Vaccino Covid e miocarditi nei minori, lo studio: "Aumenta rischio nei giovani"

Secondo uno studio pubblicato su un'autorevole rivista di cardiologia americana i rischi ci sarebbero soprattutto con i vaccini Pfizer e Moderna

Vaccino Covid e miocarditi, uno studio dimostrerebbe come la somministrazione delle dosi sia controproducente: "Aumenta rischio nei giovani". Vaccinare contro il Coronavirus giovani tra i 12 e i 24 anni, soprattutto con vaccini a mRNA, avrebbe più rischi che vantaggi: la conclusione viene messa nero su bianco in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Jama Cardiology, una delle più autorevoli al mondo in cardiologia. Sulla base di analisi effettuate nei tre paesi della penisola scandinava, Norvegia, Svezia, Finlandia, più la Danimarca, si sarebbe dimostrato che il rischio di sviluppare una miocardite in un ragazzo vaccinato è maggiore rispetto a chi non si è sottoposto ad alcuna somministrazione. Probabilità che aumenterebbero in caso di seconda dose.

Vaccino Covid e miocarditi, lo studio: "Aumenta rischio nei giovani"

La fascia più a rischio, secondo lo studio, è quella dei giovani di sesso maschile tra i 16 e i 24 anni mentre il vaccino col quale sarebbe più probabile sviluppare una miocardite è Moderna rispetto a Pfizer. Conclusioni che ribalterebbero i postulati ripetuti negli ultimi mesi, cioè che il beneficio derivante dalla vaccinazione superi i rischi. Convinzione ribadita in più occasioni dalle due autorità di riferimento, Fda ed Ema

Risultati che rovescerebbero la narrazione dominante si trovano anche in altri studi come quello pubblicato sul Journal of Pediatrics secondo cui il 69% dei bambini con miocardite derivante da vaccino hanno sviluppato nei mesi successivi anomalie cardiache. Diverso invece il discorso in rapporto all'infezione da Covid: sono numerosi gli studi che hanno dimostrato come sviluppare un'infiammazione al cuore sia più probabile se si viene infettati rispetto all'ipotesi di vaccinazione. 

I dati sulla terza (inutile) dose

Alla luce dello studio pubblicato dal Jama Cardiology sarebbe stato utile valutare attentamente la decisione di estendere anche a bambini e giovani la dose booster. I dati pubblicati periodicamente dall'Istituto Superiore di Sanità parlano chiaro: per gli under 40 non ci sarebbero vantaggi nel sottoporsi a un'ulteriore dose. Tanto che la scorsa settimana i ricoverati senza terza dose erano di meno rispetto a quelli che hanno ricevuto la terza somministrazione. 

Discorso diverso, invece, per la vaccinazione tout court. In Italia le autorità sanitarie hanno sempre sostenuto che vaccinare anche i bambini a partire dai cinque anni sia utile: i rischi di conseguenze gravi per la salute, in caso di contagio, sono minimi ma c'è la possibilità di sviluppare la sindrome infiammatoria multisistemica, che alle estreme conseguenze può causare anche il ricovero in terapia intensiva. Di qui la convinzione che anche per i giovanissimi vaccinarsi presenti più benefici che rischi.