Vaiolo delle scimmie, mortalità inferiore alla varicella. Gli esperti: "Nessuna pandemia"

Il professor Donato Greco ha affermato che Vaiolo delle scimmie ha una mortalità inferiore alla varicella, mentre Stefano Vella rassicura che "non ci sarà alcuna pandemia"

Il vaiolo delle scimmie ha una bassa mortalità ed è, tutto sommato, è poco contagioso. A dirlo sono gli esperti Donato Greco e Stefano Vella. Il primo ha rassicurato che questo virus è "meno grave della varicella". Il secondo è sicuro nell'affermare che non ci sarà alcuna pandemia in quanto, appunto, il vaiolo delle scimmie non contagia come il Coronavirus.

Vaiolo delle scimmie, mortalità e contagiosità bassissime

"Nell'uomo il vaiolo delle scimmie è una malattia auto-estinguibile, cioè si risolve da sola in poche settimane ed è, come gravità, anche inferiore a una varicella", ha affermato Donato Greco, già direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute. "Anzi - aggiunge all'Adnkronos Salute - quest'ultima comporta una estensione delle vescicole su tutto il corpo e dà febbre elevata, mentre il vaiolo delle scimmie è quasi sempre molto localizzato. Nei casi di cui parliamo in questi giorni a trasmissione sessuale, le pustole sono limitate alla zona dei genitali, senza febbre alta".

"C'è un po' di diffidenza a dichiararne la natura della trasmissione che, come riportato nel report del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecd), nella maggior parte dei casi è per via sessuale anale", continua Greco. "Ed è inutile dire che non lo sia, non vedo perché non chiarirlo, perché se parlassimo di gonorrea quale sarebbe il problema? Ricordiamo la storia dell'Hiv, quando partì un allarme incontrollato". E ancora: "Stiamo attenti alle discriminazioni, ma dal punto di vista scientifico bisogna parlare e spiegare chiaramente le cose per non generare inutili allarmismi".

Nemmeno Stefano Vella, docente di Salute Globale all'università Cattolica di Roma, si è detto particolarmente preoccupato. "Non siamo di fronte a una nuova pandemia", dice. "Il virus del vaiolo delle scimmie, è conosciuto, in Africa, da tempo. Non preoccupa particolarmente rispetto al rischio di propagazione perché per infettarsi i contatti devono essere molto stretti, come nei rapporti sessuali. Non ci sono gli stessi pericoli di una trasmissione aerea, che facilita la corsa del virus, come per Sars-Cov-2".

"A dispetto del nome, come già è stato spiegato in questi giorni - aggiunge Vella - non parliamo di un'infezione pericolosa come quella causata dal vaiolo. La malattia è lieve e abbiamo, nel caso si rendesse necessario, anche alcuni antivirali utilizzabili, per quanto non specifici. E da quanto ne sappiamo fino ad oggi, chi si è vaccinato contro il vaiolo potrebbe essere protetto".  

Per Vella, in ogni caso, oggi più che mai è necessaria "l'attenzione all'equilibrio tra la salute umana, animale e ambientale. Ad esempio: se noi deforestiamo è chiaro che l'animale selvatico si avvicina alle aree abitate dall'uomo con più rischi. Non a caso, nell'approccio alla gestione della sanità, si parla di 'One Health', una salute sola (umana, animale, ambientale), e non è solo un concetto di moda, ma una necessità nel riorganizzare le politiche sanitarie e ambientali in un'ottica di consapevolezza e riduzione del rischio".