Vaccini: l'inchiesta sulla morte di Camilla Canepa, uccisa dalla "reazione avversa", si concentra sugli Open Day
Il Comitato tecnico-scientifico aveva già stabilito la correlazione tra la trombosi cerebrale e la somministrazione del vaccino. L'inchiesta vuole capire se si potesse "fare qualcosa di più per salvarla" e perché alla 18enne fosse stato somministrato un vaccino adenovirale.
Perché a Camilla Canepa fu somministrato Astrazeneca, benché si sapesse già che i vaccini a vettore adenovirale costituissero un pericolo per le giovani donne? Perché benché tutto lo staff dell'ospedale sapesse del siero, ciò non fu scritto sulla cartella clinica? Perché autorizzare i cosiddetti open day se già circolavano studi sulla correlazione tra vaccino e trombosi, peraltro in un periodo in cui la diffusione del virus era bassa? L'inchiesta che si terrà a settembre tenterà di sbrogliare il giallo attorno alla morte della studentessa di Sestri Levante, cercando di capire se si possano individuare i responsabili della mala-somministrazione del siero.
L'inchiesta sul caso Canepa: la morte poteva essere evitata?
La Procura di Genova sta indagando sulla cattiva gestione della pandemia che sta dietro alla morte della diciottenne, stroncata da una trombosi cerebrale fulminea solo poche settimane dopo la somministrazione. Vaccinata il 25 maggio del 2021, già una settimana dopo si ripresentava all'ospedale per fortissima cefalea (intensi dolori al cranio) e acutissima fotosensibilità. Dimessa dopo una tac, nonostante le piastrine in discesa, è stata ricoverata il 5 giugno per trombosi in condizioni disperate, venendo operata ma morendo cinque giorni dopo. Un caso in cui errori di giudizio e sottovalutazioni si sono accumulate fino a causare la morte di una giovanissima; un caso, dunque, che ha probabilmente un colpevole.
L'inchiesta, che ha visto interrogati alcuni membri del Cts (Comitato tecnico-scientifico, organo governativo che sorveglia la questione Covid), vuole arrivare a capire perché i vaccini a vettore adenovirale, come Johnson&Johnson e Astrazeneca, fossero somministrati a giovani ragazze benché già numerosi studi, tra cui il rapporto dell'Ema (Agenzia Europea del Farmaco) che asserivano l'aumento della pericolosità in rapporto alla decrescente età. Perché dunque autorizzare gli open day ignorando le criticità legate all'età?
L'inchiesta potrebbe portare a un'accusa di omicidio colposo, specialmente per lo staff ospedaliero che con leggerezza ha dimesso la ragazza nonostante le condizioni già gravi. Tuttavia, l'inchiesta sta prendendo di mira anche le istituzioni che hanno gestito con altrettanta imprecisione la questione del vaccino, sottostimando la pericolosità delle reazioni avverse.