fragili, gli anziani, gli immunodepressi. Quelle sono le persone alle quali noi consigliamo di vaccinarsi e lo consigliamo in maniera forte e puntuale".

Niente quarta dose per il resto della popolazione, sostiene Gemmato: "Si deve fare sempre un bilanciamento costi-benefici, e in questo caso l’idea nostra, di Fratelli d’Italia, del Governo, è bilanciare sempre e capire che la vaccinazione va fortemente consigliata ai cluster che danno mortalità. Non ha senso farlo nelle persone che evidentemente non muoiono contraendo il virus, men che meno in quest’epoca storica in cui abbiamo il 2% di occupazione di terapie intensive".

"Anche una semplice aspirina può dare reazioni avverse - ha precisato - Si deve fare sempre un bilanciamento costi-benefici e in questo caso l'idea nostra, di Fratelli d'Italia, del Governo, è bilanciare sempre e capire che la vaccinazione va fortemente consigliata ai cluster che danno mortalità. Non ha senso farlo nelle persone che evidentemente non muoiono contraendo il virus, men che meno in quest'epoca storica in cui abbiamo il 2% di occupazione di terapie intensive".

Di Ivan Vito