La Ricerca precaria della riforma degli Irccs
In Lombardia, dove ci sono la metà dei ricercatori Irccs e Izs d’Italia, manifestazioni sotto Palazzo Pirelli
In questi giorni hanno manifestato sotto i palazzi della politica. Prima erano tra gli “eroi” della crisi pandemica. Prima ancora curavano i più fragili e abbattevano le barriere della conoscenza scientifica a colpi di grant europei. Sono i ricercatori degli Istituti di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) e Istituti Zooprofilattici Sperimentali (Izs), ovvero la spina dorsale della ricerca scientifica italiana: questi istituti gestiti dallo Stato e solo in parte dalle Regioni, sono una rete reale di 42 Irccs e 10 Izs (che hanno però 90 sezioni diagnostiche periferiche) sparsi in tutte le regioni d’Italia. Chi ci lavora dentro però vive di precarietà: la metà di loro ha almeno 10 anni da precario alle spalle e c’è chi arriva a 30.
Manifestazioni in Lombardia
In questi giorni c’è la possibilità di intervenire sul tema ed è il caso perché l’attuale organizzazione ha causato in due anni la dispersione del 25 per cento dei 1800 assunti con contratti precari nel 2019: è in discussione in Parlamento proprio una revisione dell’organizzazione di questa rete della ricerca.
Ecco dunque perché si sono fatti avanti con delle richieste precise anche nei confronti delle Regioni come la Lombardia:
“L’ Associazione Ricercatori in Sanità – Italia (ARSI) chiede, in occasione del Programma Nazionale della Ricerca Sanitaria (PNRS), la valorizzazione del lavoro che viene svolto presso IRCCS-IZS pubblici per diagnosi e terapie innovative. Parliamo di malattie gravi, rare, invalidanti che hanno già subito una grave perdita di forza lavoro – chiariscono nella nota - La Piramide della Ricerca, il percorso formativo ideato dal Ministero della Salute basato su 5+5 anni di lavoro a tempo determinato, è stato applicato a fine 2019 a personale che già vantava un'esperienza lavorativa lunghissima e oggi registriamo un abbandono di oltre il 25% del personale. Dei rimanenti, alcuni andranno in pensione quest'estate senza essere stati mai stabilizzati. ARSI ha, quindi, invitato il personale di ricerca IRCCS-IZS a scendere in piazza insieme alle sigle sindacali per chiedere che parallelamente al miglioramento del percorso formativo della Piramide della Ricerca sia prevista la stabilizzazione del personale storico che vanta 5-30 anni attività di servizio presso IRCCS-IZS pubblici. A partire dal 10 Marzo, manifestazioni e sit-in hanno già avuto luogo a Trieste, Roma, Messina, Bari, Milano e Napoli”.
Gregorio Mammì